Il contributo medico legale attuale nella valutazione del danno a persona

30 Luglio 2025

Alcuni temi classici dello studio medico-legale hanno visto e conoscono, anche nell’attualità, uno sviluppo pressoché costante, articolato sul rapporto interlocutorio tra progredire delle conoscenze scientifiche, acquisizioni giuridiche ed analisi giurisprudenziali. Tra questi, senza dubbio, si colloca il grande e delicato tema della valutazione medico legale del danno alla persona nella responsabilità civile.

Introduzione

Oltre ad essere uno storico momento di approfondimento scientifico, anche in ottica medico giuridica, ossia ‘de jure condendo', questo ambito continua a rappresentare un motivo di grande sollecitazione allo studio ed all'approfondimento necessari alla comprensione della più idonea e corretta traduzione della compromissione umana per le finalità applicative del Diritto: ne sono testimonianza manifesta gli ampi contributi di letteratura che, ripercorrendo decorsi giurisprudenziali, esperienze profonde e maturate, esiti del confronto, forniscono i panorami più aggiornati sui vasti terreni interessati da un tema di così ampia estensione (Si vedano ad es., nell'ampio panorama: Spera D, Responsabilità civile e danno alla persona, Giuffré, Milano, 2025. M. Rossetti, Il danno alla salute, Milano, 2017. Ponzanelli VG, Certezze e incertezze nel risarcimento del danno alla persona, Danno e responsabilità, 2020.). E questo specifico settore, proprio per i suoi presupposti e per l'avanzare delle conoscenze bio-mediche, ha conosciuto, negli ultimi anni, un'evoluzione continua ed un fermento di ricerca e di prospettazioni applicative, sicure espressioni dell'importanza e della centralità di un ambito che, per le sue caratteristiche e le sue dimensioni, detiene un interesse collettivo di primario rilievo.

Proprio per questi presupposti, mai come in questo momento, si avverte la necessità irrinunciabile di procedere lungo percorsi sovrapponibili di intenti, presupposti ed applicazione tra scienze medico legali, Diritto e giurisprudenza: trattasi di una premessa ineludibile, nella realtà contemporanea, dalla quale deriva la credibilità e la funzionalità del sistema.

Le qualifiche di riproducibilità e ripetibilità dell'apporto tecnico nella valutazione del danno alla persona umana da fatto ingiusto, non possono rivelare margini di incertezza sulle premesse giuridiche, sui parametri e sulle categorie umane oggetto di indagine così come sulle acquisizioni scientifiche che determinano i criteri di studio della realtà biologica modificata da un insulto lesivo. Tale presupposto, nell'ottica della funzionalità e della attendibilità sociale ed economica, è l'unico parametro fondante la migliore fluidità del sistema del risarcimento del danno a persona, nel contesto della modernità e, soprattutto, nella dinamica delle relazioni delle parti interessate, nonché degli apporti tecnici necessari, nel favorire massimamente la risoluzione delle obbligazioni risarcitorie senza ricorso alla amplificazione ed alla necessità di istituzionalizzazione di conflitti. Trattasi di un presupposto che, stante la vastità e l'estrema e complessa eterogeneità casistica, è garanzia certa di solidità del sistema.

A tale proposito è senz'altro da indicarsi l'esperienza che ha condotto alla realizzazione del Quesito Medico-Legale (Cfr. Presidenza Tribunale Ordinario di Milano, n. 7646 del 5 giugno2024, Osservatorio Giustizia Civile – Capitalizzazione anticipata rendita e liquidazione Danno non patrimoniale) prodotto nel contesto del lavoro dell'Osservatorio per la Giustizia Civile di Milano che si è concretizzato grazie ad un'intensa azione pluridisciplinare di confronto, interazione e modulazione di contenuti. Si è trattato di un'ampia esperienza significativa e esemplificativa dell'efficacia dello scambio e del dibattito finalizzato ad un concreto apporto di omogeneizzazione di contenuti e di istanze applicative: attraverso una sistematica considerazione delle categorie di rilevanza tecnica nella determinazione del danno alla persona, si è profilato un percorso unitario nel quale i parametri di giudizio e le precise necessità di risposta, per le concrete finalità attuative dell'obbligazione risarcitoria, sono armonicamente prospettate in un itinerario organico. Un'esperienza pilota che, anche grazie alla sua successiva diffusione, merita di essere considerata come parametro anche per un più ampio orizzonte.

La causalità

Non vi è dubbio alcuno sul principio che il fondamentale ed imprescindibile apporto medico legale alla valutazione del danno alla persona risieda nello studio del rapporto causale.

È intuitivo che non sia questa la sede per addentrarsi in modo dettagliato in un tema di così immense proporzioni e di tanto sterminata complessità. Tuttavia, giova richiamare all'attenzione come i fondamenti di analisi del rapporto tra fenomeni biologici umani, in questo nucleo essenziale di ogni valutazione medico legale, costituisca una procedura di peculiare articolazione e di stretta connessione con il procedere e l'evolversi delle acquisizioni scientifiche che rappresenta il cardine di ogni ordine di ponderazione tecnica: è questo un flusso dinamico di acquisizioni dal differenziato peso motivazionale, sempre vigilato dal controllo scientifico indipendente, indirizzato al raggiungimento di evidenze che solo progressivamente, con procedure di revisione sistematica delle prove, con verifica di efficacia, sicurezza ed non equivocabilità del dato possono essere raggiunte, a volte in tempi molto estesi e, nel tempo, con differenti gradi di probabilità o di certezza.

Lo studio quotidiano medico legale è fondato sull'aggiornamento costante in questo delicato ambito ed espressamente ai fini di un'applicazione che contribuisca a sostenere il giudizio di causalità materiale sui fatti della biologia umana. Se ne deduce il ruolo fondamentale che, nell'espressione di un giudizio, fonda il proprio apparato motivazionale su un tessuto di acquisizioni in divenire e in progressione; il tema è sotteso da implicazioni di massimo interesse e di complessa, ma intrigante analisi e prospettiva di applicazione, quando attiene la valutazione delle chances che ha presentato una così marcata affermazione nell'inquadramento giuridico e medico legale (Domenici R, Toni C. La perdita di chances, Cap. VI in “Linee Guida per la valutazione medico legale del danno alla persona in ambito civilistico”, Giuffré, Milano, 2016. Norelli GA. La ‘perdita di chances' un'importante chance per la medicina legale, Rivista Italiana di Medicina Legale, 37, 2015.), precipuamente nel settore della responsabilità sanitaria.   Le connessioni o correlazioni tra fenomeni, le prospettive controfattuali, gli elementi condizionalistici, le premesse eziopatogenetiche delle manifestazioni biologiche dell'uomo rappresentano, nell'analisi medico legale, l'impegno costante nell'affrontare un tema nodale che sostiene ogni ulteriore considerazione applicabile ai diversi ambiti del Diritto.

Le conseguenze temporanee del fatto ingiusto

Entrando più direttamente nel tema dell'apporto tecnico medico legale alla valutazione delle categorie che sostengono i fondamenti del danno alla persona, non può trascurarsi di trattare delle conseguenze temporanee che si realizzano quali espressioni delle determinanti del danno ovvero di causa lesiva, lesione e menomazione.

In questo settore assume un rilievo peculiare e preliminare l'identificazione della pura evoluzione biologica di un quadro lesivo che, indipendentemente dalle sue ripercussioni realizzative della persona, rappresenta il patologico evolversi dinamico disfunzionale dello stesso.

Trattasi di principio non eludibile poiché sostiene ogni altra ponderazione in merito. Non è raro che ci si imbatta in circostanze ove l'evolversi biologicamente puro di una condizione lesiva rappresenti l'esclusiva espressione temporanea dello stato patologico in termini che, dal lato clinico, sono integralmente coincidenti con il concetto di “malattia nel corpo o nella mente” che fonda il reato di lesioni personali (art. 582,583,590 cod. pen.) e che è del tutto indipendente dallo studio delle ripercussioni negative che tale condizione disfunzionale possiede nell'operare quotidiano che, in molti casi, non esiste (si pensi ad es. all'età neonatale, alla generalizzata compromissione psico fisica dovuta a fattori preesistenti ecc.). La percentualizzazione del grado di incidenza negativa temporanea (assoluta o in progressivo decremento percentuale sulla capacità di attendere ad ordinarie occupazioni della vita) non è un parametro esaustivo di tutte le circostanze che l'osservazione clinica medico legale trae dall'analisi casistica quotidiana.

Il riferimento biologico puro alle conseguenze temporanee (per il quale, si noti, non è stata mai individuata o indicata normativamente una corrispondente monetaria) è, in ogni caso, il parametro di valutazione preliminare per ogni altra considerazione. È un tema di non trascurabile interesse clinico che, al di là di ogni stima sul suo rilievo economico risarcitorio, costituisce un centro di interesse che, dal lato valutativo medico legale, riveste un'importanza centrale.

Ad esso si aggiunge, poi, anche lo studio delle conseguenze temporanee con negative ripercussioni lucrative, tali da costituire la premessa di una dannosità patrimoniale della lesione. Questo aspetto, nei casi nei quali si profila tale eventualità, deve necessariamente fondarsi sull'apporto clinico medico forense che si fa carico della ponderazione degli elementi patologici in relazione alle loro qualità e conseguenze ergonomicamente esaminabili in relazione al singolo caso ed a tutte le sue peculiarità. Un aspetto di estrema delicatezza che vede, nell'acquisizione e nel giudizio clinico, il fondamento per ogni motivata applicazione in termini di causalità giuridica.

Il danno biologico permanente

Il contributo medico legale nel settore in esame assume un rilievo ulteriormente centrale nello studio delle conseguenze permanenti di un fatto lesivo in grado di determinare l'irreversibile modifica negativa dello stato psico fisico individuale.

È  questo un ambito di valutazione che, nella classica trattazione specialistica, ha subito radicali trasformazioni e raggiunto obbiettivi concretamente innovativi ancorché nell'ottica essenziale di affermazione di principi dai quali non si può prescindere in un'analisi medica del danno permanente: in essa si devono armonizzare aspetti di puro apprezzamento clinico con la complessione individuale globale che completa l'itinerario diagnostico e valutativo su quella persona e su quella sola persona. Anche il danno biologico permanente è una funzione squisitamente personale che si instaura su uno specifico e proprio stato psico-fisico, irripetibile ed esclusivo nella sua naturalità e nella sua definitiva variazione.

Su queste presupposti ben si comprende quali siano le effettive funzioni dei barèmes che si sono succeduti nella produzione medico legale, anche nel panorama italiano, fornendo contributi non marginali allo studio del tema: essi sono stati ispirati dalla necessità di fornire omogenee premesse valutative, sempre nella consapevolezza di una funzione di orientamento generale e statico che richiede, ogni volta, di essere plasmato su una realtà biologica individuale e personale che non ammette alcun automatismo e non può prescindere da un'applicazione ed una rilevazione clinica complessa ed esclusiva sullo specifico caso clinico che deve condurre ad un giudizio quantificativo di proporzionalità modulata in una specifica realtà umana.

Per molti anni le proposte di indicatori tabellari sui gradi menomativi, anche quando previste da specifiche normative (Tabella delle micropermanenti: L. 5 marzo 2001, n. 57, art. 5, DM Salute 3 luglio 2003 e quindi Art. 138,2 Codice delle Assicurazioni, D.L. 209/2005), sono state l'espressione di giudizi medi fondati su apprezzamenti epidemiologici, casistici, molto spesso ben studiati e modulati così da ottenere un'ampia condivisione anche se, in molte circostanze, non sovrapponibili.

Un traguardo fortemente auspicato e di portata inedita è stato raggiunto nel 2025 con la pubblicazione e l'inclusione nel Sistema Nazionale Linee Guida presso l'Istituto Superiore di Sanità delle Buone Pratiche Cliniche per la valutazione dell'invalidità permanente sino al cento per cento, dovute all'impegno ed al lavoro della Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (S.I.M.L.A.). Un riferimento tabellare per la quantificazione del danno biologico permanente, frutto di anni di lavoro, che si è realizzato, per la prima volta, seguendo il rigoroso itinerario imposto per la redazione di Linee Guida, fondato sulla revisione bibliografica, sul meticoloso apporto metodologico, sul coinvolgimento di tutte le componenti interessate, sul giudizio incrociato e sull'azione coordinativa di un comitato tecnico scientifico indipendente sin al raggiungimento di esiti tecnicamente radicati.

Si tratta di un traguardo che, per le sue caratteristiche e per la sua inclusione nel Sistema Nazionale Linee Guida, è destinato a rappresentare un riferimento ineludibile nella prassi specialistica medico legale anche ai sensi di quanto previsto dalla Legge 24 dell' 8 marzo 2017. Un'operazione che è stata definita (Quotidiano Sanità, 14 aprile 2025) come esito di un approccio epistemologico distinguente, dai giudizi di opinione, il giudizio scientifico così da superare le difformità tabellari ed ottenere un omogeneo orientamento nazionale.

Questo strumento di lavoro si afferma, dunque, come punto di riferimento clinico non opzionale nel determinare il percorso, più volte richiamato e previsto, di un barème unico per la valutazione del danno biologico permanente sino ai suoi massimi estremi.

Il danno lavorativo e il danno emergente

È sempre su un giudizio diagnostico specialistico medico legale che si instaurano le valutazioni inerenti le ripercussioni negative di una condizione menomativa permanente sulla capacità individuale di produrre reddito nella sua accezione attuale, potenziale o futura. Le categorie inerenti la capacità lavorativa personale, quando sussistenti, posseggono risvolti clinici quanto mai variabili che sono oggetto storico dello studio medico legale che, sin dalle più remote analisi in epoca moderna, per gli stessi presupposti giuridici, ha fondato precipuamente su tali valutazioni il proprio contributo alla determinazione del danno a persona.

Gli sviluppi delle conoscenze e delle tecniche medico lavoristiche elaborate in sede medico legale per le specifiche applicazioni, si sono succedute ed evolvono in modo progressivo e costante, in parallelo con gli straordinari cambiamenti dell'assetto occupazionale ai quali espone la modernità.

Il ruolo della valutazione medico legale modulata sulle risorse lavorativo – lucrative che si alterano a causa di un insulto lesivo e menomativo si estrinseca compiutamente in diversi stadi e su diversi piani i quali si prefiggono di tradurre la percezione clinica nei riflessi funzionali e disfunzionali, con le loro proprie ripercussioni negative sulle estrinsecazioni intellettuali e più ampiamente ergonomiche individuali.

È un percorso sempre obbligatoriamente individualizzato che non può trascurare una dettagliata ricostruzione storica sulla quale si fonda il giudizio clinico.

L'esperienza medico forense ha elaborato costantemente approfondimenti e criteri metodici di apprezzamento e quantificazione della capacità di lavoro individuale quando la stessa possegga concretamente un riflesso negativo sul lucro rientrando a pieno titolo nella patrimonialità (Buzzi F, Capacità lavorativa specifica e danno patrimoniale, Medicina e Diritto, 1, 2009; Norelli GA, Spunti dottrinari in tema di riduzione del danno alla capacità lavorativa specifica, Collana Medico Giuridica, ACOMEP, 1997; Palagi U, Mariani N, Lombardi MA, La valutazione della capacità lavorativa specifica: una proposta operativa; Jura Medica, 1996. Ronchi E, Lucro cessante e perdita di capacità lavorativa nel danno a persona: categoria giuridica e medico legale a confronto, Medicina e Diritto, 1, 2009; Mangili E, Giannini M, Guida alla valutazione medico legale del danno alla capacità lavorativa nel risarcimento del danno alla persona secondo la teoria quantistica, Giuffré, Milano, 2011): metodi che richiedono un costante aggiornamento e adattamento continuo in adesione alle innovazioni ed al susseguirsi delle citate variabili che si presentano nel panorama occupazionale e di organizzazione del lavoro sia dipendente sia autonomo.

Peraltro, la ponderazione dinamica di un quadro clinico menomativo temporaneo o permanente sulla capacità di lavoro, in relazione alla sfera attitudinale individuale ed alla estrinsecazione lavorativa propria, può rilevare condizioni che, ancorché non influenti sulla redditualità attuale, rappresentano fattori di influenza negativa sulla appropriatezza e sulla piena efficienza applicativa nella ordinarietà di impiego delle risorse intellettuali e fisiche finalizzate alla propria occupazione. Si tratta di un argomento complesso che ha visto una trattazione medico legale articolata (Buzzi F, Tavani M, Valdini M. Il danno alla persona da compromissione della capacità lavorativa. Giuffré, Milano, 2008) sin dalle prime affermazioni di un concetto di personalizzazione del danno a persona nella sua integralità: ne sono derivati diversi apporti tecnici che hanno perfezionato e integrato, nel sistema della responsabilità civile, categorie cliniche classicamente oggetto di studio medico legale, quali l'usura e il deterioramento lavorativi, le limitazioni cinestesiche senza riflessi lucrativi attuali.

Precipuo contenuto di patrimonialità possiede anche la valutazione medico legale del danno emergente da spese di diagnosi, cura e riabilitazione attuali e future, Un capitolo che, nell'assetto attuale dei sistemi sanitari pubblici, ha visto instaurarsi notevoli difformità rispetto ad un passato non remoto nel quale, sia per organizzazione sia per scelte di impostazione, il ricorso a prestazioni private poteva ritenersi, se non eccezionale, non frequente né motivato. L'assetto attuale è quanto mai polimorfo e merita l'attenzione medico legale estrema che si riserva costantemente anche a questo capitolo del danno alla persona.

La sofferenza psico-fisica connessa con lesioni e menomazioni

Gli orientamenti giurisprudenziali e le modulazioni dottrinarie medico legali hanno, poi, condotto ad un vero e proprio sovvertimento e, concretamente, ad una svolta che può definirsi di attualizzazione scientifica nello studio e nella valutazione della componente medica della ripercussione morale derivante da lesioni alla persona umana.

Si parla di una categoria che gode di un approfondito studio scientifico costante ed in continua evoluzione (Si pensi solo alle riviste scientifiche internazionali, specializzate nello studio di questi temi clinici quali, ad es., The Joiurnal of pain”, “Journal of Pain Management”, “Journal of Pain research”, “The British Journal of Pain”), come dimostrato da tutte le riviste mediche accreditate a livello internazionale che ne trattano in modo ininterrottamente aggiornato: a questo settore delle conoscenze applicate alla clinica fa rifermento l’elaborazione medico legale nello studio della sofferenza psico fisica connessa con le lesioni e con le menomazioni dell’uomo. In realtà diverse da quella italiana si è consolidata da tempo una solida metodologia ed un condiviso metodo di giudizio e valutazione su questa categoria individuale che, nel nostro ordinamento, vede la prospettiva di un’applicazione quanto più estesa ed uniforme sulla scorta di parametri medico-legali.

Prima e dopo l’impulso di un indirizzo giurisprudenziale inteso ad affermare il superamento di criteri schematici e cristallizzati nella trattazione di questo tema, la ricerca medico legale ha fruito di svariati contributi dottrinari i quali hanno aperto la strada ad un più ampio lavoro di studio pluriennale, coordinato dalla Società Italiana di Medicina Legale: questo intenso lavoro ha condotto ad un documento di consenso sulla “Valutazione medico legale della sofferenza psico fisica” connessa con le lesioni e con le menomazioni, nel quale sono individuati i parametri clinici attraverso i quali procedere ad un’attenta analisi e ad una valutazione anche quantitativa delle ripercussioni soggettive sintomatiche ed interiori di dolore e degrado che derivano da un processo lesivo e da quanto necessario per fronteggiarlo sia nelle conseguenze temporanee sia nelle condizioni permanenti. È un ambito di studio e di applicazione medico legale senz’altro delicato, articolato, altamente individualizzato sul paziente, nel quale si è affinata progressivamente una competenza tecnica medico forense che si incentra sull’esame diretto dell’interazione tra variazione negativa di uno stato psico fisico e la percezione individuale soggettiva, approfondendo gli aspetti reattivi e di risposta personale all’insulto lesivo ed alle sue conseguenze.

Gli aspetti relazionali

Il quesito medico legale approntato dal lavoro milanese, del quale si è accennato, ha ben puntualizzato il ruolo medico legale nell’analisi degli aspetti di più diretta personalizzazione che attengono le componenti relazionali. Un motivo di disamina di grande interesse che, tuttavia, impone una corretta e circostanziata puntualizzazione preliminare delle caratteristiche proprie di ciascuna persona nella sua realizzazione di vita. Con questi presupposti la tecnica medico legale assume un ruolo centrale nell’approfondimento degli aspetti ergonomici e dinamici che possono influire negativamente, e in quale misura, su tali componenti dell’esistenza umana. Il polimorfismo delle espressioni del vivere comune, nell’attualità, ha imposto una puntuale realizzazione di tecniche e metodi clinici di considerazione ed indagine su questi aspetti che costituiscono, in molti casi, categorie non secondarie dell’apprezzamento medico, alle quali è fondamentale fornire una corretta collocazione per le applicazioni giuridiche.

In conclusione

Nel concludere questa sintetica esposizione, risulta di palese evidenza come, nel difficile ambito applicativo della reintegrazione del danno alla persona, il ruolo medico legale abbia storicamente rivestito una componente appassionata e costante in epoca moderna. La sua quotidiana componente applicativa rappresenta uno dei più diffusi ed importanti settori di interesse generale e offre l'opportunità di un ineludibile e sistematico aggiornamento fondato sui progressi clinici, sulle variazioni dei contesti sociali, sulle innovazioni tecniche: l'apporto medico legale deve essere garanzia della sintesi di tutte queste essenziali conoscenze, modulate sull'ineludibile individualizzazione imposta dall'irripetibilità di ogni persona umana alla quale la medicina è indirizzata. La continua evoluzione delle acquisizioni scientifiche applicate alla clinica, le innovazioni tecniche in sede diagnostica, terapeutica e riabilitativa, lo sviluppo delle evidenze, richiedenti il costante aggiornamento medico, posseggono un'influenza di indubbio rilievo su tutte le categorie umane che sostengono la valutazione della realtà dell'uomo sotto il profilo del diritto; da ciò la delicatezza e la pregnanza del contributo medico forense in questo sensibile settore di applicazione.

Il confronto multidisciplinare programmatico si è rivelato e si afferma come una componente obbligata di questo affascinante percorso ed è la strada maestra per ottenere e mantenere l'adeguatezza applicativa e la risposta più idonea alle istanze motivate che provengono da tutte le parti interessate e coinvolte in questo settore di studio e di prassi che esprimono, oltretutto, un indicatore molto intenso e sensibile dell'assetto di una civilltà.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario