La bancarotta tra i reati non punibili per particolare tenuità del fatto

La Redazione
14 Settembre 2015

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 marzo 2015, n. 64 il Decreto legislativo 16 marzo 2015, n. 28 “Disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto, a norma dell'art. 1, comma 1, lett. m) della L. 67/2014”.

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 marzo 2015, n. 64 il Decreto legislativo 16 marzo 2015, n. 28 “Disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto, a norma dell'art. 1, comma 1, lett. m) della L. 67/2014”.

Viene così introdotto nel codice penale l'art. 131-bis il quale sancisce l'esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto.

Due sono i requisiti richiesti dalla norma affinché possa operare l'esclusione di punibilità. Il primo riguarda la pena comminata dalla legge in relazione alla fattispecie di reato: deve essere, infatti, prevista la pena detentiva non superiore nel massimo a cinque anni, ovvero la pena pecuniaria (sola o congiunta alla pena detentiva).

Il secondo riguarda le modalità della condotta nonché l'esiguità dell'offesa arrecata: dispone infatti l'art. 131-bis che “la punibilità è esclusa quando, per le modalità della condotta e per l'esiguità del danno o del pericolo valutate ai sensi dell'art. 133, comma 1, l'offesa è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale”.
Dal 2 aprile prossimo, data di entrata in vigore del decreto, potrà quindi escludersi la punibilità per i reati di bancarotta semplice, per i quali l'art. 217 l. fall. prevede la reclusione da sei mesi a due anni, ovvero per il reato di ricorso abusivo al credito, la cui pena comminata dalla legge, all'art. 218 l. fall., è la reclusione da sei mesi a tre anni.
Tra i reati societari rientrano nella norma anche il falso in bilancio, impedito controllo alla formazione fittizia del capitale, aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza pubblica.

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