Il deposito della lista testi difensiva non implica l'ammissione se non ne viene fatta esplicita richiesta
25 Luglio 2022
Con la sentenza in esame, la Corte di cassazione ha avuto modo di pronunciarsi sulla presentazione della lista testi difensiva e sulla mancata formale richiesta di ammissione da parte del difensore d'ufficio nominato.
A riguardo, la Suprema Corte osserva che nel caso di specie il giudice di merito ha riconosciuto l'infondatezza della tesi «che vorrebbe ritenere che la lista testi della difesa, della quale il difensore d'ufficio non chiedeva l'ammissione, sia stata ammessa de facto dal Tribunale solo perché presente nel fascicolo del dibattimento»: invero, si è riconosciuto che «una cosa è la presentazione della lista testi ai sensi dell'art. 468 c.p.p., altra, ben distinta, è la richiesta di prova ai sensi dell'art. 493 c.p.p.».
Ciò posto, il Collegio sottolinea come il deposito, ancorché rituale, della lista testi non comporta l'implicita successiva formale richiesta di prova: ne consegue che «non si può parlare né di omessa valutazione della lista testimoniale - che, il giudice, in sede di presentazione non può sindacare, potendosi solo limitare ad autorizzare la citazione dei testi, in presenza di esplicita richiesta - né, tantomeno, di ammissione implicita di prove e di successiva ingiustificata revoca, per la mancanza di una preventiva formale richiesta in tal senso da parte della difesa».
*Fonte: DirittoeGiustizia |