Sospensione del licenziamento per giustificato motivo oggettivo e domanda di congedo biennale ex art. 42, d.lgs. 151/2001: la Cassazione rinvia sulla decorrenza degli effetti

La Redazione
16 Settembre 2025

La Cassazione afferma che, in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, il rapporto sussiste fino al termine del preavviso (anche se fruito tramite ferie): la domanda di congedo biennale sospende gli effetti del licenziamento se presentata in tale periodo.

Con ordinanza n. 24993/2025, la Corte Suprema di Cassazione, Sezione Lavoro, si è pronunciata su un ricorso presentato da un lavoratore licenziato per giustificato motivo oggettivo, che aveva richiesto, in pendenza del preavviso, il congedo biennale ex art. 42, comma 5, d.lgs. 151/2001 per l'assistenza della madre con grave disabilità. La Corte d'appello di Firenze aveva rigettato la domanda del lavoratore, ritenendo che il licenziamento fosse divenuto efficace retroattivamente dalla comunicazione di avvio della procedura ex art. 7, l. 604/1966 e che la richiesta di congedo, presentata contestualmente, non potesse sospendere gli effetti del licenziamento, interpretando restrittivamente la deroga prevista dall'art. 1, comma 41, l. 92/2012 solo ai casi di tutela della maternità/paternità.

Il lavoratore ha impugnato tale interpretazione, invocando una lettura sistematica delle norme che estenda la sospensione degli effetti anche al congedo per assistenza familiare. La Cassazione, richiamando i principi già affermati nella sentenza n. 15513/2025, ha precisato che la fattispecie estintiva del rapporto di lavoro per giustificato motivo oggettivo si struttura in tre fasi e che la disciplina di cui all'art. 1, comma 41, l. 92/2012 è norma derogabile in melius per il lavoratore quanto al momento di produzione degli effetti. In particolare, la Suprema Corte ha sottolineato che se il preavviso non è stato espressamente dispensato, il rapporto si intende ancora in essere fino alla scadenza del periodo di preavviso, anche se il lavoratore è stato collocato in ferie, con conseguente possibilità di presentare la domanda di congedo e di ottenere la sospensione degli effetti del licenziamento.

La Corte ha accolto il ricorso nei limiti motivati, cassando la sentenza impugnata e rinviando alla Corte d'appello di Firenze per un nuovo esame, ordinando di tener conto della corretta sequenza temporale degli atti e della presentazione della domanda di congedo, nonché delle conseguenze sulla legittimità della cessazione del rapporto.

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