Emissione di assegno circolare su richiesta di persona già dichiarata fallita
15 Febbraio 2018
In caso di emissione di assegno circolare su richiesta di persona già dichiarata fallita, l'inefficacia di tale atto, al pari di quella degli atti che determinano la successiva circolazione del titolo di credito - se compiuti in pagamento di un credito o di un debito del fallito - può essere dichiarata, ai sensi dell'art. 44 l. fall., nei confronti di tutti i creditori, ma solo a seguito di azione promossa dal curatore fallimentare, trattandosi di inefficacia relativa.
Il caso. Una S.n.c. veniva dichiarata fallita e, successivamente alla dichiarazione di fallimento, veniva effettuato, a favore di un creditore, un pagamento a mezzo assegno bancario che veniva girato in favore di un secondo creditore. Il Tribunale dichiarava inefficace il pagamento e la Corte d'Appello confermava la decisione di primo grado. Avverso tale provvedimento il creditore proponeva ricorso per cassazione. La S. Corte ha deciso che, in difetto dell'azione promossa dal curatore, la banca non può sottrarsi al pagamento dell'assegno circolare, invocando l'inopponibilità alla procedura concorsuale dei trasferimenti per girata del titolo.
Inefficacia del pagamento ed azione del curatore. L'azione promossa dal curatore ai sensi dell'art. 44, comma 2, l. fall., volta ad ottenere la dichiarazione d'inefficacia del pagamento effettuato mediante assegno emesso in favore del fallito dopo la dichiarazione del fallimento, non è impedita dall'azione esperibile nei confronti del terzo giratario, in quanto implica un diverso fondamento: il fatto che sia revocabile anche l'atto di circolazione del titolo, o il pagamento conseguente, non rileva in quanto sottende un'altra obbligazione. La duplicità delle azioni riflette, cioè, la duplicità delle situazioni giuridiche, poichè la prima suppone la dichiarazione di inefficacia del pagamento eseguito a beneficio del fallito, che non possiede effetto liberatorio del debito dell'emittente (art. 44, comma 1, l.fall.), mentre la seconda attiene al pagamento eseguito dal fallito nei confronti del terzo, che è revocabile in quanto atto solutorio inefficace rispetto ai creditori (art. 44, comma 1, l.fall.). |