Osservatorio sulla Cassazione. Marzo - Aprile 2015

La Redazione
06 Maggio 2015

Si propone una rassegna delle più rilevanti pronunce di legittimità dei mesi di marzo e aprile, con una breve massima

FALLIMENTO

Azione revocatoria fallimentare – socio illimitatamente responsabile

CASS. CIV. – SEZ. I, 28 APRILE 2015, N. 8577, sent.

Quando l'azione revocatoria fallimentare viene esercitata nei confronti di atti di disposizione contrattuale compiuti da un socio illimitatamente responsabile di una società, dichiarato fallito per effetto del fallimento di questa, la conoscenza dello stato di insolvenza deve riferirsi non già al socio quanto alla società e deve comprendere la conoscenza della qualità di socio illimitatamente responsabile della società in stato di insolvenza rivestita dall'autore dell'atto revocando.

Stato passivo – curatore

CASS. CIV. – SEZ. I, 24 APRILE 2014, N. 8389, sent.

Il curatore, nel procedimento di accertamento del passivo, essendo portatore degli interessi della massa creditoria alla conservazione del patrimonio fallimentare, è terzo sia rispetto ai creditori concorsuali insinuati sia rispetto allo stesso fallito, pertanto in sede di ammissione al passivo l'accertamento in merito all'anteriorità della data della scrittura privata allegata come documentazione della pretesa creditoria, deve svolgersi secondo la disciplina dell'art. 2704 c.c. in tema di certezza e computabilità della data riguardo ai terzi.

Vendita azienda – diritto di prelazione

CASS. CIV. – SEZ. I, 16 APRILE 2015, N. 7753, sent.

Il diritto di prelazione all'acquisto dell'azienda sottoposta a procedura concorsuale spetta, ai sensi dell'art. 3, comma 4, l. 223/1991, a chi abbia la qualità di affittuario al momento della definitiva determinazione del prezzo di vendita: a nulla rileva che l'affittuario sia rimasto nella detenzione dell'azienda quanto il contratto di affitto era ormai cessato non essendovi alcuni diritto di proroga ex lege.

Stato passivo – ammissione con riserva

CASS. CIV – SEZ. VI, 13 APRILE 2015, N. 7426, sent.

Qualora si voglia richiedere l'ammissione al passivo di un credito per cui sia pendente il giudizio di accertamento in appello occorre fare domanda di ammissione con riserva ai sensi dell'art. 96, comma 2, n. 3 l. fall., non essendo in tale ipotesi applicabile l'art. 101, ult. comma, l. fall. Tale norma infatti contempla, come unica eccezione all'inammissibilità delle domande presentate oltre il termine indicato al comma 1 dello stesso articolo, il ritardo incolpelvole.

Stato di insolvenza - accertamento

CASS. CIV. - SEZ. I, 7 APRILE 2015, N. 6914, sent.

L'indagine sullo stato di insolvenza ai sensi dell'art. 5 l. fall prescinde da ogni verifica sull'effettiva entità dei crediti e sulla loro entità, è infatti sufficiente che sia accertata una situazione d'impotenza economico-patrimoniale che impedisca al soggetto di adempiere ai propri debiti con mezzi “normali”.

Istanza di fallimento – creditore

CASS. CIV. – SEZ. I, 2 APRILE 2015, N. 6683, sent.

In capo al creditore non sussiste alcun diritto al fallimento del suo debitore pertanto il decreto di rigetto del reclamo di cui all'art. 22 l. fall., proposto contro decreto che respinge l'istanza di fallimento non è impugnabile con ricorso in Cassazione ex art. 111 Cost. in quanto privo di attitudine al reclamo non avendo alcuna natura decisoria sui diritti soggettivi.

Dichiarazione di fallimento – giurisdizione

CASS. CIV. – SEZ. UNITE, 20 MARZO 2015, N.5688, ord.

Non vi è difetto di giurisdizione in capo al giudice italiano se sussistono elementi presuntivi gravi, precisi e concordanti che inducano ad intendere che la delibera di trasferimento sia stata adottata al solo fine di sottrarre la società al rischio di una dichiarazione di fallimento.

Fallimento in estensione – socio occulto

CASS. CIV. – SEZ. I, 19 MARZO 2015, N.5533, sent.

Il termine annuale per la dichiarazione di fallimento riferita al socio illimitatamente responsabile ex art. 147 l. fall. è da riferirsi unicamente i soci illimitatamente responsabili di società regolare. Il fallimento del socio occulto che risulti dopo la dichiarazione di fallimento di un imprenditore individuale può essere dichiarato anche trascorso il termine di cui al secondo comma dell'art. 147 l. fall., in quanto non può equipararsi la situazione del socio receduto da una società regolarmente costituita e registrata con quella del fallimento di una società occulta (e del relativo socio) scoperta successivamente alla dichiarazione di fallimento dell'impresa individuale.

Rapporti pendenti – contratto preliminare

CASS. CIV. – SEZ. I, 19 marzo 2014, n. 5523

La facoltà prevista per il curatore ai sensi dell'art. 72 l. fall. presuppone che al momento della dichiarazione di fallimento il contratto risulti pendente, se il contratto è stato sciolto ai sensi dell'art. 1385, comma 2, c.c. precedentemente all'inizio della procedura fallimentare non può applicarsi la disciplina ivi contenuta e il fallimento non può chiedere alla controparte contrattuale la caparra versata dal fallito

Dichiarazione di fallimento – socio illimitatamente responsabile

CASS. CIV. – SEZ. I, 18 MARZO 2015, N. 5449, sent.

Il socio di società di persone che sia dichiarato fallito è escluso di diritto dalla società (art. 2288 c.c.) e gli effetti di tale esclusione risalgono alla data di deposito della dichiarazione di fallimento. In questo modo si realizza una tutela sia nei confronti della società, evitando l'eventualità pregiudizievole di avere il fallimento nella compagine sociale, sia nei confronti della massa creditoria del socio fallito rendendo oggetto della massa attiva fallimentare la liquidazione della quota.

Curatore – illeciti tributari

CASS. CIV. – SEZ. TRIB., 18 MARZO 2015, N. 5393, sent.

Qualora il curatore fallimentare presenti una dichiarazione dei redditi infedele, la pretesa dall'amministrazione finanziaria è nei confronti dell'autore dell'illecito e non della società sottoposta a procedura concorsuale, in quanto responsabile è la persona fisica che ha sottoscritto l'atto ovvero ha compiuto gli atti illegittimi.

Fallimento in estensione – trasformazione societaria

CASS. CIV. – SEZ. I , 5 MARZO 2015, N. 4498, sent.

Il socio illimitatamente responsabili di una società di persone trasformata in società di capitali, anche se a seguito di tale trasformazione era divenuto socio limitatamente responsabile, può essere dichiarato fallito in estensione al fallimento della società di capitali così trasformata entro un anno dall'iscrizione nel Registro delle imprese della trasformazione.


LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA

Azione revocatoria fallimentare – scientia decoctionis

CASS.CIV. – SEZ. I, 1 APRILE 2015 N. 6621, sent.

Il presupposto soggettivo richiesto dall'art. 67, comma 2, l. fall. è costituito dall'effettiva conoscenza dello stato di insolvenza e non dalla semplice conoscibilità, qualora il terzo sia un istituto bancario la valutazione in merito alla conoscenza dello stato di insolvenza può formarsi attraverso il ricorso alla presunzione dovendosi, in tale specifica ipotesi, relazionare il parametro della comune prudenza e avvedutezza e della normale ed ordinaria avvedutezza con la peculiare condizione professionale dell'accipiens.

Contratti in corso di esecuzione - risoluzione

CASS. CIV. – SEZ. I , 10 MARZO 2015, N. 4751, sent,

La polizza fideiussoria deve qualificarsi come un sottotipo innominato di fideiussione e non come contratto di assicurazione, pur presentandone degli elementi, per questo, qualora nei confronti della società assicuratrice che ha stipulato la polizza fideiussoria viene emesso decreto di sottoposizione in l.c.a. non può applicarsi l'art. 83, d.P.R. 449/59 laddove stabilisce la risoluzione ex lege dei contratti di assicurazione stipulati dalle imprese poste in l.c.a.

Rapporti di lavoro - risoluzione

CASS. CIV. – SEZ. LAVORO, 4 MARZO 2015, N. 4360, sent.

In un'impresa assicuratrice in l.c.a. con trasferimento di portafoglio ad un'impresa cessionaria, la risoluzione di diritto del rapporto di lavoro dei dipendente corrisponde al licenziamento per giustificato motivo e non può essere equiparata alla risoluzione per impossibilità sopravvenuta, ma essendo l'art 10, d.l. 857/96 norma speciale rispetto all'art. 2118 c.c. ai lavoratori non spetta alcuna indennità di preavviso: dovendo infatti essere riassunti senza soluzione di continuità rispetto al momento della cessazione ope legis del precedente rapporto, ne viene meno lo scopo di consentire il lasso di tempo necessario per la ricerca di altra occupazione.

ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI

Attestazione – requisiti del professionista

CASS. CIV. - SEZ. I, 19 MARZO 2015, N. 5524, sent.

L'iscrizione all'albo dei professionisti, necessaria per il professionista che deve predisporre la relazione di attestazione di cui all'art. 182 bis l. fall., non rappresenta un requisito necessario per il consulente che svolga l'attività propedeutica alla predisposizione dell'accordo.

REATI CONCORSUALI

Omesso versamento IVA - fallimento

CASS. PEN. – SEZ. III, 28 APRILE 2015, N. 17711, sent.

La situazione di crisi economica dell'azienda, quandanche scaturisca nel fallimento di questa non è causa di esclusione della punibilità per i reati di omesso versamento di ritenute certificate e di omesso versamento di IVA: perché possa essere esclusa la punibilità l'imputato deve dimostrare che siano state adottate tutte le iniziative per provvedere alla corresponsione del tributo e l'impossibilità concreta di fronteggiare alla crisi di liquidità tramite misure idonee da valutarsi in concreto.

Bancarotta – liquidazione del danno

CASS. CIV. – SEZ. I, 8 APRILE 2015, N. 7004, sent.

Qualora a seguito della condanna per il reato di bancarotta semplice, la Corte di cassazione rimetta la causa al giudice civile d'appello ai soli effetti civili, quest'ultimo non può, nel procedere alla liquidazione del danno, ampliare i limiti del “decisum” propri della sentenza impugnata e considerare il reato di bancarotta come fraudolenta anziché semplice.

Bancarotta – circostanze attenuanti

CASS. PEN. - SEZ. V, 8 APRILE 2015, N. 14237, sent.

Il giudizio relativo alla speciale tenuità del danno patrimoniale, ai fini dell'applicabilità della circostanza attenuante ex art. 219, comma 3, l. fall. deve essere effettuato in considerazione della diminuzione che i comportamenti illeciti del fallito hanno causato sulla massa attiva che sarebbe stata disponibile in assenza di tali fatti, indipendentemente dalla sua relazione con l'importo globale dell'entità del passivo.

Bancarotta – socio illimitatamente responsabile

CASS. PEN. – SEZ. V, 8 APRILE 2015, N. 14203, sent.

Il socio illimitatamente responsabile che, attraverso una attività imprenditoriale parallela, sottragga alla società risorse destinate al soddisfacimento dei creditori è responsabile di bancarotta fraudolenta ai sensi dell'art. 222 l. fall., a nulla rilevando l'esistenza di un partita IVA differente. Infatti, in ipotesi di fallimento di una società con soci a responsabilità illimitata, ciascun socio risponde dei fatti di bancarotta fraudolenta commessi sia sui beni propri che su quelli sociali.

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