Pensione internazionale in regime di totalizzazione: quadro normativo, giurisprudenziale ed amministrativo
Maurizio Polato
10 Luglio 2025
L’articolo analizza il regime di totalizzazione internazionale delle pensioni, evidenziando le normative europee che consentono ai lavoratori di valorizzare i contributi versati in diversi Paesi. Viene approfondito il meccanismo di calcolo della pensione pro-rata, con particolare attenzione alla determinazione della pensione virtuale, e il dibattito sulla valorizzazione delle retribuzioni estere ai fini di tale calcolo, elemento centrale nelle controversie giurisprudenziali e amministrative. L’elaborato esamina le prassi INPS, le decisioni giudiziali (in particolare della Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia UE) e le specificità legate alla Gestione Separata INPS e all'integrazione al minimo, fornendo un quadro tecnico e operativo per la corretta applicazione delle regole di totalizzazione.
Introduzione e Contesto Normativo Internazionale
La crescente mobilità dei lavoratori all'interno dell'Unione Europea e nei Paesi con cui l'Italia ha stipulato accordi bilaterali di sicurezza sociale rende centrale la tematica della pensione internazionale in regime di totalizzazione. Il problema giuridico fondamentale risiede nella possibilità di valorizzare i contributi versati in più Stati per l'ottenimento di prestazioni pensionistiche, superando le frammentazioni dovute alla diversità dei regimi nazionali.
La disciplina di riferimento si fonda sui Regolamenti dell'Unione Europea, in particolare il Regolamento (CE) n. 883/2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e il Regolamento di applicazione (CE) n. 987/2009. Questi regolamenti non sostituiscono i diversi regimi nazionali, ma li coordinano per garantire la parità di trattamento e la portabilità dei diritti previdenziali ai lavoratori che si spostano. I principi sottesi includono la parità di trattamento (Art. 45 TFUE) e il mantenimento dei diritti acquisiti (Art. 48 TFUE e Art. 6 Reg. 883/2004), che si realizza anche attraverso la totalizzazione dei periodi assicurativi. A tali norme si affiancano le convenzioni bilaterali stipulate dall'Italia con Paesi extra-UE, nonché la prassi amministrativa e la giurisprudenza nazionale ed europea. L'INPS è l'istituzione competente in Italia per l'applicazione di tali normative.
Il Concetto di Totalizzazione Internazionale: Natura e Funzione
La totalizzazione internazionale consiste nel cumulo “fittizio” dei periodi assicurativi e/o di residenza maturati in diversi Stati membri o convenzionati. È una fictio iuris, una costruzione giuridica che, al solo scopo di accertare il diritto alla prestazione, considera come se tutti i periodi assicurativi fossero stati compiuti presso lo Stato presso il quale viene richiesta la prestazione. Questa "somma fittizia" è fondamentale per consentire al lavoratore di raggiungere i requisiti minimi di assicurazione necessari per acquisire il diritto a una prestazione previdenziale in ciascuno degli Stati in cui ha contribuito. In questo modo, si evita che periodi di contribuzione, autonomamente insufficienti in ogni singolo paese ("meri spezzoni"), vadano persi ("sterilizzazione della contribuzione") ai fini del diritto alla pensione.
È cruciale comprendere che la totalizzazione non comporta la ricongiunzione o il trasferimento effettivo dei contributi. I contributi restano acquisiti all'assicurazione di ciascun Paese. Questo distingue la totalizzazione internazionale dalla ricongiunzione, che prevede un trasferimento oneroso, e dalla totalizzazione contributiva nazionale (o cumulo nazionale), che riguarda la somma di periodi assicurati in Italia presso diverse gestioni. L'applicazione della totalizzazione internazionale porta alla liquidazione di distinte quote di pensione da parte di ciascuno Stato coinvolto, non un'unica pensione complessiva.
Campo di Applicazione della Normativa Europea
La normativa comunitaria sulla sicurezza sociale si applica ai cittadini degli Stati membri soggetti alla legislazione di sicurezza sociale di uno o più di tali Stati. Oltre agli Stati membri dell'UE, il regime si estende ai Paesi dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Liechtenstein, Norvegia) e alla Svizzera. L'Italia ha inoltre stipulato convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con diversi Paesi extra-UE, che prevedono anch'esse meccanismi di totalizzazione (o strumenti analoghi come il trasferimento/ricongiunzione dei contributi, anche se distinti dalla totalizzazione pura).
La totalizzazione può riguardare le prestazioni pensionistiche (vecchiaia, anzianità, superstiti, invalidità, inabilità), le prestazioni non pensionistiche (come la disoccupazione, seppur con regole specifiche) e l'assistenza sanitaria. Sono escluse alcune aree come il prepensionamento e, generalmente, i regimi di previdenza complementare di origine contrattuale collettiva (secondo pilastro), sebbene si discuta su come facilitare la portabilità in tale ambito.
Un aspetto peculiare, affrontato dalla giurisprudenza, riguarda i periodi di assicurazione maturati presso Organizzazioni Internazionali situate nel territorio di uno Stato membro.
La Giurisprudenza della CGUE e successive trasposizioni normative nazionali hanno esteso l'applicazione dei principi comunitari a tali casi, riconoscendo la facoltà per il lavoratore di richiedere il computo di tali periodi assicurativi, qualora necessario ai fini del conseguimento del diritto alla pensione in uno Stato membro.
Affinché la totalizzazione operi, è necessario che i periodi assicurativi nei diversi Stati non siano coincidenti temporalmente e che, nell'ambito dello Stato che concede la pensione, i contributi accreditati siano superiori a un anno (salvo disposizioni diverse per specifici accordi). Tuttavia, le fonti indicano che periodi inferiori a un anno maturati in altri Stati membri possono comunque essere presi in considerazione dall'istituzione competente per il calcolo della prestazione, in virtù del principio della totalizzazione ai fini del diritto.
Il Meccanismo di calcolo: pensione autonoma, pensione virtuale e pro-rata
Il processo di liquidazione di una pensione in regime di totalizzazione internazionale prevede una serie di passaggi definiti dai regolamenti comunitari (art. 52 Reg. 883/2004):
a) Calcolo della prestazione autonoma: Si verifica innanzitutto se e quale sarebbe la misura della prestazione spettante nel singolo Stato basandosi solo sui periodi maturati in tale Stato, senza ricorrere alla totalizzazione. Questo calcolo è obbligatorio, anche se il diritto autonomo esiste, perché in alcuni casi la pensione autonoma potrebbe essere superiore all'importo ottenibile con la totalizzazione.
b) Calcolo della pensione virtuale (o teorica): Questa è la fase in cui si applica la totalizzazione. L'ente previdenziale dello Stato che liquida la pensione somma (fittiziamente) tutti i periodi assicurativi, di residenza o equivalenti maturati dal richiedente in tutti gli Stati interessati. L'importo della pensione virtuale è pari alla prestazione a cui l'interessato avrebbe diritto se tutti questi periodi totalizzati fossero stati maturati sotto la legislazione dello Stato che sta effettuando il calcolo, alla data della liquidazione. Questo calcolo si basa sulle leggi nazionali dello Stato che lo effettua.
c) Calcolo del pro-rata (prestazione effettiva): Una volta determinato l'importo teorico (virtuale), lo Stato che sta procedendo alla liquidazione calcola l'importo effettivo a suo carico ("pro-rata"). Questo si ottiene applicando all'importo teorico il rapporto tra la durata dei periodi maturati nello Stato in questione e la durata totale dei periodi maturati in tutti gli Stati coinvolti. La formula implicita è (Importo Virtuale) * (Periodi maturati nello Stato A) / (Totale periodi in tutti gli Stati). L'importo effettivo pagato da ciascuno Stato è quindi proporzionale ai periodi reali di assicurazione compiuti sotto la propria legislazione.
d) Confronto e liquidazione: L'ente previdenziale confronta l'ammontare del trattamento che spetterebbe con la pensione autonoma (punto a) e quello che spetterebbe applicando la totalizzazione e il pro-rata (punto c), erogando l'importo più favorevole all'interessato. Anche quando il periodo assicurativo nel singolo Stato è sufficiente per il diritto autonomo, il calcolo con totalizzazione e pro-rata è comunque necessario per effettuare il confronto.
Passaggi pratici del calcolo
a) Verifica dei requisiti minimi
La totalizzazione si applica solo se in ciascun Paese è stato versato un periodo minimo di contribuzione (generalmente almeno un anno).
b) Calcolo della pensione “virtuale”
L’ente nazionale calcola la pensione considerando l’intera carriera lavorativa dell’interessato come se fosse stata svolta integralmente sotto la propria legislazione. Ciò significa che si applicano le regole e le formule di calcolo nazionali, sia per quanto riguarda la base retributiva/contributiva sia per le aliquote o i coefficienti di rendimento.
Esempio pratico di calcolo virtuale (semplificato):
Stato
Periodi assicurativi maturati (anni)
Periodi totali (anni)
Pensione virtuale annua calcolata secondo la normativa nazionale (€)
Italia
10
30
18.000
c)Calcolo della quota pro-rata
L’importo della pensione effettivamente spettante sarà pari alla pensione virtuale moltiplicata per il rapporto tra i periodi assicurativi maturati nello Stato in questione e il totale dei periodi assicurativi maturati in tutti gli Stati UE.
Formula standard del pro-rata:
Pensione pro-rata = Pensione virtuale × (anni di contribuzione maturati nello Stato / anni totali di contribuzione maturati in tutti gli Stati UE)
Esempio:
Se la pensione virtuale in Italia è di 18.000 € e il lavoratore ha maturato 10 anni su 30 totali in Italia:
18.000 € × (10/30) = 6.000 €
d) Regole di scelta tra pensione autonoma e pro-rata
Se in uno Stato i requisiti per la pensione sono raggiunti con i soli contributi nazionali, si può avere diritto a una pensione autonoma, senza totalizzazione. Se invece il diritto si raggiunge solo sommando i periodi esteri e nazionali, si applica la regola del pro-rata.
e) Pagamento delle pensioni
Ciascun ente previdenziale paga solo la propria quota di competenza; non esiste una pensione “unitaria” europea. Dal momento che si tratta di una riunificazione fittizia dei contributi, l’operazione non consente il pagamento di un’unica pensione. Per meglio precisare, si può affermare che il trasferimento, l’accredito e la ricongiunzione consentono di utilizzare effettivamente i contributi esteri ai fini del pagamento di un’unica pensione, mentre la totalizzazione consente solo di pagare un “pro-rata”.
Tabella di sintesi: passaggi concreti del calcolo
Passaggio
Descrizione
Estratto normativo di riferimento
Verifica requisiti
Accertamento della maturazione del periodo minimo di contribuzione in ciascuno Stato
La totalizzazione dei periodi assicurativi trova applicazione quando in ciascun Paese risulta versato un periodo minimo di contribuzione di un anno.
Calcolo pensione virtuale
Applicazione delle regole nazionali come se tutti i periodi fossero stati svolti nello Stato
Nell’ambito dell’UE il meccanismo della totalizzazione prevede il calcolo, da parte dell’Ente competente di ciascuno Stato membro, di una pensione “virtuale”, cioè della pensione cui l’interessato avrebbe avuto diritto se tutti i periodi di assicurazione fossero stati compiuti nello Stato membro in questione.
Calcolo quota pro-rata
Riduzione proporzionale della pensione virtuale in base ai periodi effettivi maturati nello Stato
L’Ente dispone, quindi, il pagamento di un pro-rata, cioè dell’importo ottenuto riducendo la pensione virtuale in proporzione ai periodi di lavoro effettivo svolto nello Stato membro.
Pagamento prestazione
Ogni ente nazionale paga la propria quota, non esiste una pensione europea unitaria
Dal momento che si tratta di una riunificazione fittizia dei contributi, l’operazione non consente il pagamento di un’unica pensione. La totalizzazione consente solo di pagare un “pro-rata”.
La pensione virtuale: natura e base di calcolo
Come precedentemente indicato, la determinazione della pensione virtuale è il secondo passaggio chiave del meccanismo. Essa si ottiene attraverso la fictio iuris che induce a cumulare tutti i periodi di assicurazione compiuti nei diversi Stati, considerandoli come se fossero stati compiuti nello Stato che calcola la prestazione. La pensione virtuale viene calcolata da ciascun ente previdenziale sulla base delle proprie leggi nazionali, dopo aver unito i diversi periodi. Questo implica che, nel calcolare la pensione virtuale italiana, si applicano le regole del sistema pensionistico italiano (retributivo, misto o contributivo) come se l'intera carriera lavorativa totalizzata (periodi italiani + periodi esteri) si fosse svolta interamente in Italia.
Il dibattito sulla valorizzazione della contribuzione/retribuzione estera. La tesi estensiva (a favore dell'inclusione delle retribuzioni estere)
Un punto cruciale e oggetto di acceso dibattito giurisprudenziale e amministrativo riguarda come le retribuzioni/contribuzioni estere debbano essere considerate nel calcolo della pensione teorica (virtuale), e di conseguenza, nell'importo pro-rata dovuto dall'ente italiano. Le fonti presentano interpretazioni divergenti.
La tesi estensiva sostiene che, ai sensi dell'art. 52 del Reg. 883/2004, la pensione virtuale debba essere calcolata considerando non solo i periodi esteri ma anche le relative retribuzioni/contribuzioni. Tale approccio si basa su un'interpretazione estensiva del concetto di "periodi assicurativi totali" previsto dall'Art. 52, paragrafo 1, lettera b) e sull'idea che per il calcolo della pensione virtuale si debbano conteggiare tutte le retribuzioni utili, italiane ed estere. Secondo questa prospettiva, nel calcolo della pensione virtuale italiana, le retribuzioni percepite all'estero durante i periodi totalizzati dovrebbero essere prese in considerazione e valorizzate secondo le regole del sistema pensionistico italiano applicate all'intera carriera fittiziamente svolta in Italia, atteso che, secondo un'interpretazione letterale dell'art. 52, par. 1, lett. b), punto i), del Reg. (CE) n. 883/2004, “1. L'istituzione competente calcola l'importo delle prestazioni che sarebbe dovuto:
b) calcolando un importo teorico e successivamente un importo effettivo (prestazione pro-rata), secondo le seguenti modalità:
i) l'importo teorico della prestazione è pari alla prestazione cui l' interessato avrebbe diritto se tutti i periodi di assicurazione e/o di residenza maturati sotto le legislazioni degli altri Stati membri fossero maturati sotto la legislazione che essa applica alla data della liquidazione".
L'interpretazione estensiva dell'art. 52 Reg. 883/2004 è suffragata anche da autorevole dottrina la quale, a riscontro di un quesito inerente il calcolo della pensione teorica, chiarisce che “Occorre fare due conteggi separati in relazione alla quota retributiva del Fondo pensioni lav. Dipendenti (Fpld) in cui,
immaginiamo, sono registrati i contributi esteri: - Con uno si calcola la quota di pensione retributiva del Fpld considerando i soli contributi effettivi accreditati in Italia; - Con l'altro si calcola la quota di pensione retributiva del Fpld considerando anche i contributi esteri sia come valore retributivo sia come settimane (pensione virtuale) Solo che il risultato finale va proporzionato alle settimane (o ai mesi) accreditati effettivamente in Italia. La quota di pensione del Fpld liquidabile in Italia, calcolata col sistema del cosiddetto pro rata estero, è quella più favorevole al lavoratore tra i due valori risultanti dal calcolo indicato” (Gremigni, Pensione int. in totalizzazione e cumulo, in L'esperto risponde, Top24Lavoro, Il Sole 24 ore, 13/3/2025).
La posizione dell'INPS (tesi restrittiva)
L'interpretazione opposta, sostenuta dall'INPS, afferma che l'Articolo 52 fa riferimento esplicito ai soli "periodi di assicurazione e/o di residenza maturati sotto le legislazioni degli altri Stati membri", ma non menziona in alcun modo la valorizzazione delle retribuzioni estere.
Secondo questa tesi, quando la norma stabilisce che i periodi esteri devono essere valutati "come se fossero maturati sotto la legislazione che essa applica" (cioè, quella italiana, nel caso dell'INPS), significa che tali periodi esteri vengono accorpati all’anzianità contributiva, propria della gestione nazionale corrispondente secondo la tipologia di assicurazione estera. Questa totalizzazione dei periodi è utile sia per il diritto che per la misura della prestazione, ma l'aumento della misura deriva dall'aumento dell'anzianità contributiva totale, non dall'utilizzo delle retribuzioni estere. Ai fini della determinazione dell'importo virtuale, ciascuno Stato membro "utilizza le proprie retribuzioni che però vengono rapportate a un’anzianità contributiva maggiorata dei periodi di assicurazione esteri e in questa maggiorazione consiste la totalizzazione ai fini della misura.
L'INPS sostiene quindi che l'elemento retributivo estero non viene (ne potrebbe in alcun modo venire) in rilievo per il calcolo dell'importo teorico e del pro-rata italiano, e che i conteggi effettuati dall'Istituto basandosi unicamente sulle retribuzioni italiane (rapportate però all'anzianità contributiva totale, inclusi i periodi esteri) sono pienamente conformi ai criteri di cui all’art. 52 regolamento comunitario 883/2004. Questa prospettiva potrebbe giustificare la ragione per la quale, in assenza di dati retributivi esteri o seguendo l'interpretazione che considera solo le retribuzioni italiane per la misura, l'importo teorico si baserebbe unicamente sulle retribuzioni/redditi pensionabili maturati in Italia.
La posizione dell'INPS si basa su un'interpretazione più "stringente" del testo normativo e supportata da istruzioni operative interne, come la Circolare INPS 88/2010. Per l'INPS, la "totalizzazione ai fini della misura" si esaurisce nell'incremento dell'anzianità contributiva utilizzata nel calcolo secondo le regole italiane. La citata circolare n. 88, nel descrivere la totalizzazione nel regime generale italiano per i lavoratori dipendenti, appare a tratti contraddittoria con la precedente del 1992 (Cfr Circ. n. 277 del 1° dicembre 1992). La prima spiega che “Per l'accertamento del diritto e il calcolo delle prestazioni italiane a carico dell'assicurazione generale obbligatoria del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti deve essere presa in considerazione tutta la contribuzione estera accreditata nei regimi generali per i lavoratori dipendenti.” (par 4, lett. a della circ. cit.) La seconda afferma che, “Una volta effettuate le operazioni di totalizzazione si procede alla determinazione della pensione virtuale.”.
Tale importo teorico della prestazione – richiamando pedissequamente, l’Ente previdenziale, la disposizione normativa eurounitaria -, “è pari alla prestazione cui l’interessato avrebbe diritto se tutti i periodi di assicurazione e/o di residenza maturati sotto le legislazioni degli altri Stati membri fossero maturati sotto la legislazione che essa applica alla data della liquidazione” (par. 5, lett. b)).
Dopodiché “In merito alle modalità di calcolo dell'importo del pro-rata, l'articolo 52, paragrafo 1, lettera b, punto ii), prevede che, una volta determinato l'importo della pensione virtuale, "l'istituzione competente determina quindi l'importo effettivo della prestazione pro-rata applicando all'importo teorico il rapporto tra la durata dei periodi maturati prima che si avverasse il rischio ai sensi della legislazione che essa applica e la durata totale dei periodi maturati prima che il rischio si avverasse, ai sensi delle legislazioni di tutti gli Stati membri interessati" (par. 5, lett. b)).
Tuttavia, l’Inps, con successiva circolare del 1992, precisa che “in analogia a quanto avviene per le retribuzioni pensionabili dei lavoratori dipendenti, i redditi da prendere in considerazione per determinare la misura della pensione ai sensi della legge n. 233/1990 sono unicamente quelli conseguiti in Italia.” (Cfr Circ. n. 277 del 1° dicembre 1992).
È principio fondamentale proclamato dall’Inps con la circolare n. 277 citata, quello per cui "i redditi da prendere in considerazione per determinare la misura della pensione ai sensi della legge n. 233/1990 sono unicamente quelli conseguiti in Italia."
Quindi:
• RMM (Reddito medio pensionabile – es. gestione commercianti): media (annualizzata e rivalutata) dei soli redditi italiani utili nel periodo di riferimento.
• RMS (Retribuzione media settimanale – es. FPLD): media delle sole retribuzioni italiane utili nel periodo di riferimento.
Non si utilizzano le retribuzioni/redditi esteri per la determinazione della base pensionabile, anche se i periodi esteri vengono totalizzati.
Calcolo della pensione virtuale
Formula generale (per la gestione di riferimento):
• Se si tratta di gestione speciale per autonomi: RMP (solo redditi italiani) × totale settimane (italiane + estere) × 0,0015384.
• Se si tratta di FPLD (AGO per lavoratori dipendenti): RMS (solo retribuzioni italiane) × totale settimane (italiane + estere) × 0,0015384.
Quindi, la pensione virtuale si calcola come se tutte le settimane (italiane ed estere) fossero state svolte in Italia, ma la retribuzione/reddito di riferimento resta quella italiana.
L'Interpretazione Giurisprudenziale sulla Valorizzazione
La giurisprudenza ha affrontato la questione della valorizzazione delle retribuzioni estere. Sebbene alcune interpretazioni giurisprudenziali sembrino allinearsi alla tesi estensiva, altre pronunce della Corte di cassazione sembrano più in linea con l'approccio restrittivo dell'INPS.
Ad esempio, la Corte di cassazione, Sez. lavoro, sent. 21 maggio 2008, n. 12965 (e Cass., civ., sent. n. 11932/2008 citata anche dalla Corte dei Conti Toscana, Sez. giurisdiz., Sent., 07/05/2024, n. 44) ha descritto il processo di calcolo della pensione virtuale e del pro-rata, affermando che la pensione virtuale è calcolata "sulla base delle proprie leggi nazionali" e che l'importo effettivo pagato da ciascuna istituzione è "in proporzione al reale periodo di assicurazione compiuto presso il proprio stato". La Corte di cassazione, Sez. lavoro, nella Sentenza del 28 giugno 2003 afferma esplicitamente che l'INPS, per la determinazione della misura della prestazione, "dopo avere calcolato l'importo teorico della prestazione che spetterebbe in virtù dei periodi totalizzati, liquida l'importo della prestazione a suo carico 'esclusivamente' in proporzione al periodo assicurativo compiuto in Italia, secondo il sistema del 'pro rata'". Questa pronuncia, pur riconoscendo il calcolo di un importo teorico basato sui periodi totalizzati, sottolinea come la liquidazione avvenga esclusivamente in proporzione ai periodi italiani ai fini della misura, il che si allinea all'interpretazione che la totalizzazione incide sull'anzianità utile per il diritto e sul rapporto del pro-rata, ma non necessariamente sulle retribuzioni utilizzate per il calcolo della base pensionabile.
Tuttavia, più recentemente, la Corte dei Conti, Sez. Giurisdizionale per la Toscana, nella Sentenza del 2024, citando il Regolamento 883/2004, afferma che lo Stato competente (l'Italia) deve valorizzare la contribuzione estera "anche ai fini della misura della prestazione pensionistica, alla data della liquidazione" nel calcolo dell'importo teorico. Questo sembra supportare la tesi che le retribuzioni/contribuzioni estere debbano avere un ruolo nella determinazione della base di calcolo della pensione virtuale italiana, non solo i periodi. La Corte dei Conti evidenzia come la questione in contenzioso non riguardi il riconoscimento dei periodi esteri (già presenti nella posizione assicurativa), ma la loro valorizzazione ai fini del quantum del trattamento pensionistico. Va precisato, nondimeno, che il caso – eccezionale - sottoposto al vaglio dei giudici contabili riguardava la sussistenza del periodo assicurativo estero inferiore ad un anno; in tal caso l' istituzione che effettua la totalizzazione internazionale lo deve prendere in considerazione sia per accertare il diritto alla prestazione richiesta, sia per calcolare il trattamento pensionistico, se non sorge il diritto ad alcuna prestazione nello Stato in cui il periodo è stato maturato (art. 57 del Reg. n. 883/2004).
Specificità: la gestione separata e l'integrazione al minimo. Inclusione della gestione separata
Un aspetto controverso riguarda l'inclusione e la valorizzazione dei periodi contributivi versati nella Gestione Separata italiana nell'ambito del calcolo della pensione in totalizzazione internazionale. Secondo un orientamento, la Gestione Separata sarebbe un istituto "puramente italiano" e l'Art. 52 del Regolamento UE non rileverebbe per il calcolo della quota relativa a questa gestione ai fini della misura. Altri argomentano che periodi di attività simili esistono nei sistemi esteri e dovrebbero essere considerati.
Le fonti INPS forniscono indicazioni. Il Messaggio INPS n. 4156/2008 sembra supportare l'utilizzabilità dei periodi italiani di iscrizione nella Gestione Separata da parte di organismi esteri in base al principio di totalizzazione. Per il perfezionamento del requisito contributivo per il diritto a pensione nella Gestione Separata, si tiene conto, se necessario, dei periodi assicurativi risultanti negli altri Stati comunitari, totalizzandoli nella gestione stessa. Tuttavia, l'Articolo 52 del Regolamento UE non rileva in alcun modo per il calcolo della quota relativa alla Gestione Separata, in quanto per questa non sono utili i periodi assicurativi esteri ai fini della misura. Questo suggerisce che, mentre i periodi esteri possono aiutare a ottenere il diritto alla pensione nella Gestione Separata (totalizzazione per il diritto), il calcolo della quota effettiva si basa solo sui contributi versati in tale gestione, senza applicare il pro-rata ex art. 52.
Integrazione al trattamento minimo
Per i residenti in Italia titolari di pensione liquidata in regime internazionale, la legislazione italiana garantisce un trattamento minimo pensionistico qualora l'importo complessivo delle quote pensionistiche sia inferiore al minimo dovuto in base alla legge italiana. Questa integrazione è una prestazione non contributiva.
Una questione interpretativa, che ha dato luogo a contenzioso, riguarda l'inclusione o meno dell'integrazione al trattamento minimo nel calcolo della pensione virtuale. Sulla base della legislazione italiana (Legge n. 638/1983, art. 6), l'integrazione al minimo è condizionata alla titolarità di redditi inferiori a una determinata misura. La Corte di Cassazione sent. n. 12965/2008 (richiamando un precedente della Corte di Giustizia UE, Sentenza del 21 luglio 2005 nel procedimento C-30 del 2004) ha affermato il principio secondo cui la pensione virtuale del lavoratore migrante va calcolata includendovi l'integrazione al minimo solo previo accertamento del possesso dei limiti reddituali previsti dalla legge italiana. Se tale limite viene superato, la pensione virtuale va calcolata senza includere l'integrazione. L'INPS, con la Circolare n. 88 del 2 luglio 2010, ha confermato che l'importo spettante a titolo di integrazione al trattamento minimo non deve essere compreso nella determinazione della pensione teorica.
Ruolo della giurisprudenza: scopo della totalizzazione
La giurisprudenza, sia della Corte di Giustizia UE che della Corte di Cassazione, ha giocato un ruolo fondamentale nel chiarire l'ambito e lo scopo della totalizzazione. La Corte di Giustizia UE (in cause come C-233/12 e C-398/2019) ha chiarito che i regolamenti comunitari prevedono il principio della totalizzazione dei periodi ai fini della determinazione dell'acquisizione del diritto alle prestazioni di sicurezza sociale. Lo scopo principale della totalizzazione è impedire che i periodi di lavoro o contribuzione, insufficienti da soli per il diritto a pensione, vadano persi ("sterilizzazione della contribuzione").
La Corte di Cassazione, sez. lav., sent. n. 16721/2020 ha ribadito questi principi nel caso di un lavoratore italiano presso l'ESA. La Cassazione ha ritenuto che la totalizzazione europea non sia applicabile in un caso in cui il lavoratore aveva già maturato autonomamente il diritto a pensione (sia dall'ente estero che potenzialmente in Italia) e chiedeva la totalizzazione non per ottenere il diritto, ma per incrementare una pensione anticipata già ottenuta. Questo evidenzia che l'applicazione della totalizzazione è strettamente legata al suo scopo primario di "sbloccare" il diritto a pensione.
Conclusioni
La pensione internazionale in regime di totalizzazione costituisce uno strumento essenziale per garantire la tutela previdenziale dei lavoratori che hanno operato in più Paesi, valorizzando i periodi assicurativi maturati in ciascun ordinamento. Il regime si basa su un rigoroso coordinamento normativo europeo e bilaterale e su una metodologia di calcolo che assicura la proporzionalità delle prestazioni rispetto ai contributi effettivamente versati (pro-rata). Attraverso il meccanismo della fictio iuris per il diritto e il calcolo pro-rata per la misura, il sistema assicura la portabilità dei diritti pensionistici e una ripartizione dell'onere tra gli Stati coinvolti.
Tuttavia, sebbene il meccanismo sia ben definito nei suoi principi generali, la sua applicazione concreta presenta sfide e punti critici. Aspetti come la valorizzazione delle retribuzioni estere ai fini del calcolo dell'importo teorico e l'inclusione di specifiche gestioni nazionali come la Gestione Separata italiana nel calcolo dell'importo teorico e del pro-rata rimangono oggetto di dibattito e possono richiedere un'attenta valutazione legale e tecnica caso per caso. Le divergenze interpretative possono avere un impatto significativo sull'importo della pensione finale.
La necessità, evidenziata anche dalla giurisprudenza, di esplicitare in maniera analitica le modalità di conteggio e i criteri matematici riflette la complessità del sistema e l'importanza della trasparenza nei confronti dei lavoratori interessati. La completezza della documentazione relativa ai periodi lavorativi e retributivi esteri è essenziale per una corretta determinazione della prestazione.
Comprendere a fondo questi meccanismi, le norme che li disciplinano (Reg. 883/2004, Reg. 987/2009, convenzioni bilaterali), la prassi amministrativa (Circolari e Messaggi INPS) e l'orientamento della giurisprudenza (Corte di Cassazione, Corte di Giustizia UE) è fondamentale per i lavoratori mobili e per gli operatori del settore previdenziale.
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Sommario
Il Meccanismo di calcolo: pensione autonoma, pensione virtuale e pro-rata
Il dibattito sulla valorizzazione della contribuzione/retribuzione estera. La tesi estensiva (a favore dell'inclusione delle retribuzioni estere)
La posizione dell'INPS (tesi restrittiva)
L'Interpretazione Giurisprudenziale sulla Valorizzazione
Specificità: la gestione separata e l'integrazione al minimo. Inclusione della gestione separata