Ove il Curatore proceda a riparto parziale e siano state proposte opposizioni al passivo contro un provvedimento di esclusione parziale del credito, la parte di credito che era stata ammessa:
a) va pagata in prededuzione?
b) vanno accantonate somme?
c) anche per la parte di credito che era stata ammessa vale l'art. 113, comma 1, n. 2, l. fall. cosicché in assenza di misure cautelari la parte di credito ammessa non va né pagata né accantonata?
A favore di a) milita l'esecutorietà dello stato passivo, sempre che l'opposizione non la sospenda con riferimento a tutto il provvedimento, sia quello di ammissione parziale che quello di esclusione;
a favore di b) milita la prudenza;
a favore di c) milita la lettura dell'art. 113 l. fall. citato.
Innanzitutto va rilevato che dal quesito non emerge come sia stata ammessa la parte di credito non contestata (ammissione prededucibile? privilegiata?), questo al fine di comprendere il motivo per cui il proponente il quesito chiede se per la parte di credito ammessa deve essere effettuato il pagamento in prededuzione. In ogni caso va tenuto presente che anche nel riparto parziale deve essere rispettato l'ordine dei privilegi previsto dall'art. 2755 e ss. c.c. e ovviamente il rango del credito secondo l'ammissione già disposta.
RIFERIMENTI NORMATIVI - Art. 98 l. fall. (opposizione allo stato passivo), art. 113 l. fall. (ripartizioni parziali), art. 2755 e ss. c.c. (ordine dei privilegi). Dalla lettura dell'art. 113 l. fall. emerge che nessun accantonamento è previsto per l'intero credito escluso oggetto di opposizione per il quale non sia stata emessa alcuna decisione ex artt. 98 e 99 l. fall. al momento della formazione del progetto di riparto parziale.
LA SPIEGAZIONE DELLA DOTTRINA - La previsione di “accantonamento di somma” dettata dall'art. 113 l. fall. designa l'operazione con la quale in Giudice Delegato non mette a disposizione tutte le somme ripartibili, ma predispone un accantonamento in vista di una erogazione successiva. L'istituto dell'accantonamento contempera sia l'esigenza connessa al procedimento fallimentare di procedere senza sospensioni alla ripartizione delle somme disponibili , sia la contrapposta esigenza di non pregiudicare crediti che si trovano in una situazione processuale tale da non consentirne l'immediato soddisfacimento.
Una parte della dottrina afferma che le motivazioni e la percentuale di accantonamento previsto dall'art. 113 l. fall. sia vincolante e quindi verrebbe esclusa la possibilità per il Giudice Delegato di disporre accantonamenti a favore di creditori che abbiano proposto opposizione ex art. 98 l. fall. (dato che non è espressamente prevista la fattispecie nell'art. 113 l. fall.); altri, invece, ritengono che la norma stabilisca in modo predeterminato la sola misura minima dell'accantonamento e, pertanto, l'eventuale decisione di accantonare somme maggiori, anche per garantire il pagamento di crediti sub judice che potrebbero essere ammessi allo stato passivo successivamente all'esecuzione del riparto, viene lasciata alla discrezionalità del Giudice Delegato.
L'art. 113, n. 2, l. fall. evidenzia una particolare categoria di creditori per i quali è previsto l'accantonamento: i creditori opponenti per i quali siano state disposte misure cautelari.
Con la riforma della legge fallimentare appare poco significativa questa categoria di creditori; il tribunale provvede in via definitiva sull'opposizione con decreto motivato entro 60 gg. dall'udienza o dalla scadenza del termine assegnato per eventuali memorie. Pertanto, essendo stata esclusa la possibilità di provvedimenti cautelari temporanei, quali l'ammissione in via provvisoria, il punto 2) dell'art. 113 l. fall. dovrebbe riferirsi a vere e proprie misure cautelari, perché altrimenti la norma rimarrebbe priva di contenuto.
Data però la speditezza del giudizio di opposizione, si deve ritenere di difficile realizzazione l'ipotesi sopra detta.
LE MOTIVAZIONI DELLA GIURISPRUDENZA - Essendo l'elenco previsto dall'art. 113 l. fall., tassativo, si nega il diritto all'accantonamento al creditore escluso che abbia proposto opposizione (Cass. civ., Sez. I, 24 maggio 2004, n. 9901). La sentenza citata evidenzia che il creditore non ammesso al passivo, pur potendo, come ogni altro interessato, presentare osservazioni al piano di riparto e potendo giovarsi dell'accantonamento generico e di quegli altri che il giudice delegato può disporre prudenzialmente, non ha tuttavia diritto ad un accantonamento specifico.
Tuttavia questo orientamento vale per l'esclusione integrale, non per quella parziale. In quest'ultimo caso, infatti, una parte del credito risulta già ammessa e, in mancanza di impugnazioni di altri creditori o del curatore, il provvedimento è definitivo (l'opposizione riguardando solo la parte esclusa).
Risulta pertanto ragionevole ritenere quanto segue:
1) per la somma non contestata e già ammessa, si può procedere al pagamento in sede di riparto parziale tenendo in considerazione il rispetto dell'ordine dei privilegi;
2) per la somma contestata non c'è obbligo né diritto di accantonamento, ma tutt'al più il Giudice Delegato potrebbe procedere con un accantonamento in via prudenziale fino all'esito del giudizio di opposizione.