La rinuncia del difensore privo di procura speciale all'impugnazione da lui proposta
29 Ottobre 2015
1.
Nonostante una decisione delle Sezioni unite (sentenza n. 6 del 1991), è riemerso, in giurisprudenza, un contrasto in merito alla possibilità o meno che il difensore non munito di procura speciale rinunzi all'impugnazione che egli stesso abbia autonomamente proposto. Superando il contrasto in proposito emerso, le citate Sezioni unite avevano ritenuto che al difensore che non agisce quale procuratore speciale non compete la facoltà di rinunciare all'impugnazione anche quando egli stesso abbia proposto il gravame. Immediatamente era, peraltro, emersa una voce dissenziente: Sez. VI, sentenza n. 2115/1992 aveva, infatti, osservato che il ruolo partecipativo, e non di mera assistenza, attribuito nel nuovo processo penale alla difesa tecnica, che si desume essenzialmente - ma non soltanto - dal disposto dell'art. 99, comma 1, c.p.p., induce a ritenere che il difensore sia legittimato a rinunciare validamente, ai sensi dell'art. 589, comma 2, c.p.p., all'impugnazione da lui stesso autonomamente proposta nell'interesse dell'imputato>>. La decisione, rimasta a lungo isolata, era stata ripresa successivamente da Sez. I, n. 48289/14, a parere della quale il difensore di fiducia è legittimato a rinunciare validamente, ai sensi dell'art. 589, comma 2, c.p.p., all'impugnazione da lui autonomamente proposta nell'interesse del condannato o dell'imputato, senza necessità di munirsi di apposita procura speciale rilasciata dal suo assistito>>: a fondamento del principio, era stata posta la considerazione che al potere del difensore di produrre, attraverso l'autonomo diritto di impugnazione, effetti sostanziali di natura anche pregiudizievole per il rappresentato, deve corrispondere la facoltà di caducarne gli effetti mediante la dichiarazione di rinuncia al gravame già proposto. L'orientamento senz'altro numericamente dominante (per tutte, Sez. VI, n. 42181/2006; Sez. I, n. 44612/2008; Sez. I, n. 29202/2013, in tema di rinuncia al ricorso per Cassazione; Sez. I, n. 6636/2000; Sez. VI, n. 3584/2000, entrambe con più generale riferimento alle impugnazioni) era, peraltro, fermo nel ribadire il principio già affermato dalle Sezioni unite, ovvero l'inefficacia dell'atto di rinuncia all'impugnazione sottoscritto dal solo difensore non munito di procura speciale, a nulla rilevando che quest'ultimo abbia proposto l'impugnazione. 2.
La I Sezione penale, all'udienza camerale del 5 giugno 2015, ha rimesso al Primo Presidente della Corte suprema di cassazione un ricorso che pone la seguente questione oggetto di un contrasto giurisprudenziale: Se il difensore non munito di procura speciale possa rinunciare validamente all'impugnazione da lui autonomamente proposta. 3.
Il Primo Presidente della Corte Suprema di cassazione ha assegnato alle Sezioni unite, fissando per la trattazione l'udienza camerale del 24 novembre 2015, un ricorso che propone la seguente questione, ritenuta dalla I Sezione penale oggetto di contrasto giurisprudenziale: Se il difensore non munito di procura speciale possa rinunciare validamente all'impugnazione da lui autonomamente proposta. 4.
È stata depositata la sentenza n. 12603 del 25 marzo 2016, con la quale le Sezioni unite, chiamate a decidere se il difensore dell'indagato o dell'imputato non munito di procura speciale possa validamente rinunciare all'impugnazuione da lui autonomamente proposta, hanno affermato il seguente principio di diritto: Il difensore, di fiducia o d'ufficio, dell'indagato o imputato, non munito di procura speciale non può effettuare una valida rinuncia, totale o parziale, all'impugnazione, anche se da lui proposta, a meno che il rappresentato sia presente alla dichiarazione di rinunci a fatta in udienza e non vi si opponga. |