Cancellazione delle iscrizioni presso il Registro delle imprese a seguito della chiusura del concordato preventivo
15 Settembre 2021
In occasione della chiusura del concordato preventivo può essere ordinata la cancellazione delle iscrizioni riguardanti la procedura concorsuale che trovano rappresentazione presso il Registro delle imprese?
Caso pratico - Una società in stato di crisi, con ricorso ex art. 161, comma 1,L.F., chiedeva al Tribunale di Mantova di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo, depositando un piano avente carattere liquidatorio. Il Tribunale, analizzato il ricorso, riscontrando la sussistenza dei presupposti di legge e valutando ammissibile la proposta ed il piano di concordato, dichiarava aperta la procedura. Successivamente, alla luce del voto favorevole da parte delle maggioranze dei creditori ai sensi dell'art. 177 L.F., il concordato preventivo veniva omologato. In seguito, la proposta veniva correttamente adempiuta dalla debitrice, che soddisfava tutti i creditori concorsuali nella misura prevista. In ragione di ciò, il commissario ed il liquidatore giudiziale relazionavano il giudice delegato alla procedura, manifestandogli il compimento di tutte le operazioni di liquidazione, l'esecuzione del riparto finale e chiedendo l'emissione del decreto di chiusura. Tuttavia, nella medesima istanza, gli organi della procedura richiedevano altresì che il giudice disponesse la cancellazione delle annotazioni iscritte presso il registro delle imprese in ordine all'avvenuta ammissione della società al concordato preventivo. Il giudice delegato, con pronuncia del 22 luglio 2021, nel disporre la chiusura del concordato preventivo, dichiarava inammissibile la richiesta di cancellazione delle iscrizioni (inerenti la procedura) presso il registro imprese.
Spiegazioni e conclusioni - La pronuncia oggetto del presente commento si esprime sul potere del giudice delegato del concordato preventivo di ordinare, con il decreto di chiusura del medesimo, la cancellazione di tutte le iscrizioni e le annotazioni a registro imprese che hanno ad oggetto la procedura concordataria. L'istanza di cancellazione delle iscrizioni si giustifica, con ogni evidenza, con l'interesse della società debitrice ad eliminare qualsiasi riferimento pubblicitario inerente il pregresso stato di crisi, che potrebbe ostacolare relazioni economico-commerciali con terzi. Orbene, il decreto in esame ha respinto la richiesta di cancellazione delle iscrizioni, escludendo che il giudice delegato abbia il potere per agire in tal senso. Nel dettaglio, l'argomentazione principale che induce il magistrato a concludere nel modo sopra esposto consiste nell'assenza di disposizioni di legge che attribuiscano la potestà in parola al giudice della procedura concorsuale, dovendosi al contrario riconoscere che l'unico soggetto competente (e legittimato) a provvedere siano gli uffici della Camera di commercio, che tiene il registro delle imprese e ne cura le iscrizioni. Eventualmente, laddove l'ufficio della Camera di commercio non dovesse provvedere favorevolmente, le istanze della società andrebbero formulate al giudice ordinario, ma non al giudice della procedura concordataria. In ragione di quanto sopra esposto, il giudice delegato ha cassato l'istanza, ritenendola inammissibile. Nondimeno, l'estensore del decreto ha ritenuto opportuno pronunciarsi, in via di obiter dictum, anche nel merito, concludendo per l'assenza di un diritto ad ottenere le cancellazioni richieste dalla società. In particolare, il giudice ha rilevato come i dati che sono legittimamente iscritti in un pubblico registro – di cui quelle sul registro imprese sono una delle tante species – hanno la precipua funzione di tutelare e preservare non tanto l'interesse individualistico delle controparti che accedono a tale registro quanto l'interesse pubblico «al benessere economico del Paese» (in questo senso cfr. Cass. 18 maggio 2021, n. 13524 e Cass. 9 agosto 2017, n. 19761; si veda anche Corte Giustizia UE9 marzo 2017, n. 398). Peraltro, il giudice delegato ha affermato che, nel caso di specie, non essendo ancora decorsi dieci anni dalle iscrizioni, la mancata cancellazione delle iscrizioni non risulti incompatibile con la disciplina e i principi in materia di trattamento di dati personali, prevedendo l'art. 8, comma 4, Codice di condotta per il trattamento dei dati personali «che le informazioni provenienti da fonti pubbliche ed attinenti ad eventi negativi oggetto di trattamento (tra le quali rientrano quelle relative a fallimenti o procedure concorsuali) siano conservate dal fornitore del servizio di informazione commerciale, di regola, per un periodo di tempo non superiore a dieci anni dalla data di apertura della procedura». Dunque, ad avviso del giudice delegato il concordato preventivo, anche ragioni di merito (oltre a quelle procedurali) avrebbero condotto a concludere per il diniego alla cancellazione delle iscrizioni.
Normativa e giurisprudenza
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