Ammissione al passivo del credito privilegiato: requisiti

La Redazione
01 Agosto 2014

Neppure dopo la modifica dell'art. 2751-bis n. 5 c.c. operata dal D.l. 5/2012 il solo fatto dell'iscrizione dell'imprenditore alla Camera di commercio con la qualifica di imprenditore artigiano non dà diritto all'ammissione al relativo privilegio di sede di verifica allo stato passivo.

Neppure dopo la modifica dell'art. 2751-bis n. 5 c.c. operata dal D.l. 5/2012 il solo fatto dell'iscrizione dell'imprenditore alla Camera di commercio con la qualifica di imprenditore artigiano non dà diritto all'ammissione al relativo privilegio di sede di verifica allo stato passivo.
Ciò in ragione del fatto che il giudice ha sempre il dovere-potere di verificare d'ufficio la sussistenza dei requisiti per avere diritto all'ammissione del credito in via privilegiata.
Inoltre il senso della modifica legislativa dell'art. 2751-bis, comma 1 n. 5, c.c., è esclusivamente quella di favorire il privilegio artigiano sganciandone la valutazione della sussistenza dai requisiti di cui all'art. 2083 c.c. e disponendo che la stessa venga effettuata secondo i criteri previsti dalla legge artigiana.

L'onere di prova la sussistenza dei requisiti per l'ammissione al privilegio artigiano è a carico del creditore, sulla base del principio cd. “vicinanza della prova”, secondo cui, dove non vi sia una norma che disponga in merito, la prova di un fatto deve essere posta a carico della parte che è meglio in grado di fornirla, ovvero che è la sola in grado di fornirla, perché nel possesso dei dati e della documentazione economico – patrimoniale che direttamente la riguardano.

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