Il dies a quo della sospensione del termine per ricorrere in Cassazione in seguito all'accoglimento dell'istanza di sospensione
25 Ottobre 2019
Questione controversa
La questione oggetto di rimessione alle Sezioni Unite nasce dalla seguente vicenda: avverso la decisione della Commissione tributaria regionale, che aveva confermato la decisione della Commissione tributaria provinciale rigettando, quindi, l'appello, veniva proposto ricorso per cassazione. La Corte di cassazione accoglieva il gravame rinviando la causa ad un'altra sezione della Commissione tributaria regionale per la prosecuzione del giudizio. Avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale veniva proposta la revocazione con contestuale istanza di sospensione dei termini per proporre il ricorso per cassazione. Accolta l'istanza di sospensione, successivamente la domanda di revocazione veniva rigettata, per cui veniva proposto ricorso per cassazione avverso la medesima sentenza oggetto della revocazione. La parte resistente eccepiva l'inammissibilità del ricorso per decorrenza del termine cd. breve. La sezione tributaria adita rimetteva gli atti al Primo Presidente rilevando che sulla questione processuale relativa al momento di decorrenza della sospensione del termine per ricorrere in Cassazione in caso di accoglimento dell'istanza ex art. 398, comma 4, c.p.c., la giurisprudenza della Corte non è univoca. Orientamenti contrapposti
La Corte è chiamata a risolvere le problematiche connesse al momento di decorrenza della sospensione del termine per ricorrere in Cassazione in seguito all'accoglimento dell'istanza di sospensione. Secondo un orientamento storicamente prevalente il periodo di sospensione decorrerebbe dalla data di emanazione del provvedimento da parte del giudice della revocazione e non da quella di presentazione dell'istanza (cfr. Cass. civ., n. 1196/2006; n. 309/2012; n. 7261/2013; n. 12701/2014; n. 13189/2017; n. 8759/2018). Secondo un altro orientamento, invece, nei casi di accoglimento dell'istanza da parte del giudice a quo, il periodo di sospensione del termine decorrerebbe dal momento della presentazione dell'istanza (cfr. Cass.civ., n. 9239/2013; n. 11832/2017). Per cui applicando i due orientamenti al caso di specie ne discende che: essendo stato comunicato il provvedimento di sospensione alle parti quando erano già decorsi trentasette giorni dal giorno in cui iniziava a decorrere il termine breve per proporre ricorso in cassazione e, tenuto conto della data in cui è stata poi comunicata la sentenza conclusiva del giudizio di revocazione, dalla quale riprende a decorrere il termine per proporre ricorso per cassazione: a) ove si dovesse seguire il primo orientamento e ritenere che il termine breve era rimasto sospeso, a seguito dell'introduzione del giudizio per revocazione, solo a decorrere dal provvedimento di accoglimento della sospensione del suddetto termine, il ricorso dovrebbe ritenersi tardivo, poiché ai trentasette giorni già decorsi occorrerebbe aggiungere ulteriori ventitré giorni, sicché il detto termine risulterebbe scaduto, essendo stato il ricorso per cassazione proposto il sessantunesimo giorno dalla notifica della sentenza impugnata; b) qualora, invece, si propendesse per il secondo orientamento e si prendesse come riferimento per il computo del periodo di sospensione la diversa data in cui è stata presentata la relativa istanza il ricorso sarebbe da considerare tempestivo. Rimessione alle Sezioni Unite
La Quinta sezione civile, con ordinanza di rimessione n. 3262 del 5 febbraio 2019, ha rimesso gli atti al Primo Presidente per l'eventuale assegnazione della causa alle Sezioni Unite in ordine alla risoluzione della questione, di massima di particolar importanza, se, qualora la sospensione dei termini per il ricorso in cassazione, conseguente alla proposizione del giudizio di revocazione, sia concessa, tale periodo di sospensione decorra dal momento della proposizione dell'istanza oppure dal momento della decisione del giudice di concedere la sospensione. Soluzione
Le Sezioni Unite ritengono che il contrasto vada sciolto a favore dell'orientamento maggioritario. Con la sentenza in commento, le Sezioni Unite, risolvendo un evidente contrasto giurisprudenziale sulla questione relativa al momento di decorrenza della sospensione del termine per ricorrere in cassazione in caso di accoglimento dell'istanza ex art. 398, comma 4 c.p.c., se dalla presentazione della domanda o dalla emanazione del relativo provvedimento, hanno affermato che «l'art. 398, comma 4, secondo inciso c.p.c., deve interpretarsi nel senso che l'accoglimento, da parte del giudice della revocazione, dell'istanza di sospensione del termine per proporre ricorso per cassazione determina l'effetto sospensivo (come, del resto, l'eventuale sospensione del corso del giudizio di cassazione, se frattanto introdotto) soltanto dal momento della comunicazione del relativo provvedimento, non avendo la proposizione dell' istanza alcun immediato effetto sospensivo sebbene condizionato al provvedimento positivo del giudice». L'operare della sospensione del termine consegue soltanto all'adozione del provvedimento di sospensione da parte del giudice della revocazione. La parte è pienamente consapevole che la proposizione della revocazione non la esime dal rispetto del termine per il ricorso per cassazione e se si affida alla richiesta di sospensione rivolta al giudice della revocazione ed in attesa dell'adozione del provvedimento su di esso fa decorrere il detto termine, rendendo così privo di oggetto l'eventuale successivo provvedimento sospensivo del giudice della revocazione, non può che imputare a se stessa di aver consumato il diritto di ricorrere per cassazione. |