Esdebitazione e termine annuale di decadenza
05 Febbraio 2018
Il termine annuale di decadenza ex art. 143 l.fall. - per chiedere l'esdebitazione - decorre dal momento in cui il decreto di chiusura diviene efficace, ossia da quando esso diviene inoppugnabile? In caso affermativo, qualora il decreto di chiusura del fallimento non sia stato notificato al debitore, il termine decorre decorsi 90 giorni dal deposito del provvedimento in cancelleria (combinato disposto artt. 119 e 26, comma 4, l.fall.)?
Come noto l'art. 143 l.fall. dispone che, verificate le condizioni di cui all'articolo 142 e tenuto altresì conto dei comportamenti collaborativi del debitore fallito, sentito il curatore ed il comitato dei creditori, il Tribunale, con il decreto di chiusura del fallimento, dichiara inesigibili nei confronti del fallito medesimo i debiti concorsuali non soddisfatti integralmente. Qualora invece il Tribunale non provveda in merito, il debitore stesso potrà chiedere l'esdebitazione entro il termine decadenziale di un anno dal decreto di chiusura. Occorre dunque stabilire da quando decorre il termine decadenziale di un anno dal decreto di chiusura, soccorrendo, alla soluzione del quesito, l'art. 119 l.fall. laddove stabilisce, al quarto comma, che “il decreto di chiusura acquista efficacia quando è decorso il termine per il reclamo, senza che questo sia stato proposto, ovvero quando il reclamo è definitivamente rigettato”, ovvero, dal giorno in cui detto decreto diviene inoppugnabile per essere decorso il termine per il reclamo ex art. 26 l.fall., oppure allorquando il reclamo sia stato definitivamente rigettato. È stato altresì chiarito che, per non incorrere nella decadenza, occorre solo che il ricorso di esdebitazione ex art 143 l.fall. sia depositato dal fallito in Tribunale e non anche notificato con il pedissequo decreto di fissazione dell'udienza (si veda, in dottrina, O. Cagnasso, L. Panzani, “Crisi d'Impresa e Procedure Concorsuali” in Utet, Primo Tomo). In caso poi di chiusura della procedura con giudizi pendenti occorre distinguere: nell'ipotesi in cui alla chiusura della procedura non sia stato possibile fare la richiesta di esdebitazione, per mancanza dei requisiti previsti dall'art. 142 l.fall., ma ciò divenga possibile in esecuzione dei riparti discendenti dalla chiusura dei giudizi pendenti, l'art. 118 al secondo comma prevede che “il debitore può chiedere l'esdebitazione nell'anno successivo al riparto che lo ha determinato”.
Si assiste, quindi, nel solo caso di chiusura della procedura con giudizi pendenti, alla possibilità per il debitore fallito (che non abbia già potuto chiedere di essere ammesso al beneficio dell'esdebitazione, per mancanza dei presupposti indicati all'art. 142 l.fall. con il decreto di chiusura della procedura) di poter chiedere l'esdebitazione entro un anno dal deposito del riparto successivo alla chiusura della procedura, in esecuzione del quale siano sorti i presupposti ex art. 142 l.fall.. Per rispondere poi alla seconda parte del quesito avente ad oggetto il decorso del termine annuale entro cui il debitore fallito potrà chiedere l'esdebitazione, si ritiene che – in tal caso – il termine decorra dalla data in cui il decreto di chiusura viene pubblicato presso il Registro delle Imprese ex art. 17 l.fall. ovvero diviene conoscibile da parte dei possibili interessati, tra cui il debitore fallito. La conoscenza del decreto di chiusura da parte del debitore fallito - così come da parte di ogni altro interessato - viene presunta dalla conoscibilità data dalla pubblicazione sul Registro delle Imprese dello stesso ex art 17 l.fall. da cui decorre, quindi, il termine decadenziale stabilito dall'art. 143 l.fall.: il decreto di chiusura acquisterà efficacia dal momento in cui sarà decorso il termine per il reclamo che decorrerà, in tal caso, dal momento della pubblicazione del decreto ai sensi dell'art 17 l.fall. (oppure, come nel caso sopra visto, dal momento in cui il reclamo - proposto nei termini previsti dall'art. 26 l.fall. decorrenti dal deposito del decreto ex art. 17 l.fall. - è definitivamente rigettato).
La giurisprudenza di merito ha infatti ritenuto che, in caso di mancata notifica del decreto di chiusura al debitore fallito, il termine annuale debba decorrere dalla pubblicazione dello stesso ex art 17 l.fall. “data una lettura costituzionalmente orientata della disposizione di cui all'art. 143 l.f:, laddove - salvaguardandosi il diritto costituzionale di azione e difesa ex art. 24 Cost.- non può consentirsi che il termine decorra per il fallito da un evento del tutto ignoto, quale il deposito del decreto di chiusura, in quanto atto interno alla procedura fallimentare, benché astrattamente conoscibile dal fallito, avendo questi accesso agli atti del procedimento fallimentare (secondo l'attuale disposizione di cui all'art. 90, comma 2, l.f.), non essendo immaginabile un costante monitoraggio della procedura fallimentare da parte del fallito per verificare la data di chiusura del medesimo; ritenuto, pertanto, che il termine deve decorrere da un momento dal quale il decreto di chiusura deve ritenersi potenzialmente conoscibile dal fallito, momento che decorre dalla pubblicazione ex art. 17 l.F. del decreto di chiusura disposta a termini dell'art. 119 L.F.” (Tribunale di Milano, sez. II, 17/07/2012, ud. 12/07/2012, dep.17/07/2012, n. 2826), precisandosi peraltro che la fattispecie, ratione temporis, si riferisce alla pubblicazione tramite affissione, oggi non più contemplata dall'art. 17 l.fall.. |