Possibile la notifica di atti a mezzo PEC al difensore domiciliatario che abbia rinunciato al mandato

Redazione scientifica
22 Maggio 2020

Si possono notificare atti a mezzo PEC al difensore domiciliatario che abbia rinunciato al mandato (o al quale sia stato revocato), nel caso in cui non sia intervenuta una modifica della domiciliazione. Il domiciliatario, infatti, rientra tra le persone diverse dall'imputato nei cui confronti è permessa la notificazione a mezzo PEC.

Poiché la Corte d'Appello ha dichiarato inammissibile il gravame proposto avverso la sentenza con cui il Tribunale aveva sancito la responsabilità dell'imputato in ordine al reato di cui all'art. 517 c.p., questi propone ricorso in Cassazione per mezzo del proprio difensore lamentando che la notificazione dell'estratto contumaciale della sentenza sia stata effettuata a mezzo PEC presso il domicilio eletto del precedente difensore a cui era stato revocato il mandato ma non la qualità di domiciliatario.

La Cassazione ribadisce che la nomina del difensore, l'elezione di domicilio e le rispettive revoche, rispondono a scopi diversi e, di conseguenza, la revoca dell'una non comporta anche la revoca dell'altra. Dunque, il venir meno delle qualità di difensore presso il quale sia stato eletto domicilio, non fa cessare in automatico gli effetti dell'elezione. Nel caso di specie, pertanto, la notifica all'imputato dell'estratto contumaciale delle sentenza è stata correttamente effettuata.
In proposito, la Cassazione richiama il principio secondo cui «è consentita la notificazione di atti a mezzo fax o a mezzo PEC al difensore domiciliatario dell'imputato, che abbia rinunciato al mandato (o al quale sia stato revocato il mandato difensivo), nel caso in cui non sia intervenuta una modifica della domiciliazione, in quanto la nomina del difensore, l'elezione di domicilio e le rispettive revoche hanno oggetto e finalità diverse; il domiciliatario, ex lege o elettivo, infatti, rientra tra le persone diverse dall'imputato nei cui confronti, ai sensi dell'art. 16, c. 4, d.l. n. 179 del 2012, è permessa la notificazione a mezzo posta elettronica certificata». Pertanto, la Suprema Corte dichiara inammissibile il ricorso.

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