Processo penale telematico: fax e PEC non sono riconosciuti come mezzi di impugnazione

Redazione scientifica
07 Novembre 2015

La Suprema Corte ha respinto il ricorso di un PM che ha chiesto il riconoscimento della legittimità di un'impugnazione effettuata tramite PEC e via fax.

Il caso. Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vasto ha proposto ricorso per cassazione contro l'ordinanza del Tribunale del Riesame che dichiarava inammissibile l'appello presentato dallo stesso sulla richiesta di applicazione di una misura cautelare.
Il ricorrente ha chiesto il riconoscimento della legittimità della procedura d'impugnazione da lui effettuata tramite PEC, con firma digitale depositata, e via fax.


Il fax e la PEC non sono riconosciuti dalla legge come mezzi per l'impugnazione. Già in precedenza, il Gip aveva rigettato la richiesta del pubblico ministero chiarendo come l'impugnazione effettuata con tali mezzi non è riconosciuta dalla legge, e pertanto non può essere considerata lecita.
Anche la Suprema Corte, ribadendo che sia il fax, che la PEC garantiscono solo la provenienza del file dal servizio amministrativo che lo spedisce, ritiene che essi non possono essere considerati come mezzi per proporre impugnazione, data anche la presenza di altri strumenti e forme tassative riconosciute, al contrario, dalla legge.
Per questi motivi, il ricorso del PM viene rigettato.

Tratto da www.dirittoegiustizia.it

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