Pignoramenti presso terzi e successivo pagamento da parte del terzo pignorato

12 Febbraio 2013

In caso di concordato preventivo che sorte hanno i pagamenti effettuati dal terzo successivamente al pignoramento eseguito nei suoi confronti con assegnazione avvenuta prima del decreto di ammissione ?

In caso di concordato preventivo che sorte hanno i pagamenti effettuati dal terzo successivamente al pignoramento eseguito nei suoi confronti con assegnazione avvenuta prima del decreto di ammissioned?

QUADRO NORMATIVO - I rapporti tra processo esecutivo e concordato preventivo trovano un riferimento normativo nell'art. 168 l. fall. laddove si prevede l'inibizione per i creditori per titolo o causa anteriore di iniziare o proseguire azioni esecutive e cautelari sul patrimonio del debitore dalla data della pubblicazione del ricorso nel registro delle imprese fino al momento in cui il decreto di omologazione del concordato preventivo diventa definitivo. Si aggiunge che nelle more di tale sospensione le prescrizioni che sarebbero state interrotte dall'esperimento di azioni esecutive e cautelari rimangono sospese e le decadenze non si verificano. Il legislatore dell'ultima riforma (D.l. n. 83/2012 convertito legge n. 134/2012), ha aggiunto che le ipoteche giudiziali iscritte nei novanta giorni che precedono la data della pubblicazione del ricorso nel registro delle imprese sono inefficaci rispetto ai creditori anteriori al concordato.

LA GIURISPRUDENZA - Varie pronunce giurisprudenziali (cfr. ad es. Trib. Biella, 9 ottobre 2009) già avevano precisato che il divieto posto dal suddetto art. 168 l. fall. di iniziare o proseguire azioni esecutive per il periodo intercorrente dalla data di presentazione del ricorso fino all'omologazione, non riguarda solo le azioni esecutive propriamente dette (ossia quelle disciplinate dagli artt. 474 e ss. c.p.c.), ma anche qualsiasi iniziativa del creditore finalizzata a realizzare unilateralmente e al di fuori di una procedura concorsuale il contenuto dell'obbligazione, ivi compreso quindi il sequestro conservativo (civile o penale) che anticipa gli effetti del pignoramento. Sono invece da ritenersi ammissibili il sequestro preventivo penale, quello giudiziario, come anche i provvedimenti di urgenza da valutarsi alla luce della domanda di merito che il ricorrente intende proporre.
L'art. 168 - la cui ratio è quella di impedire la disgregazione del patrimonio del debitore concordatario e di assicurare la realizzazione del piano - corrisponde, come sottolineato dalla Cass. (n. 24476/2008), a quella dettata per la procedura fallimentare dall'art. 51 l. fall. Quindi, in caso di violazione del divieto, i creditori dovranno restituire quanto indebitamente conseguito, ossia, in caso di pagamento del terzo pignorato, dovranno restituire la somma ottenuta in pagamento dal terzo stesso.

CONCLUSIONI - Per la soluzione si deve affermare che, se prima della domanda di concordato preventivo, nell'ambito di un procedimento di espropriazione presso terzi, un creditore del proponente ha ottenuto l'assegnazione di una somma dovuta dal terzo al debitore, ma non il pagamento, l'art. 168 l. fall. impedisce a tale creditore di proseguire l'azione esecutiva.
Con riferimento al caso in cui, ciò nonostante, in adempimento dell'ordinanza di assegnazione dovesse essere effettuato il pagamento da parte del terzo, va distinta la posizione del creditore che ha ricevuto il pagamento, da quella del terzo che lo ha eseguito.
Infatti l'assegnazione al creditore delle somme non è opponibile alla massa dei creditori ed il creditore è comunque tenuto a restituire alla procedura quanto indebitamente conseguito. Per l'art. 168 occorre infatti favorire il mantenimento dell'integrità del patrimonio del debitore che ha presentato proposta di concordato, la regola dell'obbligatorietà del concordato per tutti i creditori anteriori al decreto di apertura della procedura, nonché la par condicio tra i creditori anteriori che si trovino nella stessa posizione giuridica e presentino interessi economici omogenei.
Al tempo stesso, però, siccome, a differenza del fallimento, nella procedura di concordato preventivo non è prevista – tra l'altro - una norma analoga all'art. 44 l. fall., il quale afferma l'inefficacia dei pagamenti eseguiti dal o al fallito dopo la dichiarazione di fallimento, è ragionevole ritenere che non sia ripetibile nei confronti del terzo debitore il pagamento del debito assegnato ai sensi dell'art. 553 c.p.c., una volta che sia stato eseguito a favore di un creditore anteriore all'ammissione al concordato. Il pagamento successivo all'ammissione del concordato preventivo conserva la sua efficacia, e pertanto il debitore che paga sarà liberato dalla sua obbligazione.

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