Costituzione di parte civile: possibile anche materialmente in udienza
08 Luglio 2025
Massima Il mancato rispetto dell'obbligo di deposito della procura speciale per determinati atti in copia informatica autenticata, quale previsto dal comma 2-bis dell'art. 122 c.p.p., non può costituire motivo di nullità o di inammissibilità dell'atto, dovendosi anzi ritenere che, almeno fino a quando il processo telematico non sarà andato completamente a regime, gli artt. 111-bis, comma 4, e 111-ter, comma 3, c.p.p., lascino aperta la possibilità del deposito (purchè tempestivo) degli atti in forma analogica. Il caso In sede di udienza predibattimentale il difensore si era costituito parte, presentando l'atto e la relativa procura speciale in formato cartaceo. Il difensore dell'imputato presentava eccezione: il Tribunale non ammetteva la costituzione, per mancanza dei presupposti di cui all'art. 122, comma 2-bis, c.p.p., che prevede il deposito telematico della procura speciale in copia informatica autenticata con firma digitale o altra firma elettronica qualificata. La parte civile proponeva ricorso per cassazione deducendo: l'errata applicazione degli artt. 78, 111-bise 111-ter c.p.p.; la validità del deposito cartaceo effettuato in udienza; il carattere meramente tecnico della mancanza rilevata; l'assenza di un obbligo di esclusiva digitalizzazione immediata. La questione È possibile produrre la costituzione della parte civile in udienza in forma cartacea? Le soluzioni giuridiche Invero, come si è già evidenziato (v. A. Marandola, Presentazione non telematica degli atti che le parti compiono personalmente su IUS Penale), l'art. 122, comma 2-bis, c.p.p. prevede il deposito della procura speciale in copia informatica con firma digitale o altra firma elettronica qualificata. Tuttavia, tale norma non prevede sanzioni espresse per il mancato rispetto della forma digitale. A ciò si aggiunge il disposto dell'art. 111-bis, comma 3, c.p.p., che esclude l'obbligo di deposito telematico per gli atti che, per loro natura o specifiche esigenze processuali, non possono essere acquisiti in copia informatica. Il successivo art. 111-ter, comma 3, c.p.p. consente la conversione del documento analogico in documento informatico, purché tempestivamente depositato. Osservazioni La Corte ha ritenuto che, pur essendo la decisione del Tribunale suscettibile di censura in punto di legittimità, essa non integra il vizio di abnormità necessario per ammettere il ricorso immediato in Cassazione contro l'ordinanza di esclusione della parte civile. La giurisprudenza richiede infatti, per l'ammissibilità di tale tipo di impugnazione, che l'ordinanza sia caratterizzata da un contenuto di "assoluta singolarità", tale da collocarsi "fuori dal sistema" (Cass. pen., sez. IV, n. 17697/2024, Oropallo). Nel caso in esame, il provvedimento del Tribunale, anche se opinabile, non è estraneo alla logica processuale e si fonda su un'interpretazione, ancorché rigida, del dettato normativo. Ciò premesso, la sentenza in commento conferma che, allo stato attuale della normativa, è ancora possibile costituirsi parte civile depositando la procura in formato cartaceo, purché nel rispetto della tempestività e con successiva digitalizzazione. La decisione affronta un contrasto interpretativo sorto in sede di merito alla luce dell'avvio del pieno processo penale telematico, nel quale è necessario bilanciare esigenze di modernizzazione e rispetto dei diritti processuali delle parti, ma che, per ragioni puramente formalistiche e non pienamente conformi al tenore legale delle norme appena richiamate che hanno dato luogo a prassi non uniformi. La decisione appare apprezzabile nella misura in cui conferma come vi possa essere la piena attuazione dei diritti processuali della parte civile. Sotto tale aspetto, va detto che la riforma Cartabia, ripetiamo, non ha modificato la disciplina dell'attività di udienza (prima fra tutte, la costituzione di parte civile ma anche il deposito di una nomina in corso di causa o la produzione di un documento) e tanto meno una norma secondaria (quale quella di cui all'art. 1 d.m. n. 206/2024) può derogare al codice di procedura penale. Peraltro, l'art. 111-bis, comma 3, del c.p.p. ha già previsto una deroga alla regola (oramai generale) del deposito telematico obbligatorio, ossia quando la “natura” dell'atto o del documento o “specifiche esigenze processuali” non consentano l'acquisizione informatica: rientrano in questa eccezioni tutte le ipotesi in cui il codice di rito disciplini la produzione di documenti in udienza e, prima fra tutte, la dichiarazione di costituzione di parte civile ove, quindi, la costituzione venga effettuata con la modalità “alternativa” (rispetto alla notifica ed al successivo deposito in Cancelleria: in questo caso, quindi, tramite portale) del deposito della relativa dichiarazione e della nomina/procura speciale direttamente in udienza. |