Gli effetti del concordato preventivo liquidatorio, nell'ambito della procedura che interessa una società di persone, si estendono anche ai soci illimitatamente responsabili, posto che nel piano concordatario si devono indicare tutti i beni dei soci, ex art. 147 l. fall., ed i relativi debiti personali?
RIFERIMENTI NORMATIVI – L'art. 147 l. fall., rubricato “Società con soci a responsabilità limitata” dispone che “La sentenza che dichiara il fallimento di una società appartenente ad uno dei tipi regolati nei capi III, IV e VI del titolo V del libro quinto del codice civile, produce anche il fallimento dei soci, pur se non persone fisiche, illimitatamente responsabili.
Il fallimento dei soci di cui al comma primo non può essere dichiarato decorso un anno dallo scioglimento del rapporto sociale o dalla cessazione della responsabilità illimitata anche in caso di trasformazione, fusione o scissione, se sono state osservate le formalità per rendere noti ai terzi i fatti indicati. La dichiarazione di fallimento è possibile solo se l'insolvenza della società attenga, in tutto o in parte, a debiti esistenti alla data della cessazione della responsabilità illimitata.
Il tribunale, prima di dichiarare il fallimento dei soci illimitatamente responsabili, deve disporne la convocazione a norma dell'art. 1 l.fall.
Se dopo la dichiarazione di fallimento della società risulta l'esistenza di altri soci illimitatamente responsabili, il tribunale, su istanza del curatore, di un creditore, di un socio fallito, dichiara il fallimento dei medesimi.
Allo stesso modo si procede, qualora dopo la dichiarazione di fallimento di un imprenditore individuale risulti che l'impresa è riferibile ad una società di cui il fallito è socio illimitatamente responsabile.
Contro la sentenza del tribunale è ammesso reclamo a norma dell'articolo 18.
In caso di rigetto della domanda, contro il decreto del tribunale l'istante può proporre reclamo alla corte d'appello a norma dell'articolo 22”.
L'art. 184 l. fall., rubricato “Effetti del concordato per i creditori” dispone che “Il concordato omologato è obbligatorio per tutti i creditori anteriori alla pubblicazione nel registro delle imprese del ricorso di cui all'articolo 161. Tuttavia essi conservano impregiudicati i diritti contro i coobbligati, i fideiussori del debitore e gli obbligati in via di regresso.
Salvo patto contrario, il concordato della società ha efficacia nei confronti dei soci illimitatamente responsabili”.
OSSERVAZIONI – Per rispondere al quesito occorre, anzitutto, prendere le mosse dalla disciplina giuridica inerente la società di persone, in punto di regime di responsabilità dei relativi soci.
In particolare, gli artt. 2291 e 2318 c.c., dispongono che i soci illimitatamente responsabili delle società di persone rispondono solidalmente ed illimitatamente per le obbligazioni sociali assunte dalla società.
Contestualmente, in ambito fallimentare, l'art. 147, comma 1, l. fall. prevede l'estensione degli effetti della sentenza di fallimento anche ai soci, illimitatamente responsabili, della società fallita.
Dal parallelismo delle disposizioni dettate in materia fallimentare e da quelle sostanziali di cui agli artt. 2291 e 2318 c.c., parte della dottrina (Satta, 96, 415; in tal senso cfr. anche Provinciali, 74, IV, 2223) e un orientamento, per vero risalente, della giurisprudenza di legittimità, ritenevano che gli effetti del concordato preventivo di una società ammessa alla procedura concorsuale si estendevano anche ai soci, onde evitare che il patrimonio personale degli stessi venisse distratto dalla garanzia dell'adempimento di quanto concordato nel piano di risanamento (Cass. 28 marzo 1987, n. 3037; Cass. 12 aprile 1984, n. 2359).
Tuttavia, sul punto, sono intervenute le riforme del 2006, 2007 e 2012 (D.Lgs. 2 febbraio 2006, n. 40, D.Lgs. 12 settembre 2007, n. 169 e L. 7 agosto 2012, n. 134), le quali hanno modificato e innovato proprio la materia oggetto del presente quesito.
Il Legislatore con le novelle, prima, del 2006 e 2007, e, poi, con la legge del 2012, ha precisato che l'art. 147 l. fall. è norma speciale, il cui effetto estensivo è applicabile solo con riguardo alla sentenza di fallimento.
Sicché, nell'ambito del concordato preventivo, non si applica il disposto dell'art. 147 l. fall., ma trova applicazione l'art. 184 l. fall., il quale, al comma 2, estende ai soci illimitatamente responsabili l'efficacia del concordato preventivo, relativamente alla sola efficacia esdebitatoria del concordato per i medesimi soci.
La norma non sancisce un'estensione della procedura concorsuale tout court ai soci, ma semplicemente una estensione, a favore di questi ultimi, degli effetti esdebitatori dei rapporti obbligatori sociali.
In quest'ottica va letto il comma 2 dell'art. 184 l. fall., per il quale, sebbene i soci non siano coinvolti nel concordato della società, il pagamento parziale dei creditori sociali effettuato nel concordato ha effetto esdebitatorio per la società ed anche per i soci, i quali, quindi, dopo l'adempimento del concordato, non possono essere più chiamati a rispondere dei debiti residui della società.
Da ciò ne discende che, proprio perché l'effetto del concordato è liberatorio anche nei confronti dei soci, questi, in pendenza della procedura concorsuale, non possono essere escussi dai creditori sociali.
A conferma, si rileva che la Suprema Corte, proprio avendo riguardo agli effetti del concordato preventivo, ha statuito che “La procedura di concordato preventivo non si applica ai soci illimitatamente responsabili di una società di persone. Sia essi che il loro patrimonio personale restano pertanto estranei alla stessa” (Cass. 8 giugno 2012, n. 9373; in senso conforme cfr. Cass. 29 dicembre 2011, n. 29863; Cass. 30 agosto 2001, n. 11343; Cass. 1 luglio 1992, n. 8097; Cass. 3 aprile 1987, n. 3229).
Ovviamente è ben possibile che il patrimonio personale dei soci, o parte di esso, venga messo a disposizione per la pianificazione del concordato preventivo, con la conseguenza che i creditori sociali, nell'inadempienza della società ammessa alla procedura concorsuale, possano aggredire i predetti beni, a patto che: (i) l'esecuzione sia limitata alla falcidia concordataria pattuita e che (ii) l'azione venga esperita solo dopo la preventiva escussione del patrimonio sociale.
Aderendo all'argomentazione sopraesposta, caldeggiata altresì dalla recente giurisprudenza di legittimità, si ritiene che gli effetti del concordato preventivo della società non si estendano anche ai soci illimitatamente responsabili e che il concordato preventivo non coinvolga anche il patrimonio personale di questi, se non nei ristretti limiti dettati dall'art. 184, comma 2, l. fall. (limitazione alla sola efficacia esdebitatoria).