Accertamento della natura privilegiata del credito nel concordato preventivo

21 Gennaio 2013

In caso di concordato preventivo omologato, il creditore che non ha visto riconoscersi la natura privilegiata del proprio credito, come può ottenere tutela? Deve agire con un giudizio ordinario d'accertamento della natura del proprio credito? Qual è il tribunale competente? Quali sono i termini da rispettare?

In caso di concordato preventivo omologato, il creditore che non ha visto riconoscersi la natura privilegiata del proprio credito, come può ottenere tutela? Deve agire con un giudizio ordinario d'accertamento della natura del proprio credito? Qual è il tribunale competente? Quali sono i termini da rispettare?

QUADRO NORMATIVO - Mentre nella procedura di fallimento è previsto uno specifico procedimento per l'accertamento del passivo e in forza dell'art. 98 l. fall. si consente anche di proporre opposizione al decreto che rende esecutivo lo stato passivo, nel concordato preventivo non è disciplinato un analogo meccanismo. Risulta opportuno ricordare come nell'ambito della procedura di concordato preventivo il debitore ha l'onere di produrre, insieme alla domanda di concordato, l'elenco dei creditori sottoposto alla verifica del commissario giudiziale. Infatti, come afferma l'art. 171 l. fall., questi deve procedere alla verifica dell'elenco dei creditori e dei debitori con la scorta delle scritture contabili, apportando le necessarie rettifiche nel senso che possono essere inseriti debiti non presenti nella contabilità o nell'elenco, ma di cui il commissario abbia avuto conoscenza.
Tuttavia, i creditori non sono sprovvisti di tutela, in quanto ciascun creditore può sollevare contestazioni sui crediti alle quali il debitore può replicare. Ai creditori è sì riconosciuta facoltà di opposizione, in sede di omologazione del concordato, ma possono opporsi solo se la loro ammissione influisce sulla formazione della maggioranza. Ciò si evince dal combinato disposto degli artt. 175 e 176 l. fall., dai quali si ricava che le contestazioni sono decise provvisoriamente dal giudice delegato prima della votazione, al solo fine del voto e del calcolo delle maggioranza, senza però che ciò pregiudichi le pronunce definitive sulla sussistenza dei crediti stessi.

LA DIFFERENZA CON IL FALLIMENTO - Dal quadro normativo su delineato emerge che nel concordato preventivo manca un'udienza di verifica dello stato passivo analoga a quella prevista per il fallimento, durante la quale i crediti vengono ammessi dal giudice delegato su proposta del curatore. Dunque, nella procedura concordataria la verifica da parte del commissario giudiziale dell'elenco dei creditori non assume un carattere giurisdizionale inerente l'accertamento dell'esistenza e della natura delle obbligazioni concorsuali, rivestendo invece natura amministrativa funzionale a individuare i soggetti provvisti di diritto di voto per il calcolo della maggioranza ai fini dell'approvazione del concordato (cfr. Cass. n. 2104/2002; Cass. n. 4446/1993).
Di conseguenza, l'iscrizione del credito ad iniziativa del debitore nell'elenco ai sensi del su richiamato art. 171 l. fall. non comporta nessun riconoscimento, tanto meno preclude la successiva ed eventuale contestazione giudiziaria. Neppure il giudizio di omologazione implica una decisione in relazione ai crediti, in quanto risulta diretto unicamente a vincolare il contenuto del piano presentato dal debitore e sottoposto al voto delle classi dei creditori.
Qualora sorga una contestazione sul mancato riconoscimento della natura privilegiata di un credito (come anche in caso di questione relativa all'an o al quantum del credito) il creditore ha l'onere di esperire un ordinario processo di cognizione. Il giudice delegato, tuttavia, ai sensi dell'art. 176 l. fall., può ammettere, come detto, provvisoriamente in tutto o in parte i crediti oggetto di contestazione, ma esclusivamente per consentire il voto all'adunanza dei creditori e il calcolo delle maggioranze e senza che ciò pregiudichi le pronunzie definitive sulla sussistenza dei crediti stessi (si veda in proposito decr. Trib. Firenze, 9 maggio 2012). È peraltro ampiamente maggioritario l'orientamento che non ritiene il giudice delegato vincolato dal riconoscimento del credito da parte del debitore, quale effetto delle deduzioni della parte, in quanto il giudice può accertare esclusivamente la legittimazione al voto dei creditori e la correttezza nella formazione delle classi.

PROPOSIZIONE DEL GIUDIZIO ORDINARIO - Quindi, al fine di vedere formalmente riconosciuto il proprio credito, nel caso in cui non sia stato incluso nell'elenco nominativo del debitore o non ne sia stata riconosciuta la natura privilegiata, il creditore può ricorrere al giudizio contenzioso davanti al giudice ordinario competente, non essendo prevista un'impugnazione endo-concorsuale da parte dei creditori pretermessi (cfr. Cass. n. 2104/2002, cit.; Cass. n. 6859/1995). Gli eventuali provvedimenti del giudice delegato con cui si assumessero decisioni riguardo la sussistenza o entità e natura dei crediti dovranno essere considerati abnormi e dunque saranno impugnabili.
È opportuno ricordare come in presenza di una sentenza di omologa del concordato preventivo che prevede e impegna all'attuazione di un programma liquidatorio, nelle more del giudizio contenzioso concernente l'accertamento di un credito contestato, il creditore non può domandare la sospensione del giudizio di omologazione, tanto meno il debitore può domandare la sospensione della liquidazione in attesa della conclusione dei giudizi di accertamento dei crediti che il debitore stesso intende proporre. Non sussistono, inoltre, i presupposti per l'azione di risoluzione o di annullamento.

CONCLUSIONE - Il creditore che non ha visto riconoscere la natura privilegiata del proprio credito può contestare il rango dei crediti (al pari della loro esistenza, misura e prescrizione) attraverso un ordinario giudizio di cognizione di cui è competente l'autorità giudiziaria ordinaria, in contraddittorio tra creditore e debitore e, in ipotesi di concordato con cessione dei beni, il liquidatore giudiziale.

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