Infortunio durante una partita di squash: chi risarcisce?
25 Settembre 2025
La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 25789/2025 affronta il tema della responsabilità civile derivante da lesioni occorse durante una partita di squash nell'ambito di un torneo organizzato da una società sportiva. Il caso vedeva l'attore chiedere il risarcimento danni, sia in via aquiliana sia contrattuale, nei confronti del suo avversario, della società organizzatrice e dell'istruttore, per un infortunio occorso durante una partita. La domanda viene rigettata sia in primo che in secondo grado, con la Corte d'Appello che sottolinea come l'evento lesivo rientri nel rischio tipico dell'attività agonistica, escludendo una responsabilità degli organizzatori salvo omissione delle cautele normalmente richieste per la pratica sportiva. La raccomandazione dell'uso degli occhiali protettivi, prevista dal regolamento sportivo, è rivolta ai giocatori e non impone obblighi ulteriori di controllo a carico degli organizzatori, soprattutto in presenza di atleti con esperienza pluriennale. La Cassazione conferma che l'evento dannoso è strettamente collegato al rischio accettato dai partecipanti, richiamando la c.d. scriminante sportiva, la quale esclude la responsabilità quando il fatto dannoso sia funzionalmente collegato all'attività di gioco e alle sue dinamiche tipiche. La valutazione della condotta viene quindi ricondotta a parametri di normalità dell'attività sportiva, considerando la violenza del gesto solo in relazione alla sua necessità o meno nel contesto del gioco (Cass. n.. 12012/2002 e Cass. n. 4707/2023). La S.C. ribadisce, inoltre, che la domanda di responsabilità ex art. 2050 c.c. (attività pericolose) è inammissibile se proposta tardivamente e che l'obbligo di formazione derivante dall'abbonamento al centro sportivo non fonda una posizione di garanzia ulteriore, né sussiste un collegamento causale tra tale obbligo e il sinistro occorso durante il gioco. La responsabilità contrattuale della società sportiva e dell'istruttore è esclusa in assenza di una specifica violazione di doveri di formazione o di manutenzione del campo. Inoltre, viene chiarito che l'onere della prova della causalità e della violazione grava sull'attore, che non può pretendere l'estensione della posizione di garanzia oltre i limiti previsti dalla normativa e dalla prassi sportiva. |