La comunicazione della sentenza a mezzo PEC non è idonea a far decorrere il termine per impugnare

Redazione scientifica
03 Aprile 2019

La Cassazione ribadisce che, alla luce del principio secondo cui la notificazione della sentenza non ammette equipollenti ai fini del decorso del termine di cui all'art. 325 c.p.c., la comunicazione della sentenza integrale a mezzo PEC da parte della cancelleria ai difensori è inidonea a far decorrere il termine per impugnare.

Il caso. In un contenzioso vertente sulla richiesta di adeguamento della borsa di studio percepita dall'attore durante il periodo di specializzazione in chirurgia generale, la Cassazione, in via preliminare, dichiara infondata l'eccezione relativa all'inammissibilità del ricorso per tardività.
In merito alla questione posta dal ricorrente, i Giudici affermano che la comunicazione a mezzo PEC della sentenza conclusiva del giudizio da parte della cancelleria non è idonea a far decorrere il termine di 60 giorni per la proposizione del ricorso per cassazione.

La notificazione della sentenza non ammette atti equipollenti. A tal proposito, la Cassazione ha fissato la regola secondo cui la notificazione della sentenza è un atto che non ammette equipollenti ai fini del decorso del termine c.d. “breve” di cui all'art. 325 c.p.c., pertanto, il semplice fatto che la parte ne abbia avuto mera conoscenza non è sufficiente. Unica eccezione ammessa, secondo la Corte, è quella in cui la parte abbia acquisito conoscenza legale della sentenza con un atto destinato esclusivamente a provocarne l'impugnazione.
I Giudici precisano inoltre che il termine previsto all'art. 325 c.p.c. decorre, per il notificante: dalla notificazione della sentenza compiuta alla controparte ai sensi dell'art. 326 c.p.c., dalla notifica di un'impugnazione inammissibile od improcedibile (ecc..).
Per il riassumente, invece, dalla data della riassunzione dopo che il giudice inizialmente adito abbia declinato la propria giurisdizione in favore di un altro giudice, dalla notifica di un regolamento preventivo di giurisdizione. Per chi l'ha proposta, dalla proposizione di una istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva della sentenza d'appello ex art. 373 c.p.c..

Inidoneità della comunicazione a far decorrere il termine per impugnare. Sulla scorta di tali principi, la Cassazione conclude che la comunicazione della sentenza integrale a mezzo PEC da parte della cancelleria è inidonea a far decorrere il termine di cui all'art. 325 c.p.c., in quanto la comunicazione è un atto che, pur consentendo al destinatario di acquisire la legale conoscenza dell'avvenuto deposito, non è destinato a far decorrere i termini per proporre l'impugnazione.

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