Verifica di ammissibilità di una «domanda reiterata» di protezione internazionale

Elena D'Alessandro
17 Giugno 2021

La Corte di Giustizia affronta due questioni pregiudiziali interpretative concernenti l'art. 40, paragrafo 2, della direttiva 2013/32 (UE): se la produzione di documenti non autenticati comporti l'automatica inammissibilità della «domanda reiterata»; se la valutazione delle prove addotte dal richiedente protezione internazionale diverga a seconda che si tratti di «prima domanda» o di «domanda reiterata».

L'art. 40, paragrafo 2, della Direttiva 2013/32/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale, in combinato disposto con l'art. 4, paragrafo 2, della Direttiva 2011/95/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, recante norme sull'attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della qualifica di beneficiario di protezione internazionale, su uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi titolo a beneficiare della protezione sussidiaria, nonché sul contenuto della protezione riconosciuta, deve essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale in forza della quale si considera automaticamente che qualsiasi documento prodotto da un richiedente protezione internazionale a sostegno di una domanda reiterata non costituisce un «elemento o risultanza nuovo», ai sensi di tale disposizione, qualora l'autenticità di tale documento non possa essere accertata o la fonte di un siffatto documento non possa essere oggettivamente verificata.

L'art. 40 della Direttiva 2013/32, in combinato disposto con l'art. 4, paragrafi 1 e 2, della Direttiva 2011/95, deve essere interpretato nel senso che, da un lato, la valutazione delle prove addotte a sostegno di una domanda di protezione internazionale non può variare a seconda che si tratti di una prima domanda o di una domanda reiterata e, dall'altro, che uno Stato membro è tenuto a cooperare con un richiedente al fine di valutare gli elementi pertinenti della sua domanda reiterata, qualora quest'ultimo produca, a sostegno di tale domanda, documenti la cui autenticità non può essere accertata.

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