Il notaio non risponde dell’imposta complementare in caso di decadenza dall’agevolazione “prima casa”

La Redazione
08 Settembre 2025

Responsabilità del notaio nel pagamento dell’imposta di registro in caso di disconoscimento dell’agevolazione “prima casa” da parte dell’Agenzia delle Entrate, la Cassazione affronta il tema con la pronuncia n. 24475 depositata lo scorso 3 settembre.

La Suprema Corte ha stabilito che il notaio non è responsabile in solido per il pagamento dell'imposta complementare qualora, in seguito a controlli dell'Agenzia delle Entrate, venga disconosciuta l'agevolazione “prima casa” per l'acquirente che risulta già titolare di altro immobile nel medesimo comune. La responsabilità del notaio resta circoscritta all'imposta principale dovuta al momento della registrazione dell'atto notarile, ai sensi dell'art. 57 d.P.R. 131/1986.

Il caso è sorto quando l'Agenzia delle Entrate ha notificato ad un notaio un avviso di liquidazione e irrogazione di sanzioni relativo a un atto pubblico di vendita immobiliare da lui rogato. L'Amministrazione ha disconosciuto l'agevolazione “prima casa” applicata sull'atto, in quanto l'acquirente risultava già proprietario di altro immobile nello stesso comune. Di conseguenza, ha richiesto il pagamento di ulteriori imposte (imposta complementare) e delle relative sanzioni anche al notaio in via solidale.

Il notaio ha impugnato l'avviso, sostenendo che:

  • l'immobile già posseduto dall'acquirente era inagibile e quindi non idoneo come abitazione;
  • essendo decorsi oltre 60 giorni dalla stipula dell'atto, l'imposta richiesta non era più quella principale (su cui può essere chiamato in solido il notaio), ma era ormai “complementare” e, pertanto, la responsabilità solidale del notaio non poteva operare.

In primo grado, la CTP di Roma ha dato ragione al notaio, ma la CTR ha accolto l'appello dell'Agenzia delle Entrate, affermando la responsabilità solidale del notaio anche per l'imposta complementare. Il notaio ha quindi proposto ricorso per Cassazione.

La Cassazione, accogliendo il ricorso del notaio, ha ribadito che la solidarietà passiva del notaio ha natura secondaria rispetto a quella delle parti e non può estendersi a imposte complementari o suppletive, che sorgono da successivi accertamenti dell'Amministrazione finanziaria. Pertanto, ogni pretesa fiscale ulteriore deve essere rivolta esclusivamente alle parti contraenti.

Con questa pronuncia, la Cassazione rafforza la posizione di garanzia del notaio, tutelandolo rispetto ad accertamenti e pretese fiscali non immediatamente rilevabili al momento dell'atto. L'orientamento mira a evitare che il pubblico ufficiale sia gravato da oneri imprevedibili e non coperti da provvista presso le parti.

Riprendendo le parole della S.C.: «la responsabilità del notaio per il pagamento dell'imposta trova fondamento in una fattispecie ulteriore e diversa da quella, strettamente impositiva, propria dei contraenti, ed insita nel ruolo di garanzia a lui assegnato ex lege nel rafforzamento della pretesa dell'amministrazione finanziaria e del pagamento. Su tale premessa, l'obbligo al pagamento viene posto a carico del notaio ex art. 57 d.P.R. 131/1986 nella sua qualità di responsabile d'imposta... la solidarietà passiva che viene in tal modo a costituirsi muove da una relazione che non è paritetica, ma secondaria o dipendente rispetto a quella delle parti contraenti...»

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