L’Odcec di Roma pubblica uno studio in tema di Organismo di composizione della crisi
07 Aprile 2014
Le disposizioni sul sovraindebitamento non hanno avuto, finora, il successo sperato. Sovraindebitamento: un primo bilancio dalle cancellerie dei tribunali. A circa due anni dall'introduzione di uno strumento finalizzato alla composizione della crisi da sovraindebitamento per soggetti non fallibili, con la legge n. 3/2012 - profondamente modificata dal c.d. Decreto Sviluppo-bis (d. l. n. 179/2012, conv. in l. n. 221/2012) - i tribunali italiani hanno registrato un ricorso limitato alle nuove procedure (l'accordo del debitore, il piano del consumatore e la liquidazione del patrimonio). Sono poche, infatti, le pronunce in materia di sovraindebitamento (si segnalano, tra le altre, Tribunale di Monza, 9 maggio 2013, in IlFallimentarista, e Tribunale di Pistoia, 27 dicembre 2013 - ivi, con nota di Rojas Elgueta - che ha omologato un piano del consumatore, successivamente revocato con provvedimento del 27 febbraio 2014).
L'Occ: il ruolo e la disciplina. Tra le cause di questa scarsa diffusione potrebbe esservi la mancata costituzione degli Organismi di composizione della crisi, figura centrale nelle procedure, alla quale sono attribuite, ex art. 15, diverse funzioni e a cui sono richieste competenze tecniche specifiche.
Lo studio dell'Ordine commercialisti di Roma. L'Odcec di Roma ha predisposto, quindi, uno studio per la costituzione di un suo Organismo di composizione della crisi: il gruppo costituito all'interno di un'apposita commissione si è avvalso del contributo di magistrati, avvocati e altre categorie professionali, seguendo due principali linee guida, la collegialità dell'organismo di composizione e la multidisciplinarietà dell'approccio. |