I confini tra intervento nel passivo del procedimento di prevenzione e incidente di esecuzione avanti al Giudice della prevenzione
01 Agosto 2025
Massima La sentenza di revocazione di un atto di compravendita immobiliare resa dal Tribunale civile, sebbene la relativa azione sia stata introdotta e trascritta prima dell'emissione del sequestro e della successiva confisca, non è opponibile alla procedura di prevenzione e, pertanto, la parte del giudizio civile non può intervenire nel passivo della procedura. Nondimeno, ove il terzo sia stato pretermesso dal giudizio di prevenzione in violazione dell'art. 55, comma 3, d.lgs. n. 159/2011, è legittimato ad attivare il rimedio dell'incidente di esecuzione innanzi al Giudice della prevenzione. Il caso La sentenza tratta il caso della reiezione di un'istanza di ammissione al passivo di una procedura di prevenzione patrimoniale promossa da un soggetto – nel caso di specie la Curatela di una società dichiarata fallita – a seguito dell'ottenimento, contro il soggetto proposto della misura di prevenzione – una persona fisica – di una sentenza di accoglimento di un'azione revocatoria di un atto di compravendita immobiliare. La Curatela ricorreva per cassazione lamentando, tra l'altro, la violazione degli artt. 42 e 53 d.lgs. n. 159/2011 e degli artt. 23 e 42 Cost., in ragione del mancato riconoscimento in capo alla ricorrente del diritto di credito relativo al controvalore del bene attratto al patrimonio erariale, nonché la violazione degli artt. 54 e 61 d.lgs. n. 159/2011 da parte del Giudice della prevenzione per l'omesso riconoscimento della natura prededucibile del credito fatto valere. La questione La Corte di cassazione si è espressa sulle conseguenze della domanda giudiziale di revocatoria ordinaria trascritta prima del sequestro preventivo finalizzato alla confisca. In particolare, ha risposto ai quesiti se la sentenza del giudice civile che accerta la sussistenza dei profili costitutivi e la fondatezza dell'azione revocatoria possa fare stato nei confronti della procedura di prevenzione e quale sia il rimedio attivabile in questa sede da chi è stato parte nel giudizio civile acquisendo un titolo alla restituzione del bene ovvero un titolo di credito. Contrariamente a quanto dedotto dalla ricorrente, la Corte di cassazione si sofferma su quanto disposto dall'art. 55, comma 3, d.lgs. n. 159/2011 e sul fatto che le parti del giudizio civile, compresa la Curatela del fallimento, non sono mai state chiamate a intervenire nel procedimento di prevenzione, sicché la confisca del bene sequestrato è stata, infine, disposta senza garantire il contraddittorio con loro. Le soluzioni giuridiche L'art. 55 d.lgs. n. 159/2011, nella formulazione applicabile al caso di specie, prevedeva che: «1. A seguito del sequestro non possono essere iniziate o proseguite azioni esecutive. I beni già oggetto di esecuzione sono presi in consegna dall'amministratore giudiziario. 2. Le esecuzioni sono riassunte entro un anno dalla revoca definitiva del sequestro o della confisca. In caso di confisca definitiva, esse si estinguono. 3. Se il sequestro riguarda beni oggetto di domande giudiziali precedentemente trascritte, aventi ad oggetto il diritto di proprietà ovvero diritti reali o personali di godimento sul bene, il terzo, che sia parte del giudizio, è chiamato ad intervenire nel procedimento di prevenzione ai sensi degli articoli 23 e 57. 4. In caso di revoca definitiva del sequestro o della confisca per motivi diversi dalla pretesa originariamente fatta valere in sede civile dal terzo chiamato ad intervenire, il giudizio civile deve essere riassunto entro un anno dalla revoca». La legge n. 161/2017, intervenuta sui commi 2 e 3 dell'art. 55, ha previsto, oltre al divieto di iniziare procedure esecutive, la sospensione delle medesime procedure, pendenti al momento del sequestro, fino alla conclusione del procedimento di prevenzione e la relativa estinzione se esse afferiscano a beni per i quali intervenga un provvedimento definitivo di confisca. Trattasi di una nuova ipotesi di sospensione del giudizio civile, condizionata alla definitività della confisca, che, laddove intervenga, rende inutile la prosecuzione dell'azione civilistica perché destinata a produrre effetti solo nei confronti del proposto o del soggetto cui risulta formalmente ascritta la titolarità del bene ablato. La novella del 2017 ha previsto, altresì, che la chiamata ad intervenire debba essere eseguita anche nei confronti delle parti dei giudizi civili le cui domande siano state trascritte prima del sequestro e abbiano ad oggetto diritti reali o personali di garanzia. Ciò precisato, lo scopo della norma non è quello di escludere un'azione o limitare forme di tutela, bensì di istituire un'azione di carattere concorsuale che faccia confluire tutti i creditori in un'unica sede di tutela. Sul punto la Corte di cassazione conferma in sede motiva che la ratio sottesa alla previsione in esame è quella di attribuire al giudice della prevenzione la competenza funzionale a statuire riguardo a diritti che il sistema normativo ritiene, in linea di principio, opponibile alla confisca. Tale competenza è esclusiva. Non facendo stato nei confronti della procedura di prevenzione, la Curatela ricorrente non poteva essere riconosciuta come soggetto legittimato alla proposizione della domanda di insinuazione ex art. 52 d.lgs. n. 159/2011. Nondimeno, l'Erario, non avendo chiamato nella procedura il terzo vantante il diritto in ragione di un'azione precedentemente trascritta, non può avvantaggiarsi di una sua violazione di legge. Deve, pertanto, esistere un rimedio all'altrimenti inevitabile depauperamento del soggetto titolare del diritto alla restituzione del bene: tale rimedio è individuato dalla Corte di cassazione nell'incidente di esecuzione ex art. 666 c.p.p., dove può essere formulata domanda di restituzione anche per equivalente ai sensi dell'art. 46, comma 1, d.lgs. n. 159/2011. Già quando era vigente la legge contro le organizzazioni mafiose n. 575/1965, si era affermato, in tema di misure di prevenzione patrimoniale, che il terzo che rivendicasse la legittima titolarità del bene confiscato chiedendone la restituzione poteva proporre incidente di esecuzione solo se non avesse partecipato al procedimento di applicazione della misura patrimoniale, nel quale avrebbe potuto svolgere (sia che fosse chiamato dal Tribunale con decreto motivato ovvero avesse deciso di intervenire nel procedimento) le deduzioni e chiedere l'acquisizione di ogni elemento utile ai fini della decisione sulla confisca. Tale principio è stato riaffermato anche dopo l'entrata in vigore del d.lgs. n. 159/2011, essendo ora prevista la partecipazione al procedimento di prevenzione oltre che dei terzi che vantino diritti di proprietà o comproprietà dei beni sequestrati, anche dei terzi che vantino diritti reali o personali di godimento, con la conseguenza che anche questi soggetti possono far valere le proprie ragioni e chiedere l'acquisizione di ogni elemento utile ai fini della decisione nel corso del procedimento di prevenzione, essendo anche legittimati ad avvalersi dei mezzi di impugnazione, ordinari e straordinari previsti dagli artt. 10,27 e 28 d.lgs. n. 159/2011, con la conseguenza che il rimedio del ricorso all'incidente di esecuzione può trovare ancora una sua ragione di essere solo nei casi in cui il terzo non abbia partecipato al procedimento di applicazione della misura patrimoniale, perché non messo nelle condizioni di parteciparvi (vedasi Cass. pen., sez. VI, 29 maggio 2019, n. 23839). Dunque, nel caso di specie, pur rigettando il ricorso, i giudici di legittimità indicano il rimedio corretto che il terzo interessato deve azionare per ottenere ristoro del proprio diritto. In conclusione, l'esaminata sentenza si pone in linea con il risalente orientamento giurisprudenziale che, se da un lato limita l'opponibilità degli effetti della sentenza civile alla procedura di prevenzione, dall'altro lato, in caso di pretermissione del terzo addebitabile alla procedura stessa, ammette l'introduzione della domanda di restituzione del bene o di pagamento di una somma equivalente al suo valore nell'ambito dell'incidente di esecuzione. |