Consolidato il concetto di “grave situazione locale” quale fonte di reale rischio di parzialità dell'ufficio giudiziario
27 Luglio 2015
Massima
La grave situazione locale di cui all'art. 45 c.p.p. deve essere intesa come fenomeno esterno di tale e manifesta abnormità da costituire fonte di reale rischio di parzialità dell'ufficio giudiziario procedente ovvero di reale lesione, o pericolo di lesione, della libera determinazione delle persone che vi partecipano, avendo l'istituto carattere eccezionale di deroga al principio costituzionale del giudice naturale precostituito per legge e perciò implicando una stretta interpretazione delle relative disposizioni. Il caso
1. Gli imputati in un procedimento penale per diversi reati pendente nella fase del dibattimento di primo grado dinanzi al tribunale hanno proposto istanza di rimessione ad altro giudice del suddetto processo, sostenendo che nella sede giudiziaria di competenza si sarebbe creata una situazione di pericolo per la libera determinazione dei giudici deputati alla sua celebrazione in ragione delle iniziative giudiziarie promosse da diversi uffici del pubblico ministero e che hanno colpito i magistrati penali e amministrativi che hanno adottato, nel corso del procedimento o in quelli tributari che hanno interessato le imprese di taluni imputati, provvedimenti ritenuti favorevoli a questi ultimi e frutto di illecite intese.
2. Secondo gli istanti, particolarmente sintomatiche del pericolo dell'esistenza di un tentativo di condizionamento dei giudici sarebbero le iniziative assunte nei confronti del G.I.P. del tribunale dalla procura della Repubblica di X (accusato di aver adottato decisioni favorevoli ad alcuni imputati in un contesto corruttivo), atteso che il suddetto magistrato – il quale aveva emesso nel presente procedimento provvedimenti cautelari e il decreto di giudizio immediato – era stato nominato dal tribunale giudice delegato all'amministrazione dei beni sequestrati alla famiglia degli imputati che sembrerebbe aver agevolato, operando dunque a stretto contatto con i colleghi della sede ritenuta pregiudicata. La questione
La questione è la seguente: può ritenersi pregiudicata la libera determinazione dei giudici a fronte del sospetto che siano state adottate iniziative giudiziarie strumentali al condizionamento (se non addirittura all'intimidazione) dei giudici incaricati del processo? Le soluzioni giuridiche
Per la giurisprudenza, come emerge dal testo di cui all'art. 45 c.p.p., la “grave situazione locale” deve essere intesa come fenomeno esterno di tale e manifesta abnormità da costituire fonte di reale rischio di parzialità dell'ufficio giudiziario procedente ovvero di reale lesione, o pericolo di lesione, della libera determinazione delle persone che vi partecipano, avendo l'istituto carattere eccezionale di deroga al principio costituzionale del giudice naturale precostituito per legge e perciò implicando una stretta interpretazione delle relative disposizioni; conseguentemente, non ricorrono gli estremi per la rimessione nel caso della semplice prospettazione di un probabile rischio di turbamento della libertà valutativa e decisoria del giudice, sul fondamento di timori, illazioni e sospetti non espressi da fatti oggettivi né dotati di intrinseca capacità dimostrativa. Ne discende che, affinché possano ritenersi sussistenti i presupposti per la rimessione, è necessario che nell'ambito locale in cui deve essere celebrato il processo si sia venuta a creare una oggettiva ed effettiva situazione che possa ritenersi idonea a determinare il concreto pericolo di condizionamento del giudice, mentre non è sufficiente la prospettazione del pericolo che si innesti una situazione siffatta. Al riguardo deve rammentarsi come le Sezioni unite abbiano indicato che gli atti e i comportamenti del pubblico ministero, quando censurabili, possono costituire presupposto per la rimessione del processo, purché abbiano pregiudicato la libera determinazione delle persone che vi partecipano ovvero abbiano dato causa a motivi di legittimo sospetto sull'imparzialità dell'ufficio giudiziario della sede in cui si svolge il processo medesimo (Cass. pen., Sez. un., 27 gennaio 2003, n. 13687). La grave situazione locale implica, appunto, la connotazione locale, per cui va esclusa la ricorrenza della condizione stabilita all'art. 45 c.p.p. ogniqualvolta le iniziative sono state assunte da uffici di procura distinti ed autonomi, nessuno dei quali peraltro operante nella sede giudiziaria in cui si deve celebrare il processo. Osservazioni
Il caso in questione solleva, fra l'altro, due osservazioni: a) la prima indicazione è che la prospettazione dei fatti imposta al legale in sede di domanda di rimessione del processo – dato il carattere eccezionale e residuale del meccanismo – è che nella richiesta vengano indicati con particolare concretezza elementi sintomatici del condizionamento. Se la difesa o le parti legittimate alla domanda si limitano ad ipotizzare l'astratta possibilità che il pericolo si configuri, essa risultando assertiva e generica, fondandosi sulla soggettiva opinione dell'abnormità e anomalia delle stesse, non suffragata da alcun elemento concreto, è insufficiente ad integrare i presupposti per l'adozione del provvedimento di rimessione richiesto; b) la seconda osservazione è quella secondo cui le situazioni giuridiche soggettive prospettate dal codice individuano nel meccanismo della ricusazione lo strumento attraverso il quale avanzare delle pretese situazioni di non terzietà degli organi giudiziari e, segnatamente, del giudice. Ne discende che nel caso prospettato il difensore, più che avanzare la residuale domanda di rimessione, avrebbe potuto formulare più opportunamente formulare una domanda di richiesta di astensione del giudice “sospetto” ai sensi dell'art. 37 c.p.p. |