La minore età del figlio rappresenta in re ipsa una condizione soggettiva di stato di bisogno o è da escludersi grazie alla disponibilità del genitore affidatario?

04 Settembre 2025

Anche quando il genitore collocatario può provvedere alle esigenze del figlio minore, l’altro genitore è tenuto al mantenimento?

Nel caso specifico, la Corte d’Appello di Milano conferma la sentenza del Tribunale che dichiara la responsabilità di Tizio per il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare e, in particolare, per aver fatto mancare in tutto o in parte i mezzi di sussistenza alla figlia minorenne per un periodo di due anni.

Sul punto, la Corte di Cassazione osserva che tale reato sussiste anche se l’altro genitore (l’affidatario) provvede in via sussidiaria a corrispondere ai bisogni del figlio minore, ribadendo che la minore età del figlio, a favore del quale è previsto l’obbligo di contribuzione al mantenimento, rappresenta in re ipsa una condizione soggettiva di stato di bisogno che non è esclusa per il fatto che, grazie all’elevata disponibilità economica del genitore presso il quale è collocato, il figlio non versi in un concreto e reale stato di bisogno ma goda, anzi, di pieno benessere ed elevato tenore di vita.

Il genitore, infatti, non solo non può essere esonerato dall’obbligo di contribuire al mantenimento del proprio figlio, gravando sul medesimo l’obbligo morale e giuridico di provvedere ai figli a prescindere dall’intervento del giudice, in quanto tale obbligo deriva dalla qualità stessa di genitore, a maggior ragione se il genitore, come nel caso de quo, nella sua difesa, non espone alcuna impossibilità di adempiere e, anzi, dichiara di percepire un regolare e decoroso compenso mensile.

Da tale considerazione, ne discende, peraltro, che non ha alcun fondamento la prospettata irreprensibilità della condotta del genitore prima della denuncia.

Si ribadisce che il reato sussiste anche qualora l’altro genitore provvede in via sussidiaria a corrispondere ai bisogni dei figli minori.

L’eventuale convincimento del genitore inadempiente di non essere tenuto, in una situazione di benessere dell’altro genitore, all’assolvimento del suo primario dovere, non integra un’ipotesi di ignoranza scusabile di una norma che corrisponde a un’esigenza morale universalmente avvertita sul piano sociale.

Lo stato di bisogno del minore costituisce, pertanto, un elemento specializzante presunto per legge.

Nel caso in esame, Tizio non solo non può ritenersi esonerato dall’obbligo di contribuire al mantenimento della figlia in assenza di un provvedimento giudiziale, gravando così sullo stesso l’obbligo morale e giuridico di provvedere alla figlia minore a prescindere dall’intervento del giudice.

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