La comunicazione della sentenza a mezzo PEC non è idonea a far decorrere il termine per impugnare
03 Aprile 2019
Il caso. In un contenzioso vertente sulla richiesta di adeguamento della borsa di studio percepita dall'attore durante il periodo di specializzazione in chirurgia generale, la Cassazione, in via preliminare, dichiara infondata l'eccezione relativa all'inammissibilità del ricorso per tardività. La notificazione della sentenza non ammette atti equipollenti. A tal proposito, la Cassazione ha fissato la regola secondo cui la notificazione della sentenza è un atto che non ammette equipollenti ai fini del decorso del termine c.d. “breve” di cui all'art. 325 c.p.c., pertanto, il semplice fatto che la parte ne abbia avuto mera conoscenza non è sufficiente. Unica eccezione ammessa, secondo la Corte, è quella in cui la parte abbia acquisito conoscenza legale della sentenza con un atto destinato esclusivamente a provocarne l'impugnazione. Inidoneità della comunicazione a far decorrere il termine per impugnare. Sulla scorta di tali principi, la Cassazione conclude che la comunicazione della sentenza integrale a mezzo PEC da parte della cancelleria è inidonea a far decorrere il termine di cui all'art. 325 c.p.c., in quanto la comunicazione è un atto che, pur consentendo al destinatario di acquisire la legale conoscenza dell'avvenuto deposito, non è destinato a far decorrere i termini per proporre l'impugnazione. |