Estensione delle tutele del lavoro subordinato ai collaboratori: la Cassazione rinvia sul compenso e l’applicazione dell’art. 2 d.lgs. 81/2015

La Redazione
15 Settembre 2025

La Cassazione accoglie il ricorso dei collaboratori: la Corte d’Appello dovrà verificare se sussistano le condizioni per estendere le tutele del lavoro subordinato ai rapporti di collaborazione, con particolare attenzione al compenso proporzionato e alla disciplina dell’art. 2 d.lgs. 81/2015.

Nel caso deciso dalla Corte di cassazione con ordinanza n. 24858/2025, alcuni lavoratori avevano stipulato contratti di collaborazione autonoma a tempo determinato con una società, successivamente prorogati di comune accordo senza aumento del compenso. I collaboratori avevano contestato di aver lavorato per ulteriori tre mesi senza ricevere un compenso aggiuntivo, chiedendo la nullità dell'accordo modificativo per violazione dell'art. 36 Cost. e per abuso di dipendenza economica, nonché la condanna della società al pagamento del corrispettivo per il lavoro svolto.

Il Tribunale di Bologna aveva accolto parzialmente la domanda dei lavoratori, mentre la Corte d'Appello, in riforma della decisione, aveva ritenuto legittima la proroga senza aumento del compenso, valorizzando l'autonomia negoziale delle parti e la natura del progetto originario, che già comprendeva le attività prolungate.

Avverso tale pronuncia i lavoratori hanno proposto ricorso in Cassazione lamentando, tra l'altro, la mancata applicazione dell'art. 2 d.lgs. 81/2015, che prevede l'estensione delle tutele tipiche del lavoro subordinato ai rapporti di collaborazione quando le prestazioni sono svolte in modo personale, continuativo ed etero-organizzato.

La Suprema Corte ha rigettato il motivo relativo alla causa negoziale e alla proporzione del compenso, ritenendo che la proroga a compenso invariato non viola di per sé l'art. 36 Cost. Tuttavia, ha accolto il motivo fondato sull'omessa applicazione dell'art. 2 d.lgs. 81/2015, rilevando che la Corte d'Appello aveva trascurato di esaminare la domanda dei ricorrenti volta all'estensione delle tutele proprie della subordinazione. La sentenza è stata quindi cassata con rinvio alla Corte d'Appello di Bologna, che dovrà accertare se ricorrano i presupposti di fatto per l'applicazione della disciplina del lavoro subordinato ai rapporti in questione.

La decisione conferma la centralità del principio di effettività delle tutele, imponendo al giudice di merito di verificare, al di là delle mere qualificazioni formali, la reale natura del rapporto e la sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa per la protezione dei collaboratori anche sotto il profilo economico.

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