Il ripristino dei finanziamenti-ponte nel primo Correttivo al Codice della crisi
01 Aprile 2020
L'art. 15 dello Schema di Correttivo al Codice della crisi approvato dal Consiglio dei Ministri il 13 febbraio 2020 introduce, all'art. 99, comma 5, del Codice, la previsione, già contenuta nell'articolo 182-quater, secondo comma, della legge fallimentare, secondo la quale fruiscono della prededucibilità anche i finanziamenti erogati in funzione della presentazione della domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo o della domanda di omologazione di accordi di ristrutturazione dei debiti, qualora i finanziamenti siano previsti dal relativo piano e purché, in caso di concordato preventivo, la prededuzione sia espressamente disposta nel provvedimento con cui il tribunale accoglie la domanda di ammissione al concordato ovvero, in caso di accordi di ristrutturazione, purché essi siano omologati. Per comprendere il senso della modifica conviene ricordare che la legge fallimentare disciplina attualmente 6 diversi tipi di finanziamenti:
Il Codice della crisi ha dimezzato queste tipologie accorpandone le discipline ed eliminando la prima. In particolare:
Conviene ricordare poi, quanto, in particolare, ai finanziamenti interinali disciplinati dall'art. 99, che il ricorso deve specificare la destinazione dei finanziamenti, che il debitore non è in grado di reperirli altrimenti ed indicare le ragioni per cui l'assenza di tali finanziamenti determinerebbe grave pregiudizio per l'attività aziendale o per il prosieguo della procedura. Il ricorso deve essere accompagnato dalla relazione di un professionista indipendente, che attesti la sussistenza dei requisiti di cui al comma 1, nonché che i finanziamenti sono funzionali alla migliore soddisfazione dei creditori. La relazione non è necessaria quando il tribunale ravvisi l'urgenza di provvedere (cd. finanziamenti urgenti) per evitare un danno grave ed irreparabile all'attività aziendale. Il tribunale, assunte sommarie informazioni, sentito il commissario giudiziale e, se lo ritiene opportuno, sentiti senza formalità i principali creditori, decide in camera di consiglio con decreto motivato entro dieci giorni dal deposito dell'istanza di autorizzazione. Il tribunale può autorizzare il debitore a concedere pegno o ipoteca o a cedere crediti a garanzia dei finanziamenti autorizzati. A tutela della massa dei creditori, la norma prevede infine che, in caso di successiva apertura della procedura di liquidazione giudiziale, i finanziamenti autorizzati non beneficiano della prededuzione quando risulta congiuntamente che:
a) il ricorso o l'attestazione di cui al comma 3 contengono dati falsi ovvero omettono informazioni rilevanti o comunque quando il debitore ha commesso altri atti in frode ai creditori per ottenere l'autorizzazione; b) il curatore dimostra che i soggetti che hanno erogato i finanziamenti, alla data dell'erogazione, conoscevano le circostanze di cui alla lettera a).
Ebbene, il Correttivo impone ora di applicare tali disposizioni anche ai finanziamenti-ponte, quelli, cioè, che dovrebbero servire per sostenere i costi necessari alla prosecuzione dell'impresa prima ed in vista dell'accesso alle procedure di composizione della crisi, ma in tal modo riproponendo le problematiche che già si erano poste in sede di applicazione della norma fallimentare che li ha previsti, a causa della sua formulazione ambigua (su cui v. già Lamanna, La legge fallimentare dopo il “Decreto sviluppo”, in Il civilista, Milano, 2012, 24). La norma, infatti, nel riferirsi ad essi, laddove attribuisce la prededucibilità ai finanziamenti erogati in funzione della presentazione delle domande, non ha mai dato alcuna sicurezza alle banche e agli altri enti finanziatori in ordine all'effettiva attribuzione di tale beneficio, visto che lo ha condizionato ad un evento futuro ed incerto, vale a dire all'omologa degli accordi o all'espresso riconoscimento della prededuzione, effettuato soltanto ex post, da parte del tribunale, nel provvedimento di accoglimento della domanda di ammissione al concordato preventivo.
La reintroduzione dunque dei finanziamenti-ponte appare più un ossequio a ragioni sistematico-teoriche che la realizzazione di una concreta utilità funzionale.
|