Concordato con cessione dei beni: valutazione del Tribunale sulla fattibilità del piano, modalità di liquidazione, nomina del liquidatore

La Redazione
03 Febbraio 2014

Alla luce delle recenti pronunce di legittimità, il controllo del Tribunale nella fase di omologazione del concordato preventivo si traduce nella verifica della fattibilità giuridica del piano e nella valutazione dell'effettiva idoneità del piano ad assicurare il soddisfacimento della causa della procedura: il Tribunale deve verificare che non vi sia un'assoluta e manifesta non attitudine del piano presentato dal debitore a raggiungere gli obiettivi prefissati, ossia a realizzare la causa concreta del concordato.

Alla luce delle recenti pronunce di legittimità, il controllo del Tribunale nella fase di omologazione del concordato preventivo si traduce nella verifica della fattibilità giuridica del piano e nella valutazione dell'effettiva idoneità del piano ad assicurare il soddisfacimento della causa della procedura: il Tribunale deve verificare che non vi sia un'assoluta e manifesta non attitudine del piano presentato dal debitore a raggiungere gli obiettivi prefissati, ossia a realizzare la causa concreta del concordato.

In caso di concordato con cessione dei beni ai creditori afferente ad azienda in esercizio, l'attività di gestione ordinaria dell'impresa e quella finalizzata alla cessione dell'azienda restano distinte: gli organi amministrativi della società conservano la gestione ordinaria, mentre le attività finalizzate alla selezione dell'acquirente e di disposizione dell'azienda sono esercitate dal liquidatore.

L'avere ricoperto la carica di amministratore o liquidatore della società fino alla domanda di concordato rappresenta una situazione paradigmatica di potenziale conflitto d'interessi, incompatibile con la nomina a liquidatore concordatario.

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