L'autoriciclaggio sussiste anche se il reato presupposto è stato commesso prima della l. 186/2014
26 Aprile 2016
Massima
In relazione all'ipotesi di reato di cui all'art. 648-ter.1 c.p., introdotto dalla legge 14 dicembre 2014 n. 186, è irrilevante la realizzazione del c.d. reato presupposto in epoca antecedente all'entrata in vigore di tale normativa (fattispecie nella quale è stata ritenuta la sussistenza del delitto di autoriciclaggio avente come reato presupposto violazioni tributarie ai sensi dell'art. 4 d.lgs. 74/2000 precedenti il 1 gennaio 2015). Il caso
In data 8 luglio 2015, al termine dell'attività di perquisizione condotta dalla Guardia di finanza di Como, venivano sequestrate ad un soggetto, tra l'altro, ingenti somme di denaro in contanti, in valuta sia estera sia nazionale, parzialmente occultate in un doppio fondo segreto ricavato nell'autovettura condotta dallo stesso. La P.G. contestava al soggetto la commissione del delitto di cui all'art. 648-ter.1 c.p., per avere egli trasferito il denaro in modo da ostacolarne l'identificazione della provenienza quantomeno dal reato di cui all'art. 4 d.lgs. n. 74/2000, con riferimento a smobilizzazioni di investimenti non dichiarati e costituiti mediante redditi sottratti a tassazione. Il difensore dell'indagato adiva il tribunale del Riesame contro il decreto di convalida del sequestro, nel frattempo emesso dal Pubblico Ministero: l'ordinanza annullava il decreto di convalida per incompetenza per territorio, nella parte relativa alla perquisizione dell'autovettura, confermando nel resto il provvedimento del Pubblico Ministero. Avverso tale ordinanza il difensore proponeva ricorso per Cassazione, all'esito del quale la Corte emetteva la sentenza in commento. La questione
Il ricorso proposto alla Corte si basava su tre motivi, l'ultimo dei quali costituisce il tema centrale del presente approfondimento: in particolare, si prospettava ai sensi dell'art. 606, lett. c) c.p.p. la violazione dell'art. 125 c.p.p., per avere il tribunale del Riesame omesso di motivare in ordine all'eccepita non configurabilità del reato di autoriciclaggio – previsto dall'art. 648-ter.1 c.p., introdotto dalla l. 186/2014 – nei casi in cui il reato presupposto risulti commesso in data precedente l'entrata in vigore dalla novella legislativa che ha introdotto il reato. Le soluzioni giuridiche
Attraverso una motivazione estremamente succinta, la suprema Corte dichiara manifestamente infondato il motivo di ricorso, stabilendo in riferimento all'art. 648-ter.1 c.p., l'irrilevanza della realizzazione del reato presupposto di cui all'art. 4 d.lgs. 74/2000 in epoca antecedente l'entrata in vigore della l. 186/2014. Osservazioni
La suprema Corte premette anzitutto come nel caso di specie fosse stato impropriamente invocato il principio di irretroattività della legge penale, sancito dall'art. 2 c.p., in relazione ad un reato, quale quello di autoriciclaggio, nel quale soltanto il reato presupposto si assume commesso in epoca antecedente l'entrata in vigore della l. 186/2014 ed essendo stata invece la condotta prevista dall'art. 648-ter.1 c.p. posta in essere in epoca ben successiva all'entrata in vigore della normativa citata. La Corte di cassazione non spende ulteriori parole in motivazione per giustificare la correttezza dell'orientamento accolto, cioè l'irrilevanza, come si è detto, della consumazione del delitto presupposto in riferimento alla data di entrata in vigore dell'autoriciclaggio. Si ritiene al riguardo che il supremo Collegio possa aver condiviso l'opinione, già evidenziata da parte della dottrina, in base alla quale il reato “provvista” costituisce un mero presupposto della fattispecie di autoriciclaggio. Considerata l'irrilevanza, in diritto penale, del momento in cui si verificano i presupposti della condotta, ne discende la mancanza di rilievo dell'anteriorità della consumazione del delitto presupposto rispetto alla data del 1 gennaio 2015, entrata in vigore di tale normativa. Tale orientamento si contrappone ad una opposta lettura di parte della dottrina la quale ha ritenuto che il reato fonte del delitto di autoriciclaggio non costituisce un mero presupposto della reato, bensì parte del fatto tipico. Ne consegue, in base a tale impostazione, che l'art. 648-ter.1 c.p. sarebbe applicabile alle sole ipotesi in cui l'intero fatto tipico (comprensivo dunque del delitto presupposto) si sia verificato a partire dal 1 gennaio 2015. La dottrina di riferimento ancora tale tesi al principio espresso dalle Sezioni unite della Corte di cassazione nell'ambito dell'analisi condotta sulla fattispecie di rapina impropria, ove, sostanzialmente, si era sostenuto come un reato non possa costituire un mero presupposto della condotta di un altro reato (Cass. pen.,Sezioni unite, 19 aprile 2012, n. 34952). ANGELINI, Il reato di riciclaggio (art. 648-bis c.p.). Aspetti dogmatici e problemi applicativi, Torino, 2008; BRUNELLI, Autoriciclaggio e divieto di retroattività: brevi note a margine del dibattito sulla nuova incriminazione, in Dir. pen. cont.; BRUNELLI, Brevi considerazioni sul tentativo di rapina impropria e fattispecie penali con plurimo comportamento, in Cass. pen., 2003, 3627. DELL'OSSO, Riciclaggio e concorso nel reato presupposto: difficoltà di inquadramento dogmatico ed esigenze di intervento legislativo, in Riv. it., 2011, 1275 ss. NADDEO – MONTEMURRO, Autoriciclaggio e teoria degli insiemi: un “privilegio” matematicamente sostenibile, in Riv. trim. dir. pen. ec., 2011, 237 ss. PADOVANI, Tentativo di sottrazione e tentativo di rapina impropria, in Giur. it., 1977, II, 231, per il quale la sottrazione nel delitto di rapina impropria non ha alcun rapporto con la violenza o la minaccia, né può esprimerne la direzione finalistica a commetterla; SEMINARA, I soggetti attivi del reato di riciclaggio tra diritto vigente e proposte di riforma, in Dir. pen. proc., 2005, 236; SGUBBI, Il nuovo delitto di autoriciclaggio: una fonte inesauribile di “effetti perversi” dell'azione legislativa, in Dir. pen. cont.
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