Diritto di critica sindacale e utilizzo dell’espressione “contratti pirata”
30 Luglio 2025
Massima Non costituisce diffamazione utilizzare l’espressione “contratto pirata” per riferirsi ad un contratto collettivo stipulato da organizzazioni sindacali scarsamente rappresentative e ritenuto avere condizioni inique e pregiudizievoli per i lavoratori. Parimenti, non integra diffamazione l’uso della citazione “Quei bravi ragazzi” quale antifrasi al fine di rafforzare la critica politica e sindacale liberamente manifestabile nei confronti delle decisioni del sindacato che sottoscrive siffatto ccnl. Il caso La Cisal Comunicazione, sindacato attivo nel settore comunicazioni, agisce ex art. 700 c.p.c. avanti al Tribunale di Roma chiedendo di ingiungere a SLC CGIL Roma e Lazio di rimuovere un volantino intitolato “Quei bravi ragazzi ovvero contratto pirata CISAL per i call center”, pubblicato sulla bacheca elettronica Fibercop; chiede, inoltre, di inibire a SLC CGIL Roma e Lazio di diffondere nuovamente il medesimo volantino o altre comunicazioni di contenuto analogo. Il sindacato ricorrente deduce di aver firmato, in data 04.12.2024, il primo contratto collettivo nazionale del settore CRM/BPO e che, a seguito di ciò, le OO.SS. non firmatarie, fra le quali il sindacato resistente, nel contestare le decisioni adottate da Cisal, avrebbero promosso iniziative di protesta anche a mezzo della pubblicazione e diffusione del suddetto volantino. Secondo la tesi del ricorrente, l'appellativo “Quei bravi ragazzi”, riferendosi al celebre film, assimilerebbe Cisal ai membri di un'associazione mafiosa integrando una condotta diffamatoria; parimenti, lo stesso riferimento all'espressione “contratti pirata” travalicherebbe il limite della critica sindacale. Cisal ricorre d'urgenza anche in quanto l'affissione del volantino in questione potrebbe pregiudicare l'esito delle prossime elezioni per l'unità produttiva Roma – Lazio presso una società. SLC CGIL si costituisce in giudizio eccependo, innanzitutto, incompetenza del Tribunale adito (ritenendo competente la sezione lavoro del medesimo Tribunale) nonchè carenza di legittimazione passiva dell'associazione sindacale stessa, ritenendo la condotta imputabile alla RSU interna. Inoltre, rappresenta che decorsi 30 giorni dall'affissione il volantino è comunque stato rimosso e, pertanto, sarebbe cessata la materia del contendere. Infine, rivendica la legittimità della condotta assunta. Il Tribunale di Roma rigetta il ricorso. La questione Definire un contratto collettivo “pirata” costituisce condotta antisindacale e/o discriminatoria? Le soluzioni giuridiche Il Tribunale di Roma, pur riconoscendo la mancanza del requisito del periculum in mora, giacché il volantino è stato rimosso nelle more del giudizio, si spinge a rendere una valutazione di merito delle questioni contestate ancorché al mero fine della liquidazione delle spese. A parere del giudicante, il ricorso non sarebbe fondato neppure in punto di fumus boni iuris, in quanto il riferimento al celebre film “Quei bravi ragazzi” non implicherebbe alcun riferimento alla vicinanza dei membri del sindacato a contesti malavitosi, costituendo piuttosto “un’aspra critica” verso la determinazione di CISAL di aderire ad un ccnl ritenuto arbitrario e deleterio per i lavoratori. Per di più, il titolo sarebbe stato evidentemente impiegato al fine di realizzare la figura retorica dell’antifrasi, che consiste nell'esprimersi con termini di significato opposto a ciò che si pensa, per ironia o per eufemismo: ciò, dunque, per accentuare la critica politica e sindacale espressa. Di medesimo tenore le considerazioni svolte dal Tribunale relative all’uso dell’espressione “contratto pirata”, impiegata per qualificare quei contratti collettivi stipulati da associazioni sindacali e datoriali scarsamente rappresentative che, generalmente, prevedono condizioni economiche e/o normative meno tutelanti nei confronti dei lavoratori rispetto a quelle previste dai contratti collettivi stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi. Secondo la tesi adottata dal Tribunale, la condotta della resistente non integra diffamazione, quanto piuttosto esercizio del diritto di critica sindacale, non ravvisandosi alcuna gratuita ed immotivata aggressione della reputazione della Cisal. Infine, il Tribunale rigetta la domanda di inibizione alla diffusione di materiale analogo, poiché il volantino in questione era sotteso a fare propaganda in vista delle elezioni già tenutasi. Osservazioni La pronuncia in commento accenna, seppur con riferimento all'estensione del diritto di critica all'attività sindacale, alla tematica dei cd. contratti pirata e del fenomeno del c.d. dumping contrattuale, ovverosia la tendenza delle aziende ad applicare contratti collettivi meno vantaggiosi per i lavoratori, rispetto a quelli tradizionali, al fine di contenere il costo del lavoro. Tali contratti collettivi “minori”, dunque, rispetto a quelli stipulati dai sindacati confederali, stabiliscono, ad esempio, una riduzione del numero di permessi e/o delle ferie fruibili, oppure una retribuzione minima inferiore rispetto ai minimi tabellari, scatti irrisori, integrazione del trattamento di maternità in misura inferiore, eliminazione delle clausole sociali; in altri casi, non prevedono le clausole sociali, o la quattordicesima mensilità. Alcuni, sempre in via esemplificativa, introducono periodi di prova di maggior durata, altri ancora legano lo scatto d'anzianità all'acquisizione, da parte del lavoratore, di determinate competenze. Alla luce di ciò, diversi sono i contratti collettivi definiti “pirata” e dei quali è stata dichiarata l'inapplicabilità. Recente il caso del ccnl UGL Rider, oggetto della sentenza n. 781/2021 resa dal Tribunale di Firenze: il giudice ha accolto il ricorso ex art. 28 St. Lav. dei sindacati CGIL avverso Deliveroo, affermando la natura antisindacale delle condotte aziendali e disconoscendo il valore effettivo del contratto UGL Rider, ritenuto frutto di una trattativa non genuina né rappresentativa, in quanto del tutto conforme alle condizioni di lavoro (peggiorative) unilateralmente dettate da Deliveroo e sottoscritto ad un tavolo separato, non pubblico, escludendo le sigle più rappresentative che già negoziavano al Ministero del Lavoro, nonché in assenza di qualsivoglia confronto fra i riders e il sindacato stesso. |