Debito del socio per versamenti ancora dovuti e fallimento della società

07 Gennaio 2014

Fallimento con  socio che non ha versato interamente i decimi della sottoscrizione del capitale sociale. E' possibile presentare al G.D. del fallimento in questione la proposta di ingiunzione di pagamento ex art. 150 l. fall., chiedendo che venga emesso nei confronti del socio decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo ex art. 642 c.p.c.?

Fallimento con socio che non ha versato interamente i decimi della sottoscrizione del capitale sociale. E' possibile presentare al G.D. del fallimento in questione la proposta di ingiunzione di pagamento ex art. 150 l. fall., chiedendo che venga emesso nei confronti del socio decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo ex art. 642 c.p.c.?

PREMESSA - Come noto, nelle società con soci a responsabilità limitata i soci non rispondono oltre i versamenti necessari a coprire l'importo delle azioni o delle quote. In termini generali, i decimi del capitale sociale sottoscritti e non ancora versati danno luogo ad un credito della società nei confronti del socio sottoscrittore che, giova ricordare, rimane responsabile anche nel caso di cessione della partecipazione. Ai sensi degli artt. 2356 (per le s.p.a.) e 2472 (per le s.r.l.) c.c., infatti, nel caso di cessione di azioni o quote non liberate, l'alienante risponde solidalmente con l'acquirente per l'ammontare dei versamenti ancora dovuti per il periodo di tre anni che, nelle società per azioni, decorrono dall'annotazione del trasferimento nel libro soci; nelle s.r.l., invece, dall'iscrizione del trasferimento nel registro delle imprese. In ogni caso, ai sensi del secondo comma dei citati articoli, il pagamento non può essere domandato all'alienante se non dopo che la richiesta al socio moroso sia rimasta infruttuosa.

PROCEDIMENTO EX ART. 150 L. FALL. - Tanto premesso, in presenza di fallimento di società con soci a responsabilità limitata creditrice verso i medesimi per i versamenti ancora dovuti, l'art. 150, comma 1, l. fall., consente al giudice delegato, su proposta del curatore fallimentare, di ingiungere con decreto ai soci ed ai precedenti titolari delle azioni o delle quote di eseguire i versamenti ancora dovuti, anche se non sia scaduto il termine stabilito per il pagamento; decreto avverso il quale è ammessa opposizione (art. 150, comma 2, l. fall.).
Al riguardo, giova far presente che il provvedimento emesso dal giudice delegato ha natura di decreto ingiuntivo ordinario e, come tale, è opponibile ai sensi dell'art. 645 c.p.c. - mediante notifica alla curatela di un atto di citazione in opposizione - ed è parimenti dichiarabile provvisoriamente esecutivo. Essendo soggetto alle norme del procedimento ordinario, il decreto ingiuntivo di cui all'art. 150 l. fall. non è quindi impugnabile con il rimedio di carattere generale contro gli atti del giudice delegato previsto dall'art. 26 l. fall.
Dalla lettura dell'art. 150 si evince altresì, in primo luogo, che a base del decreto ingiuntivo non si pone un ricorso del tenore di quello stabilito dall'art. 633 c.p.c., ma piuttosto una semplice proposta del curatore fallimentare; proposta che può essere avanzata anche se non sia scaduto il termine previsto per il versamento dei decimi residui. In secondo luogo, che l'azione monitoria può essere esperita da parte della curatela non soltanto nei confronti di coloro che rivestono la qualità di soci, ma anche verso i precedenti titolari delle azioni o delle quote societarie, non trovando applicazione, nel caso di specie, il beneficio della preventiva escussione dell'acquirente di cui ai già citati artt. 2356 e 2472 c.c. (sul punto, cfr. Trib. Torino 26 settembre 2006, in Giur. it., 2007, 8 s.; Trib. Napoli 21 giugno 1996, in Fall., 1996, 1242; Trib. Genova 4 aprile 1989, in Fall., 1989, 1231).

CONCLUSIONI – In conclusione, ove la società fallita vanti un credito verso i soci per versamenti ancora dovuti, il curatore fallimentare - senza l'assistenza di un difensore - può richiedere al giudice delegato, ai sensi dell'art. 150 l. fall. l'emissione di un decreto ingiuntivo nei confronti, indistintamente, dei soci o dei precedenti titolari delle azioni o quote. Contro tale decreto, per il quale può essere concessa la provvisoria esecutorietà ex art. 642 c.p.c., è possibile presentare opposizione, circostanza nella quale, tuttavia, diviene necessaria per la curatela l'assistenza di un difensore se intenda costituirsi (Trib. Torino 19 giugno 1981, in Giur. comm., 1982, II, 349; Trib. Milano 20 novembre 1975, in Dir. fall., 1976, II, 412).

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