La portata della comunicazione telematica proveniente dalla cancelleria

Redazione scientifica
07 Settembre 2018

Le comunicazioni via PEC provenienti dalla cancelleria sono idonee a far decorrere il termine breve di impugnazione e il loro contenuto deve essere aperto ed analizzato dalla parte ricevente.

La comunicazione eseguita dalla cancelleria ha valore di notificazione e fa decorrere il termine dell'impugnazione. In un contenzioso innanzi alla Cassazione relativo alla dichiarazione dello stato di adottabilità di un minore, viene esaminata una questione preliminare.

I Giudici, analizzando la documentazione, rilevano che il cancelliere addetto presso la Corte d'appello ha inviato copia della sentenza impugnata al gestore dei servizi telematici del sistema di posta elettronica certificata del Ministero della Giustizia, ai fini dell'inoltro all'indirizzo PEC del curatore speciale del minore.
Dunque la notifica a mezzo PEC, essendo regolarmente avvenuta, è idonea a fa decorrere il termine breve di impugnazione anche per il notificante. Da ciò consegue che il ricorso per cassazione proposto dal curatore speciale risulta tardivo poiché notificato oltre il termine di 30 giorni dalla notificazione della sentenza di appello.

Onere delle parti di aprire ed esaminare le comunicazioni via PEC. Il ricorrente, tuttavia, ha contestato l'asserita tardività del ricorso, affermando che la comunicazione effettuata dalla Cancelleria della Corte d'appello non ha valore di notificazione (ai sensi dell'art. 17, della l. n. 184/1983) e dunque non fa decorrere il termine per l'impugnazione innanzi alla Corte, essendo la stessa mancante di qualsiasi riferimento esplicito alla natura dell'atto inviato e potendo perciò essere confusa con ogni altra.
In proposito i Giudici precisano che l'argomento del controricorrente risulta infondato in quanto «è sempre onere della parte provvedere ad aprire le comunicazioni di cancelleria che pervengono sull'indirizzo di posta elettronica certificata ed esaminarne il contenuto, proprio come avviene per i plichi contenenti un atto giudiziario prevenuti a mezzo posta ovvero recapitati dall'Ufficiale giudiziario cui non si ipotizza l'invalidità o l'inefficacia qualora non risulti alcuna annotazione sul plico circa la specifica natura dell'atto contenuto al suo interno».
Oltretutto, nel caso di specie, la ricevuta telematica dell'avvenuta notifica riporta nell'oggetto la dicitura deposito sentenza - pubblicazione, consentendo così al destinatario di comprendere in modo inequivocabile la specifica tipologia e finalità della notifica effettuata.
Alla luce di ciò, la Corte dichiara l'inammissibilità del ricorso.

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