Istanza di rinvio via PEC: il giudice deve verificare il legittimo impedimento del difensore

Redazione scientifica
14 Ottobre 2021

«La richiesta di rinvio dell'udienza per legittimo impedimento dell'imputato, anche qualora inviata in cancelleria mediante posta certificata, determina comunque l'onere del giudice di valutare l'impedimento dedotto».

La Corte d'Appello di Firenze confermava la condanna dell'imputato per i reati di cui agli artt. 609-bis e 582 c.p., posti in essere nei confronti della moglie.

L'imputato ricorre in Cassazione, lamentandosi dell'omessa valutazione da parte della Corte d'Appello dell'istanza di rinvio dell'udienza per legittimo impedimento del difensore, presentata mediante PEC già in due precedenti occasioni accettate dalla cancelleria.

Il ricorso è fondato. La Corte di Cassazione, infatti, precisa che il legittimo impedimento del difensore è «prontamente comunicato» al giudice anche tramite la posta elettronica certificata: l'art. 420-ter c.p.p., secondo cui il giudice deve rinviare l'udienza nel caso di assenza del difensore, quando risulta che l'assenza stessa sia dovuta ad assoluta impossibilità di comparire per legittimo impedimento, infatti, prescinde del tutto dalle concrete modalità attraverso cui l'informazione sia giunta al giudice (Cass. pen., sez. un., n. 40187/2014).

Ne consegue che la richiesta di rinvio dell'udienza per legittimo impedimento dell'imputato, anche qualora inviata in cancelleria mediante posta certificata, determina comunque l'onere del giudice di valutare l'impedimento dedotto. La mancanza di un regolare deposito in cancelleria della richiesta di rinvio per impedimento, in ogni caso, impone al difensore l'onere di sincerarsi che la comunicazione sia giunta nella sfera del giudice.

Nel caso di specie, i Giudici osservano che il medesimo difensore aveva presentato, sempre tramite PEC, istanza di rinvio in altre due occasioni, regolarmente accettate da parte della Corte territoriale e, pertanto, idonee a costituire un legittimo affidamento in ordine al fatto che l'ulteriore istanza sarebbe stata anch'essa esaminata.

Per questi motivi, la Corte di Cassazione annulla la sentenza impugnata con rinvio alla Corte d'Appello di Firenze.

(Fonte: Diritto e Giustizia)

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