Mancato rinnovo dell'incarico apicale e demansionamento del dirigente pubblico: insussitenza in caso di assegnazione ad un ruolo inferiore

Marta Filippi
28 Gennaio 2019

Essendo il pubblico impiego contrattualizzato retto dai principi privatistici in base ai quali la pubblica amministrazione nella scelta del conferimento di incarichi apicali assume piena discrezionalità nel limite del rispetto dei criteri generali di correttezza e buona fede, che obbligano la stessa a valutazioni comparative motivate e non a meri automatismi, non è riscontrabile in capo al dirigente un diritto soggettivo alla nuova assegnazione ad un incarico apicale, ma bensì un solo interesse legittimo di diritto privato, tutelabile ex art. 2907, c.c...
Massima

Essendo il pubblico impiego contrattualizzato retto dai principi privatistici in base ai quali la pubblica amministrazione nella scelta del conferimento di incarichi apicali assume piena discrezionalità nel limite del rispetto dei criteri generali di correttezza e buona fede, che obbligano la stessa a valutazioni comparative motivate e non a meri automatismi, non è riscontrabile in capo al dirigente un diritto soggettivo alla nuova assegnazione ad un incarico apicale, ma bensì un solo interesse legittimo di diritto privato, tutelabile ex art. 2907, c.c.

Pertanto, l'insussistenza di un diritto soggettivo comporta a sua volta che non sia possibile riconoscere alcuna fattispecie di demansionamento in capo al lavoratore che avendo ricoperto un incarico dirigenziale venga successivamente assegnato ad un ruolo sub-apicale.

Il caso

Con ricorso depositato il 6 dicembre 2016 un dirigente conveniva avanti il tribunale capitolino Roma Capitale affermando di essere stato addetto ad un incarico di natura apicale dal quale era decaduto prima del termine dello stesso a causa della cessazione del mandato elettorale del sindaco che l'aveva nominato, con successiva assegnazione ad un incarico di ruolo inferiore. Il lavoratore indicava come tale provvedimento di spoil-system fosse stato ritenuto illegittimo dal Tribunale di Roma e pertanto domandava al giudice del lavoro di accertare un avvenuto demansionamento con diritto alla corresponsione delle differenze retributive tra la posizione di 1 fascia, relativa all'incarico di direzione sub apicale illegittimamente attribuitole, e quella di 3 fascia relativa all'incarico di direzione apicale ritenuto di suo diritto.

Si costituiva il comune di Roma, eccependo in primis la prescrizione parziale del diritto azionato e nel merito della domanda la non sussistenza di un diritto automatico della ricorrente ad ottenere un rinnovo dell'incarico dirigenziale apicale.

La questione

Le principali questioni giuridiche sottese al caso di specie sono strettamente e logicamente connesse tra loro per cui la risoluzione in un senso della prima comporta automaticamente la soluzione alla seconda. Esse riguardano l'indagine circa l'esistenza o meno di un diritto soggettivo in capo al dirigente pubblico, nell'ambito del pubblico impiego privatizzato, alla riconferma o rinnovo di ruolo apicale, dopo esservi decaduto per opera del meccanismo dello spoil sistem, con conseguente accertamento di un'ipotesi di demansionamento per il periodo di svolgimento di mansioni proprie di un livello inferiore e pertanto qualificabile come sub apicale.

Le soluzioni giuridiche

Come premesso la soluzione in un senso o nell'altro dell'individuazione nei confronti di un dirigente pubblico di un diritto soggettivo alla riconferma di un ruolo apicale comporta logicamente il riconoscimento o meno anche dell'eventuale demansionamento, subito durante il periodo nel quale lo stesso si sia visto assegnato ad un ruolo di natura sub apicale, con conseguente diritto al pagamento retribuzioni proprie del livello al quale avrebbe avuto diritto di essere impiegato.

Ebbene, nel caso di specie il ricorrente aveva già adito il Tribunale Romano al fine di veder accertata l'illegittimità del provvedimento di decadenza dal ruolo dirigenziale sulla base del nuovo mandato elettorale e dunque in virtù di un cambiamento ai vertici politici della Pubblica Amministrazione datrice di lavoro. A tale azione seguiva l'annullamento, ad opera del giudice di primo grado, del provvedimento impugnato per illegittimità dello spoil system con condanna nei confronti di Roma Capitale al risarcimento del danno subito dal lavoratore.

Ciò premesso, il Giudice del Lavoro investito della nuova domanda circa la valutazione di un presunto demansionamento ritiene tuttavia di dover scindere le situazioni e che nessuna consequenzialità ne possa discendere. Sostiene, infatti, il giudice di prime cure che nell'ambito del pubblico impiego privatizzato il dirigente che aspiri ad un ruolo apicale si trovi nella medesima situazione di un lavoratore che partecipi ad una procedura di selezione concorsuale adottata dal datore di lavoro privato, escludendosi l'obbligo nei confronti alla P.A del ricorso della procedura concorsuale.

Il datore di lavoro pubblico, nell'ambito del pubblico impiego privatizzato, è infatti tenuto nella scelta relativa al conferimento di incarichi di natura apicale al rispetto dei generali principi di correttezza e buona fede. Ne consegue che in tale ambito, anche ai sensi dell'art 19, d.lgs. n. 165 del 2001, a quest'ultimo è riconosciuta un'ampia potestà discrezionale, nei limiti comunque indicati, a cui consegue in capo a coloro che aspirano all'incarico esclusivamente un interesse legittimo di diritto privato, tutelabile ai sensi dell'art. 2907, c.c., come confermato da precedenti pronunce di legittimità.

Il quadro descritto porta con se, allora, l'insussistenza di qualsivoglia demansinamento in caso di successiva attribuzione di un incarico di livello inferiore al dirigente prima in posizione apicale, non essendo rinvenibile alcun automatismo nel rinnovo dell'incarico.

Osservazioni

La sentenza in commento seppur non originale nei contenuti riveste un importanza significativa in quanto sottolinea nuovamente come gli atti di conferimento di incarichi dirigenziali rivestono la natura di determinazioni negoziali. Pertanto la PA dovrà attenersi nella scelta dei soggetti che andranno a ricoprire i relativi ruoli ai criteri generali di correttezza e buona fede. La stessa è così dovuta a valutazioni comparative motivate senza che possa rinvenirsi nessun automatismo nel conferimento restando rimessa alla discrezionalità del datore di lavoro.

E' infine interessante osservare, ribadita l'applicazione dei principi privatistici alla selezione dirigenziale essendo la nuova disciplina retta dai principi della temporaneità e della fiduciarietà degli incarichi dirigenziali, come il giudice del lavoro non riconosca alcuna consequenzialità tra il provvedimento di annullamento della decadenza del ruolo apicale per applicazione dell'illegittimo spoli system e l'eventuale demansionamente a causa dell'attribuzione dello stesso ad un ruolo inferiore.

Si tratta infatti di azioni diverse nei presupposti pur coincidendone la forma di tutela riconosciuta al lavoratore, le quali tuttavia hanno finalità totalmente diverse. Ne consegue che non è possibile sostenere una logica derivazione l'una dall'altra.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.