Fallimento: quando si può ritenere applicabile la procedura semplificata di restituzione dei beni?
27 Aprile 2021
La procedura semplificata di restituzione regolata dall'art. 87 bis l.fall. può ritenersi praticabile solo allorquando il diritto reale o di godimento sul bene sia agevolmente riconducibile al richiedente sulla base di una prova evidente e sia riconosciuto dal curatore e dal comitato dei creditori. Viceversa, qualora curatore e comitato dei creditori non prestino il loro consenso alla restituzione o il Giudice delegato ritenga il diritto sui beni non facilmente riconoscibile, il terzo richiedente dovrà attivare il procedimento previsto dalla l. fall., art. 103, con le conseguenze che ne derivano sul piano degli accertamenti probatori. Sul tema si è espressa la Suprema Corte con la sentenza n. 10833/21, depositata il 23 aprile.
Il Tribunale di Vibo Valentia respingeva il reclamo proposto, ai sensi dell'art. 26 l.fall. da due soci avverso il provvedimento di diniego della richiesta di restituzione di alcuni beni mobili per le vie brevi ex art. 87-bis l.fall. , emesso dal Giudice delegato del fallimento. Ciò in quanto la richiesta suddetta avrebbe potuto essere coltivata in sede di verifica dello stato passivo ai sensi dell'art. 103 l.fall.. I due soci ricorrono quindi in Cassazione lamentando ai sensi dell'art. 360, comma 1, n. 3 c.p.c. la violazione e la falsa applicazione degli artt. 26, 41, 87 bis l.fall e 103 l.fall., nonché dell'art. 111 Cost.. Essi si dolgono dell'affermata inammissibilità del reclamo avverso il provvedimento di rigetto della richiesta di restituzione dei beni mobili con la procedura semplificata prevista dall'aart. 87-bis l.fall
Secondo un orientamento della giurisprudenza ormai consolidato, il ricorso straordinario per cassazione previsto dall'art. 111 Cost., comma 7, è proponibile avverso ogni provvedimento giurisdizionale, anche se emesso in forma di decreto o di ordinanza, che abbia, però, i caratteri della decisorietà e della definitività, e cioè che pronunci, o venga comunque ad incidere, su diritti soggettivi e che, dunque, se fosse sottratto ad impugnazione, arrecherebbe a colui il cui diritto è stato sacrificato un pregiudizio non altrimenti rimediabile (Cass. S.U. n. 2333/1982, Cass. nn. 2755/2002, 16984/2007, 10069/2010, 15949/011, 24155/014, 5738/2019). Nel caso di specie tali caratteri non ricorrono nel provvedimento reso dal Giudice delegato, né il ricorso può essere esaminato al fine di stabilire se sia o meno corretta la statuizione di inammissibilità del reclamo proposto dai ricorrenti contro il suddetto provvedimento, atteso che la pronuncia sull'osservanza che regola il processo non può avere autonoma valenza di provvedimento decisorio e definitivo se privo di tali caratteri fondamentali (Cass. n. 3073/2003, nn. 15341 e 17917/2012, n. 14100/2013). La Corte rileva in particolare che «la procedura semplificata di restituzione regolata dalla disposizione in esame può ritenersi praticabile solo allorquando il diritto reale o di godimento sul bene sia agevolmente riconducibile al richiedente sulla base di una prova evidente e sia riconosciuto dal curatore e dal comitato dei creditori. Viceversa, qualora curatore e comitato dei creditori non prestino il loro consenso alla restituzione o il g.d. ritenga il diritto sui beni non facilmente riconoscibile, il terzo richiedente dovrà attivare il procedimento previsto dalla L. fall., art. 103, con le conseguenze che ne derivano sul piano degli accertamenti probatori». E conclude sottolineando che «risulta dunque evidente che il provvedimento di rigetto reso ai sensi dell'art. 87 bis cit. - che non preclude all'istante di ottenere la medesima tutela nella diversa sede della verifica del passivo, tramite la domanda di cui alla L. Fall., art. 103 e che pertanto non ha attitudine ad acquistare efficacia di giudicato (endofallimentare) in ordine all'insussistenza del diritto reale o personale da questi vantato sui beni di cui chiede la restituzione - non ha natura decisoria nè definitiva. Ad identica conclusione deve giungersi, peraltro, anche nell'ipotesi in cui l'istanza ex art. 87 bis l.fall venga accolta, atteso che proprio le sopra descritte caratteristiche strutturali dello speciale procedimento previsto dalla norma (necessità del consenso del curatore e del comitato dei creditori; chiara riconoscibilità del diritto alle restituzioni; deroga espressa al regime probatorio ordinario per l'accertamento del diritto; semplificazione delle forme) depongono tutte nel senso di far ritenere il provvedimento assimilabile a quelli cautelari di cui all'art. 669 octies c.p.c., comma 6, i quali, benché volti ad un accertamento provvisorio e non definitivo dei diritti controversi e privi di attitudine al giudicato, sono tuttavia idonei ad anticipare gli effetti della sentenza di merito».
Per questi motivi la Suprema Corte dichiara inammissibile il ricorso e compensa le spese processuali.
Fonte: www.dirittoegiustizia.it
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