Il terzo trasportato può agire direttamente contro l’assicurazione del vettore indipendentemente dall’accertamento delle responsabilità

La Redazione
16 Settembre 2025

Il terzo trasportato, considerato parte debole in caso di incidente stradale, ha diritto a chiedere direttamente il risarcimento dei danni subiti alla compagnia assicurativa del veicolo su cui viaggiava ai sensi dell'art. 141 cod. ass., senza dover attendere l'individuazione del responsabile, salvo il caso fortuito.

È quanto stabilito dalla Corte di Cassazione che, con l'ordinanza in commento, ha accolto il ricorso di una donna che aveva riportato delle lesioni a seguito di uno scontro nella città di Roma con un veicolo assicurato presso una compagnia straniera. In primo grado, il Tribunale aveva respinto la sua domanda diretta, sostenendo che l'azione avrebbe dovuto essere promossa contro l'Ufficio Centrale Italiano (UCI) e il proprietario dell'auto con targa straniera, in quanto la responsabilità era stata attribuita esclusivamente al conducente di quest'ultima.

La Cassazione ha invece chiarito che l'azione diretta prevista dall'art. 141 cod. ass. può essere esercitata, tranne nel caso fortuito, senza che sia necessario stabilire chi sia il responsabile dell'incidente: la norma, infatti, mira a evitare che il risarcimento al passeggero venga ritardato «dalla necessità di compiere accertamenti sulla responsabilità del sinistro». Le Sezioni Unite (n. 35318/2022) hanno risolto ogni dubbio interpretativo sulla nozione di "caso fortuito", precisando che riguarda solo fattori naturali o umani estranei alla circolazione, mentre la condotta colposa dell'altro conducente non limita la possibilità di agire direttamente.

Secondo un  primo orientamento  (sentenze n. 4147 e 4147 del 2019), nel caso fortuito rientrava anche la condotta colposa del terzo con conseguente inammissibilità dell'azione diretta del terzo trasportato. Un  secondo orientamento  (sentenza n. 17963/2021), invece, sosteneva la tesi opposta. Le Sezioni Unite, però, hanno chiarito che la nozione di “caso fortuito”, ai fini dell'art. 141, «riguarda l'incidenza causale di fattori naturali e umani estranei alla circolazione, risultando invece irrilevante la condotta colposa dell'altro conducente, posto che la finalità della norma è quella di impedire che il risarcimento del danno subito dal passeggero venga ritardato dalla necessità di compiere accertamenti sulla responsabilità del sinistro».

Inoltre, la possibilità di agire ex  art. 141 non è ostacolata dal coinvolgimento di un veicolo immatricolato all'estero: infatti, la normativa, di derivazione comunitaria, «assegna una garanzia diretta alle vittime dei sinistri stradali in un'ottica di tutela sociale che fa traslare il “rischio di causa” dal terzo trasportato, vittima del sinistro, sulla compagnia assicuratrice del trasportante». Già la Terza Sezione Civile (n. 1161/2020 e n. 12172/2023) aveva affermato che  la persona trasportata può agire direttamente contro l'assicurazione del veicolo su cui viaggiava, anche se l'incidente ha coinvolto un veicolo straniero assicurato presso una compagnia non aderente a specifiche convenzioni.

La parola, ora, passa al Tribunale di Roma, che riesaminerà la vicenda alla luce dei principi stabiliti dalla Cassazione.

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