Opposizione allo stato passivo ex art. 98 L.Fall. in mancanza di osservazioni al progetto
05 Novembre 2020
Il creditore che non presenti osservazioni al progetto di stato passivo decade dal diritto di proporre opposizione ai sensi dell'art. 98 L. fall.?
Caso pratico - Ai sensi dell'art. 95, comma 2, l. fall., il curatore deposita il progetto di stato passivo corredato dalle relative domande nella cancelleria fallimentare del tribunale almeno quindici giorni prima all'udienza fissata per l'esame dello stato passivo e nel medesimo termine lo trasmette ai creditori (e ai titolari di diritti sui beni) i quali possono presentare al curatore, con le modalità di cui al secondo comma dell'art. 93 l. fall., osservazioni scritte e documenti integrativi fino a cinque giorni prima dell'udienza. L'art. 98, comma 1, l. fall., a sua volta, stabilisce che avverso il decreto che rende esecutivo lo stato passivo può essere proposta opposizione. Al riguardo, oggetto di discussione è la possibilità per il creditore di proporre opposizione ai sensi del sopra citato art. 98 l. fall. nel caso di mancata presentazione di osservazioni da parte del medesimo al progetto di stato passivo. In altre parole, si discute in relazione a se la mancata formulazione di osservazioni al progetto di stato passivo precluda, o meno, la possibilità di impugnare il successivo decreto di esecutività.
Spiegazioni e conclusioni - Sulla questione la Corte di Cassazione con ordinanza 13 marzo 2020, n. 7136, ha ribadito il proprio orientamento secondo cui il creditore che non presenti osservazioni al progetto di stato passivo non decade dal diritto di proporre opposizione ai sensi dell'art. 98 l. fall. (nello stesso senso, Cass. 20 settembre 2017, n. 21834; Cass. 10 agosto 2017, n.19937; Cass. 17 agosto 2016, n. 17286). Dall'adesione a questa interpretazione ne discende che la mancanza di osservazioni da parte del creditore non determina l'acquiescenza alle conclusioni del curatore ex art. 329 c.p.c. (secondo cui, fatte salve le ipotesi di revocazione di cui ai numeri 1, 2, 3 e 6 dell'articolo 395c.p.c., “l'acquiescenza risultante da accettazione espressa o da atti incompatibili con la volontà di avvalersi delle impugnazioni ammesse dalla legge ne esclude la proponibilità” - primo comma.“L'impugnazione parziale importa acquiescenza alle parti della sentenza non impugnate” – secondo comma) e la conseguente decadenza dalla possibilità di proporre opposizione. Ciò in quanto l'acquiescenza deve essere necessariamente collegata ad un provvedimento di carattere giudiziale (sul tema, v.Cass. 9 gennaio 2014, n. 321; Cass. 10 aprile 2012, n. 5659). Tale interpretazione, a ben vedere, trova altresì conforto nell'art. 95, comma 2, l. fall., che attribuisce ai creditori una mera possibilità (trattasi, infatti, di facoltà e non certo obbligo) di esaminare – ed eventualmente contestare - il progetto. Al riguardo, i giudici di legittimità hanno precisato che ciò non ha la forza di tramutarsi in un onere di replica alle difese ed alle eccezioni del curatore entro la prima udienza fissata per l'esame dello stato passivo. La conseguenza di diritto che ne fa discendere la S.C. è nel senso di negare che il termine così descritto debba ritenersi deputato alla definitiva individuazione delle pretese, cosicché sia sempre possibile intervenire per modificare i contenuti della domanda di ammissione.
Normativa e giurisprudenza
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