La datio in solutum tramite cessione pro solvendo del credito non è atto estintivo del debito pecuniario e non è soggetta a revocatoria fallimentare

La Redazione
20 Gennaio 2014

La cessione del credito pro solvendo, in luogo del'adempimento, con il quale l'imprenditore-debitore trasferisce la titolarità di un proprio credito al creditore cessionario, non estingue immediatamente la pretesa originaria del creditore. Il contratto, pertanto, non può qualificarsi come atto estintivo di un debito pecuniario e non è soggetto ad azione revocatoria fallimentare ex art. 67, comma 1, n. 2 l. fall.

La cessione del credito pro solvendo, in luogo del'adempimento, con il quale l'imprenditore-debitore trasferisce la titolarità di un proprio credito al creditore cessionario, non estingue immediatamente la pretesa originaria del creditore. Il contratto, pertanto, non può qualificarsi come atto estintivo di un debito pecuniario e non è soggetto ad azione revocatoria fallimentare ex art. 67, comma 1, n. 2 l. fall.

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