L'essenzialità del nesso causale tra riorganizzazione e soppressione del posto di lavoro
15 Novembre 2021
Il datore può procedere ad un licenziamento per g.m.o. ove la soppressione del posto di lavoro sia giustificata in base ad una riorganizzazione aziendale costituente fondamento di una precedente procedura di mobilità dichiarata giudizialmente illegittima?
Nel caso in cui si rinvenga la coincidenza tra il motivo posto a base di un licenziamento individuale per gmo e le ragioni poste a giustificazione di una precedente procedura ex l. n. 223/91, dichiarata illegittima, la giurisprudenza ha ritenuto integrati gli elementi di un'ipotesi elusiva della legge ex art. 1344 c.c.
Nel singolo caso, tuttavia, è bene accertare i motivi che hanno determinato la non rispondenza alla disciplina legislativa della procedura di mobilità: laddove, infatti, l'illegittimità sia stata dichiarata sulla base della non sussistenza in concreto delle esigenze organizzative e del nesso causale tra queste e la posizione lavorativa del dipendente, l'eventuale successivo recesso datoriale per gmo, se fondato sulla soppressione del ruolo svolto in azienda dal singolo lavoratore, deve essere valutato alla luce della motivazione del precedente licenziamento collettivo.
Ove la presunta riorganizzazione – determinante il venire meno della posizione occupata dal lavoratore destinatario del licenziamento individuale – abbia costituito il presupposto anche della procedura di mobilità, sarà necessario non solo verificare nuovamente se, nel concreto, il mutamento in seno all'azienda si sia realizzato, ma anche se la soppressione della posizione lavorativa ne costituisca una conseguenza diretta, verificando pertanto la sussistenza del il nesso causale.
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