La convivenza di fatto non preclude l’assegno per il nucleo familiare: i chiarimenti della Consulta
23 Luglio 2025
Con la sentenza in esame, la Consulta ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Corte d'Appello di Venezia, in merito all'art. 2 del d.P.R. 30 n. 797/1955, nella parte in cui esclude dall'assegno per il nucleo familiare (ANF) il coniuge del datore di lavoro, ma non contempla analoga esclusione per il convivente di fatto. Secondo i giudici rimettenti, la norma si porrebbe in contrasto con gli artt. 3 e 38 Cost., poiché introdurrebbe una disparità di trattamento tra coniugi e conviventi di fatto nell'accesso all'ANF, beneficio previsto in favore dei nuclei familiari di lavoratori subordinati. La Corte, tuttavia, ha ritenuto che la previsione impugnata non sia irragionevole, rinvenendo la ratio dell'esclusione del coniuge del datore di lavoro dal novero dei beneficiari dell'assegno nell'esigenza di evitare una forma di autofinanziamento del datore stesso. Tale esigenza, secondo la Consulta, non impone un'estensione automatica dell'esclusione anche al convivente di fatto, in quanto — sul piano normativo — quest'ultimo non è ricompreso nel nucleo familiare rilevante ai fini dell'ANF, se non in presenza di un contratto di convivenza stipulato ai sensi dell'art. 1, comma 50, l. n. 76/2016. La normativa vigente risulta, dunque, coerente nella propria struttura: così come la convivenza di fatto non rileva ai fini dell'attribuzione dell'assegno, analogamente non rileva ai fini della sua esclusione. L'apparente lacuna normativa si risolve – spiega la Consulta - in una scelta legislativa ragionevole e non discriminatoria, ancorata a criteri oggettivi e a una nozione giuridicamente definita di «nucleo familiare». Fonte: (Diritto e Giustizia) |