Consecuzione di procedure: decorrenza del periodo sospetto per l'azione revocatoria

07 Aprile 2014

In virtù del principio della consecuzione delle procedure di concordato preventivo e fallimento si chiede se i pagamenti effettuati dalla Snc, gli storni su c/c bancario per insoluti Ri.ba clienti, addebiti c/c per F24 avvenuti successivamente alla data di presentazione in cancelleria della domanda di C.P., sfociato successivamente in fallimento (data sentenza fallimento 22.10.13), siano inefficaci (ex art 44) oppure revocabili (ex art 67). Tali pagamenti e operazioni di addebito non erano stati autorizzati dal GD nel corso del C.P. e poiché la domanda di ammissione al CP non è stata pubblicata al registro imprese, perché presentata in data (7.8.12) anteriore all'entrata in vigore del nuovo art. 161, a quale data bisogna riferirsi per il decorso degli effetti del fallimento della SNC e per estensione dei suoi soci; per determinare il computo del periodo sospetto per l'esercizio delle azioni revocatorie (art 67) sia nei confronti della snc che nei confronti dei soci; per determinare il computo del periodo sospetto per l'esercizio delle azioni di inefficacia (art 44) sia nei confronti della snc che nei confronti dei soci?

In virtù del principio della consecuzione delle procedure di concordato preventivo e fallimento si chiede se i pagamenti effettuati dalla Snc, gli storni su c/c bancario per insoluti Ri.ba clienti, addebiti c/c per F24 avvenuti successivamente alla data di presentazione in cancelleria della domanda di C.P., sfociato successivamente in fallimento (data sentenza fallimento 22.10.13), siano inefficaci (ex art 44) oppure revocabili (ex art 67). Tali pagamenti e operazioni di addebito non erano stati autorizzati dal GD nel corso del C.P. e poiché la domanda di ammissione al CP non è stata pubblicata al registro imprese, perché presentata in data (7.8.12) anteriore all'entrata in vigore del nuovo art. 161, a quale data bisogna riferirsi per il decorso degli effetti del fallimento della SNC e per estensione dei suoi soci; per determinare il computo del periodo sospetto per l'esercizio delle azioni revocatorie (art 67) sia nei confronti della snc che nei confronti dei soci; per determinare il computo del periodo sospetto per l'esercizio delle azioni di inefficacia (art 44) sia nei confronti della snc che nei confronti dei soci? Va presa come riferimento la data di presentazione della domanda oppure la data di ammissione alla procedura? E nel caso di ipoteca iscritta da una banca sui beni immobili di proprietà della SNC e dei SOCI in data 13.8.2012, pertanto successivamente al deposito della domanda di concordato della SNC, poi sfociato per revoca in fallimento, come si deve comportare la curatela in merito alla richiesta di ammissione al passivo fallimentare presentata dalla banca in via privilegiata? Tale ipoteca è valida e dà diritto ad un credito privilegiato sia verso la snc sia verso i soci falliti in estensione alla snc, oppure è inefficace (art 44) o revocabile (art 67) ?

RIFERIMENTI NORMATIVI – L'art. 167 l. fall. rubricato “amministrazione dei beni durante la procedura” dispone che “durante la procedura di concordato, il debitore conserva l'amministrazione dei suoi beni e l'esercizio dell'impresa, sotto la vigilanza del commissario giudiziale. I mutui, anche sotto forma cambiaria, le transazioni, i compromessi, le alienazioni di beni immobili, le concessioni di ipoteche o di pegno, le fideiussioni, le rinunzie alle liti, le ricognizioni di diritti di terzi, le cancellazioni di ipoteche, le restituzioni di pegni, le accettazioni di eredità e di donazioni e in genere gli atti eccedenti la ordinaria amministrazione, compiuti senza l'autorizzazione scritta del giudice delegato, sono inefficaci rispetto ai creditori anteriori al concordato. Con il decreto previsto dall'articolo 163 l. fall. o con successivo decreto, il tribunale può stabilire un limite di valore al di sotto del quale non è dovuta l'autorizzazione di cui al secondo comma”.
L'art. 168 l. fall. dispone, infine che “dalla data della presentazione del ricorso e fino al momento in cui il decreto di omologazione del concordato preventivo diventa definitivo, i creditori per titolo o causa anteriore al decreto non possono, sotto pena di nullità, iniziare o proseguire azioni esecutive sul patrimonio del debitore. Le prescrizioni che sarebbero state interrotte dagli atti predetti rimangono sospese, e le decadenze non si verificano. I creditori non possono acquistare diritti di prelazione con efficacia rispetto ai creditori concorrenti, salvo che vi sia autorizzazione del giudice nei casi previsti dall'articolo precedente”.

OSSERVAZIONI – Nel caso in cui all'ammissione della società di persone alla procedura di concordato preventivo, da parte del Tribunale, segua la dichiarazione di fallimento si applica, pur nel vigore della nuova legge fallimentare riformata, il principio di consecuzione delle procedure concorsuali, ritenendosi che la sentenza dichiarativa di fallimento sia l'atto finale del procedimento avviato con il deposito della domanda per l'ammissione alla procedura di concordato, di talché si ritiene che l'efficacia della sentenza dichiarativa di fallimento debba essere retrodatata alla data di presentazione della domanda di ammissione alla procedura minore, da cui si ritiene debba essere calcolato il termine per l'esercizio delle azioni revocatorie.
L'art. 160, al terzo comma infatti dispone che “ai fini di cui al primo comma per stato di crisi si intende anche lo stato di insolvenza” (si veda, in giurisprudenza, Cass. 6 agosto 2010 n. 18437).
Anche nell'ipotesi in cui contestualmente alla dichiarazione di fallimento della società di persone ammessa alla procedura di concordato preventivo venga dichiarato il fallimento dei soci illimitatamente responsabili, il termine per le azioni revocatorie ex art. 67 l. fall. dell'atto o degli atti posti in essere, personalmente, dal socio illimitatamente responsabile, si ritiene decorra a ritroso dalla data di inizio del concordato per la società. Infatti, al fine del computo del termine per l'esercizio delle azioni revocatorie, per gli atti posti in essere dal socio illimitatamente responsabile rileva, unicamente, lo stato di insolvenza della società e non quello personale del socio. La Suprema Corte di cassazione, in una recente sentenza ha infatti stabilito che “alla luce del principio giurisprudenziale per il quale nel caso in cui dopo l'ammissione di una società di persone all'amministrazione controllata (ora abrogata) o al concordato preventivo segua la dichiarazione di fallimento della medesima società e dei soci illimitatamente responsabili ai sensi della legge fallimentare, art. 147, anche per l'esercizio dell'azione revocatoria dell'atto personale del socio illimitatamente responsabile il termine di cui alla l. fall., art. 67, decorre dal decreto di ammissione della società alla prima procedura concorsuale e non dalla data della sentenza di fallimento del socio, atteso che il carattere meramente consequenziale e dipendente del fallimento del socio rispetto a quello della società comporta che ai fini della dichiarazione di fallimento abbia rilevanza unicamente lo stato d'insolvenza della società, indipendentemente dalla sussistenza o meno dello stato d'insolvenza personale del socio (Sez. 1, Sentenza n. 7157 del 01/08/1994; definito ius receptum da Sez. un., n. 8257 del 2002. Cfr. Cass. nn. 2983, 3614/79; 5025/91; 4240, 7157/94, 189/95; 4347/96)”. (Cass 17 febbraio 2012 n. 2335).
Oggi peraltro l'art. 69-bis, comma 2, l.fall. fa decorrere espressamente il termine a ritroso (non dalla data del decreto, ma) dalla data di pubblicazione del ricorso di concordato nel Registro delle imprese.
Per quanto riguarda i pagamenti e gli altri addebiti (Ri.Ba ed F24) effettuati successivamente al deposito della domanda di concordato preventivo e prima del decreto di ammissione gli stessi sono ex se inefficaci in modo assoluto ex art. 168 l.fall.
Oggi peraltro (ma si resta fuori dal caso considerato nel quesito) è previsto un unico caso di pagamento legittimo: quello relativo ai crediti inerenti a prestazioni essenziali se autorizzato dal Tribunale ex art. 182-quinquies l.fall.
Per quanto riguarda, poi, l'ipoteca iscritta dalla banca sui beni di proprietà della Società e dei soci successivamente all'ammissione della società alla procedura di concordato preventivo, si ritiene che, giusta il disposto dell'art. 168 terzo comma l. fall., secondo cui “i creditori per titolo o causa anteriore non possono acquistare diritti di prelazione con efficacia rispetto ai creditori concorrenti, salvo che vi sia autorizzazione del giudice nei casi previsti dall'articolo 167”, tale ipoteca – in quanto non autorizzata - sia inefficace e, pertanto, il Curatore dovrà ammettere il credito della banca in via chirografaria, così come si ritiene per l'ipoteca iscritta sui beni dei soci, che dovrebbe invece essere revocabile rientrando all'interno del periodo annuale per l'esercizio dell'azione revocatoria se, come sopra illustrato, tenuto conto di quanto statuito dalla Suprema Corte nel caso di consecuzione del fallimento alla procedura di concordato preventivo di società di persone, il termine per tale azione revocatoria si fa retroagire, anche per i soci illimitatamente responsabili, dal decreto di ammissione della procedura di concordato preventivo della società.

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