Mantenimento dei figli ed imprevedibilità delle spese straordinarie
30 Luglio 2025
Massima In tema di mantenimento dei figli, costituiscono spese straordinarie (nella specie riferite a quelle universitarie e a quelle collegate di studente "fuorisede"), non comprese nell'ammontare dell'assegno ordinario previsto con erogazione a cadenza periodica, quelle che non siano prevedibili e ponderabili al tempo della determinazione dell'assegno, in base a una valutazione effettuata in concreto e nell'attualità degli elementi indicati nell'art. 337-ter, comma 4, c.c. e che dunque, ove in concreto sostenute da uno soltanto dei genitori, per la loro rilevante entità, se non intese come anticipazioni di un genitore rispetto a un obbligo comunque ricadente su entrambi, produrrebbero l'effetto violativo del principio di proporzionalità della contribuzione genitoriale, dovendo infatti attribuirsi il carattere della straordinarietà a quegli ingenti oneri sopravvenuti che, in quanto non espressamente contemplati, non erano attuali né ragionevolmente determinabili al tempo della quantificazione giudiziale o convenzionale dell'assegno. Il caso Nel corso di un giudizio per cessazione degli effetti civili del matrimonio, la Corte di appello, in parziale riforma della sentenza del Tribunale, rideterminava l'importo dovuto dal resistente, a titolo di mantenimento dei figli maggiorenni non autosufficienti. I giudici di merito hanno correlato la riduzione dell'assegno di mantenimento dei figli alla frequenza degli studi universitari del figlio maggiore all'estero. La Corte di cassazione, sollecitata dall’ex moglie, ha escluso la legittimità della riduzione dell’assegno di mantenimento giacché la Corte territoriale, avendo affermato che erano state risparmiate le spese di vitto in Italia, non aveva tenuto conto in ogni caso delle spese per il vitto all'estero, unitamente al profilo del pregiudizio subito a seguito della riduzione anche del secondo figlio. Nel caso di specie, non sono stati evidenziati fatti sopravvenuti straordinari decisivi, incidenti sul principio di proporzionalità della contribuzione genitoriale. La questione La questione in esame è la seguente: le spese riferite agli studi universitari e quelle collegate di studente "fuorisede" hanno natura straordinaria? Le soluzioni giuridiche Il tema affrontato dalla pronuncia in commento è connesso al significato da riconoscersi alle spese straordinarie, sub specie di quelle universitarie e quelle collegate all'essere il figlio “fuori sede”, in quanto non ricomprese nell'assegno mensile quantificato in modo forfettizzato per il mantenimento del figlio, e ciò nell'intento di realizzare un equo contemperamento tra le ragioni del genitore, creditore anticipatario e quelle dell'altro, tenuto al rimborso pro quota, il tutto all'interno di una più generale cornice nella quale si realizza l'interesse del figlio ad essere educato e mantenuto dai genitori nel rispetto delle sue formazioni. La Corte di cassazione ha già chiarito che, in materia di spese straordinarie, occorre in via sostanziale distinguere tra: a) gli esborsi che sono destinati ai bisogni ordinari del figlio e che, certi nel loro costante e prevedibile ripetersi, anche lungo intervalli temporali più o meno ampi, anche se sono incerti nel loro ammontare, sortiscono l'effetto di integrare l'assegno di mantenimento e possono essere azionati in forza del titolo originario di condanna adottato in materia di esercizio della responsabilità nei giudizi separativi previsti dall'art. 337-bis c.c., previa un'allegazione che consenta, con mera operazione aritmetica, di preservare del titolo stesso i caratteri della certezza, liquidità ed esigibilità; b) le spese che, imprevedibili e rilevanti nel loro ammontare, in grado di recidere ogni legame con i caratteri di ordinarietà dell'assegno di contributo al mantenimento, richiedono, per la loro azionabilità, l'esercizio di un'autonoma azione di accertamento, in cui convergono il rispetto del principio dell'adeguatezza della posta alle esigenze del figlio e quello della proporzione del contributo alle condizioni economico-patrimoniali del genitore onerato in comparazione con quanto statuito dal giudice che si sia pronunciato sul tema della responsabilità genitoriale nei procedimenti sopra menzionati (Cass. n. 379/2021). In tale ottica, i giudici di legittimità hanno ritenuto che le spese scolastiche e mediche straordinarie, che in sede giudiziale siano state poste pro quota a carico di entrambi i coniugi, pur non essendo ricomprese nell'assegno periodico forfettariamente determinato, ne condividono la natura, qualora si presentino sostanzialmente certe nel loro ordinario e prevedibile ripetersi, così integrando, quali componenti variabili, l'assegno complessivamente dovuto, sicché il genitore che abbia anticipato tali spese può agire in via esecutiva, per ottenere il rimborso della quota gravante sull'altro, in virtù del titolo sopra menzionato, senza doversi munire di uno ulteriore, richiesto solo con riguardo a quelle spese straordinarie che per rilevanza, imprevedibilità ed imponderabilità esulano dall'ordinario regime di vita della prole (Cass. n. 3835/2021). Secondo la Corte di cassazione, in particolare, le spese mediche e scolastiche, da ritenersi comprese nella categoria delle spese straordinarie routinarie, sono quegli esborsi (per l'acquisto di occhiali, per visite specialistiche di controllo, per pagamento di tasse scolastiche, ecc...) che, pur non ricompresi nell'assegno fisso periodico di mantenimento - ove il titolo preveda espressamente, in aggiunta ad esso, il pagamento del 50% delle spese mediche straordinarie e delle spese scolastiche - tuttavia, nel loro ordinario riproporsi, assumono una connotazione di probabilità tale da potersi definire come sostanzialmente certe cosicché esse, se non predeterminabili nel quantum e nel quando, lo sono invece in ordine all'an (principi espressi sempre da Cass. n. 3835/2021). Nella stessa ottica, la Suprema Corte ha ritenuto che la spesa per la frequentazione degli studi universitari lontano dal luogo di residenza, nella parte riferibile all'alloggio, rientra nelle vere e proprie spese straordinarie, in ragione, quanto meno, della sua usuale rilevanza, oltre che, normalmente, dell'imprevedibilità della sede presso cui lo studente deciderà di svolgere i propri studi (Cass. n. 19532/2023). Le vere spese straordinarie, infatti, non sono prevedibili e per la loro rilevanza e imponderabilità esulano dall'ordinario regime di vita dei figli, con la conseguenza che la loro sussistenza giustifica un accertamento giudiziale specifico a seguito dell'esercizio di apposita azione. Osservazioni Come noto, l'art. 337-ter, comma 4, c.c. stabilisce che ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; tale obbligo si protrae sino al raggiungimento dell'indipendenza economica da parte dei figli, pur avendo gli stessi raggiunto la maggiore età (art. 337-septies c.c.); il giudice stabilisce, ove necessario, la corresponsione di un assegno periodico al fine di realizzare il principio di proporzionalità, da determinare considerando: 1) le attuali esigenze del figlio; 2) il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori; 3) i tempi di permanenza presso ciascun genitore; 4) le risorse economiche di entrambi i genitori; 5) la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore. In particolare, il parametro di riferimento, ai fini della corretta determinazione del rispettivo concorso negli oneri finanziari, è costituito, secondo il disposto dell'art. 148 c.c., non solo dalle "rispettive sostanze", ma anche dalla rispettiva capacità di lavoro, professionale o casalingo, di ciascun coniuge, con espressa valorizzazione, oltre che delle risorse economiche individuali, anche delle accertate possibilità reddituali (cfr., in motivazione, Cass. n. 25531/2016). La contribuzione alle spese mediche e scolastiche del figlio non va riferita a fatti meramente eventuali perché straordinari e connotati da imprevedibilità e tanto in ragione di un dovere, generalissimo, alla cui osservanza i genitori sono tenuti, che è poi quello di mantenere, istruire ed educare la prole, ai sensi dell'art. 148 c.c., nei cui contenuti, per un fisiologico suo atteggiarsi secondo nozioni di comune esperienza, le prime rientrano. La necessità di continui esborsi per l'istruzione, richiesti anche da quella pubblica, in rapporto al grado della scuola o istituzione superiore o universitaria, e, ancora, per prestazioni mediche, generiche o specialistiche - rispetto alle quali la variabilità tocca soltanto la misura e l'entità, in rapporto all'incidenza sullo stato di piena salute, e tanto nella normalità del ricorso alle prime anche per controlli periodico - non rientra nella nozione di straordinarietà. Le spese mediche e scolastiche integrative della categoria delle spese straordinarie sono quegli esborsi (spese per l'acquisto di occhiali; visite specialistiche di controllo; pagamento di tasse scolastiche) che pur non ricompresi nell'assegno periodico di mantenimento tuttavia, nel loro routinario proporsi, assumono una connotazione di probabilità tale da potersi definire come sostanzialmente certe cosicché esse, indeterminate nel quantum e nel quando, non lo sono invece in ordine all'an (Cass. n. 11316/2011). In ordine alla distinta ipotesi delle spese straordinarie, categoria intesa come residuale ed onnicomprensiva, lontana come tale da ogni carattere di ordinarietà e certezza, la Corte di cassazione ha chiarito che, tali devono intendersi quelle spese che per la loro rilevanza, imprevedibilità ed imponderabilità esulano dall'ordinario regime di vita dei figli e la cui sussistenza giustifica per ciò stesso un accertamento giudiziale specifico dietro esercizio di apposita azione. In siffatta ipotesi, la ratio che sostiene la non ricomprensione di dette spese nell'ammontare dell'assegno in via forfettaria posto a carico di uno dei genitori è il contrasto che altrimenti si realizzerebbe con il principio di proporzionalità ed adeguatezza del mantenimento sancito dall'art. 337-ter comma 4, n. 4, c.c., e il rischio di un grave nocumento per il figlio che potrebbe essere privato di cure necessarie o di altri indispensabili apporti, non consentendolo le possibilità economiche del solo genitore beneficiario dell'assegno cumulativo (nel regime definito dall'art. 155 c.c., in tal senso: Cass. n. 9372/2012; Cass. n. 1562/2020). Siffatte spese, che nella sostanza finiscono per rispondere ad ordinarie e prevedibili esigenze di mantenimento del figlio tanto da assumere nel loro verificarsi una connotazione di certezza, anche se non ricomprese nell'assegno forfettizzato e periodico di mantenimento possono essere richieste, tuttavia, quale parte "non fissa" del primo di cui condividono la natura, in rimborso dal genitore anticipatario sulla base della loro elencazione in precetto ed allegazione in sede esecutiva al titolo già ottenuto, senza che, per ciò, insorga a necessità di fare accertare, nuovamente in sede giudiziale poi un distinto titolo, la loro esistenza e quantificazione. Pertanto, le spese scolastiche e mediche "straordinarie", salvo diverso accordo tra le parti, si aggiungono all'assegno periodico là dove si tratti di esborsi che si presentino secondo ordinari e prevedibili intervalli temporali e la cui soddisfazione esprima il generale dovere di mantenimento dei figli da parte dei genitori. |