Notifica effettuata presso la Cancelleria anziché all'indirizzo PEC: nullità o inesistenza?

Redazione scientifica
07 Agosto 2017

Secondo la Cassazione non può considerarsi inesistente la notifica effettuata, in violazione dell'art. 16-sexies, comma 4, d.l. n. 179/2012, presso la Cancelleria e non all'indirizzo PEC del destinatario.

Il caso. Parte soccombente ha presentato ricorso per cassazione censurando la sentenza del Giudice di secondo grado per aver omesso di pronunciare in ordine all'eccezione d'inesistenza della notificazione dell'atto di appello, in quanto eseguita presso la Cancelleria del Giudice adito invece che presso l'indirizzo PEC del procuratore costituito nel giudizio di primo grado.

La notifica presso la Cancelleria è subordinata all'impossibilità di effettuare quella via PEC. Secondo la Suprema Corte, la sentenza impugnata non ha affatto omesso di pronunciare in ordine all'eccepita irritualità della notificazione ma ne ha espressamente riconosciuto l'invalidità. Nel caso di specie, infatti, deve trovare applicazione l'art. 16-sexies, comma 4, d.l. 179/2012 ai sensi del quale le notificazioni degli atti al difensore possono essere eseguite presso la Cancelleria solo qualora non sia possibile, per causa non imputabile alla parte, effettuare la notifica via PEC, circostanza quest'ultima non dimostrata nella fattispecie in esame.

Non è inesistente la notifica effettuata presso la Cancelleria e non all'indirizzo PEC. Per quanto riguarda, poi, le conseguenze dell'inosservanza di tale norma, la Cassazione ritiene ormai superato l'orientamento di legittimità seguito dal ricorrente (da ultimo, Cass. 30 maggio 2014, n. 12301) secondo cui, poiché non esiste alcun collegamento tra destinatario dell'atto e Cancelleria del giudice adito, l'avvenuta consegna presso la Cancelleria comporterebbe non la nullità ma l'inesistenza della notifica, insuscettibile di sanatoria.

Le Sezioni Unite, infatti, (Cass., S.U., 20 luglio 2016, n. 14916) hanno dichiarato non necessario, in quanto estraneo al modello legale della notificazione, il requisito del collegamento tra il luogo in cui essa è stata effettuata e il destinatario, attribuendo invece rilievo alla sussistenza degli elementi strutturali idonei a rendere riconoscibile l'atto come notificazione. L'inesistenza, quindi, deve ritenersi configurabile, oltre che in caso di totale mancanza materiale dell'atto, in alcune specifiche ipotesi (ad es. attività di trasmissione svolta da un soggetto non qualificato e non dotato, secondo legge, della possibilità giuridica di compiere tale attività) al di fuori delle quali si ricade nella categoria della nullità, sanabile con efficacia ex tunc o per raggiungimento dello scopo o in conseguenza delle rinnovazione della notificazione.

Nella fattispecie in esame, correttamente la sentenza impugnata ha escluso l'inesistenza della notificazione dell'atto di appello: nonostante l'errata individuazione da parte dell'appellante delle modalità di notificazione applicabili, l'avvenuta consegna dell'atto ad opera dell'ufficiale giudiziario competente in forme corrispondenti a quelle consentite da disposizioni tuttora in vigore assicura la riconducibilità del procedimento notificatorio ad uno degli schemi prefigurati dal legislatore, risultando giustificata l'affermazione della nullità della notifica, sanata, con efficacia retroattiva, per effetto della costituzione dell'appellato.

Il ricorso deve, quindi, essere rigettato.

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