Sospensione feriale dei termini anche per la domanda di ammissione tardiva al passivo

La Redazione
06 Dicembre 2012

Il termine processuale entro cui proporre domanda di ammissione allo stato passivo si inserisce in un procedimento endo-fallimentare ed è anch'esso soggetto alla sospensione feriale. Lo ha affermato la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21596 del 3 dicembre.

Il termine processuale entro cui proporre domanda di ammissione allo stato passivo si inserisce in un procedimento endo-fallimentare ed è anch'esso soggetto alla sospensione feriale. Lo ha affermato la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21596 del 3 dicembre.

Il caso. Il G.D. dichiarava esecutivo lo stato passivo di una società. Dopo più di un anno, Equitalia presentava domanda di ammissione tardiva al passivo, ma il ricorso veniva dichiarato inammissibile perché ultratardivo. Contro il decreto l'ente di riscossione proponeva opposizione ex art. 99 l. fall. e il Tribunale, riqualificata l'opposizione come reclamo ex art. 26 l. fall., lo accoglieva. La curatela del fallimento proponeva ricorso per cassazione con cinque motivi.

Domanda di ammissione al passivo e sospensione dei termini. La curatela lamentava, in primo luogo, l'inapplicabilità della sospensione feriale al termine di cui all'art. 101 l. fall., in quanto la presentazione della domanda tardiva non costituirebbe attività processuale.
La Cassazione giunge, invece, alla conclusione opposta, con un percorso logico che può essere così riassunto: la sentenza dichiarativa di fallimento dà avvio al procedimento di accertamento del passivo. Con essa il Tribunale fissa la data dell'adunanza dei creditori e assegna loro i termini per l'insinuazione (tempestiva) ex art. 93 l. fall. Tali termini, pur avendo natura decadenziale, non hanno carattere sostanziale, in quanto alla mancata presentazione della domanda non consegue la perdita del diritto di credito. I termini processuali entro cui i creditori devono presentare, a pena di decadenza, domanda di ammissione al passivo sono, dunque, soggetti a sospensione feriale, in quanto facenti parte di un procedimento endo-fallimentare. E alla stessa conclusione deve pervenirsi con riferimento al sub-procedimento di cui all'art. 101 l. fall. per l'insinuazione tardiva annuale, “tenuto conto che esso si svolge nelle stesse forme di cui all'art. 95 l. fall.”. Operando la sospensione dei termini, dunque, la domanda di ammissione non può più essere ritenuta ultratardiva.

Opposizione allo stato passivo e non reclamo. Gli altri motivi di impugnazione vertono, invece, sulla qualificazione del ricorso proposto dalla creditrice contro la mancata ammissione tardiva del credito. La Cassazione afferma che si tratta di opposizione allo stato passivo e non di reclamo: l'art. 101 l. fall., infatti, dispone che al procedimento di accertamento delle domande tardive “si applicano le disposizioni di cui agli articoli da 93 a 99”, e tale rinvio deve essere inteso anche al provvedimento del giudice delegato con il quale “venga dichiarata inammissibile la domanda di ammissione al passivo ultratardiva senza consentire al creditore di fornire la prova della non imputabilità del ritardo”.

L'imputabilità del ritardo attiene al merito della domanda. Il problema della non imputabilità al creditore del ritardo appartiene al merito della domanda, e va affrontato unitamente a tutte le altre questioni. Dopo aver correttamente ritenuto applicabile la sospensione feriale dei termini, il Tribunale avrebbe dovuto escludere la tardività ultrannuale della domanda.
La Cassazione, insomma, dopo aver confermato la sentenza impugnata con riferimento all'applicabilità della sospensione dei termini, accoglie gli altri motivi e rinvia al Tribunale per un nuovo esame.

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