Revoca dell'ammissione al concordato preventivo e condotte fraudolente del debitore
12 Dicembre 2016
Non tutte le condotte fraudolente antecedenti alla presentazione della domanda di concordato sono di per sè stesse ostative alla prosecuzione della procedura. I distinguo sono il portato della necessità di armonizzare la norma dell'art. 173, comma 1, l. fall. con la soppressione del requisito della meritevolezza. Tale armonizzazione è stata imposta da una precisa scelta del legislatore, che nel privare il concordato preventivo delle sue caratteristiche di procedura-beneficio alternativa al fallimento ha comunque mantenuto la rilevanza ostativa di fatti quali l'occulatamento di parte dell'attivo e l'esposizione di passività inesistenti, o la commissione di "altri atti di frode".
Nel concordato per cessio bonorum il debitore è tenuto ad assumere un'obbligazione di natura pecuniaria nei confronti dei titolari di un credito chirografario, o di un credito degradato al chirografo. E' stata così introdotta una significativa eccezione al principio dell'atipicità dei contenuti del piano (e della proposta) previsto dall'art. 160, comma 1 lett a) l. fall. Il rispetto della norma di cui all'art. 160, comma 4, l. fall. diviene quindi una vera e propria condizione di ammissibilità della proposta di concordato. Ne consegue che, ove dovesse ritenersi certa l'inidoneità del piano concordatario ad assicurare il pagamento del ceto chirografario nella percentuale minima di legge, la conseguenza non potrebbe essere che l'arresto della procedura per l'acclarata mancanza di una condizione di ammissibilità della proposta di concordato. |