Querela depositata via PEC durante l'emergenza COVID

Redazione scientifica
06 Settembre 2021

Se il Procuratore Generale di Milano dà l'ok, deve essere respinta la richiesta di archiviazione del PM di Firenze, foro in cui la causa è stata trasferita per competenza. Secondo il GIP infatti deve essere accolta l'opposizione all'archiviazione presentata dalla parte offesa ritenendo rituale la presentazione via PEC della denuncia querela da parte del difensore.

In piena pandemia da COVID-19, il Procuratore Generale di Milano con la Circolare 196 del 20 agosto 2020, poi prorogata, al fine di limitare l'accesso agli uffici, ha autorizzato l'inoltro degli atti (quali querele, memorie, istanze di interrogatorio, ecc) in formato pdf tramite invio a mezzo PEC all'indirizzo specificatamente messo a disposizione dalla Procura stessa.

Come ha sottolineato la parte offesa con l'opposizione alla richiesta di archiviazione del PM, nel caso di specie, la denuncia è stata correttamente depositata dal difensore tramite le modalità indicate dal Procuratore Capo. La regolarità del deposito è tra l'altro confermata dal fatto che la Procura della Repubblica di Milano ha aperto il procedimento, chiedendone poi il trasferimento alla competente Procura toscana.

Il GIP, accogliendo l'opposizione, ha sottolineato la ritualità della presentazione a mezzo PEC della denuncia presentata «da parte non di un mero privato ma di soggetto abilitato quale difensore, anche nominato a tal uopo procuratore speciale in calce alla predetta istanza punitiva».

Ritenendo nel merito sostenibile l'accusa di appropriazione indebita, il GIP ha dunque disposto l'imputazione coatta per il reato di cui all'art. 646 c.p.

(Fonte: Diritto e Giustizia)

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