Appalto, garanzia per vizi e decorrenza dei termini di prescrizione e decadenza

La Redazione
18 Luglio 2025

La Corte di cassazione, con la sentenza 7 luglio 2025, n. 18409 ha evidenziato che il dies a quo di decorrenza del termine biennale di prescrizione dell'azione di garanzia per vizi, stabilito dall'art. 1667, comma 3, c.c., decorre dalla consegna definitiva dell'opera e non dall'eventuale consegna anticipata. 

La vicenda esaminata trae origine dal ricorso per cassazione presentato dal ricorrente con cui quest'ultimo lamentava la violazione e/o falsa applicazione degli artt. 1662,1665,1667 e 1668 c.c., per avere la Corte di merito ritenuto che i termini di decadenza e prescrizione, in ordine alla garanzia per i vizi nell'appalto, operassero nel caso esaminato, pur avendo accertato la mancanza di collaudo e accettazione. 

Nella sentenza del 7 luglio 2025, n. 18409, i giudici di legittimità, in accoglimento dei motivi di ricorso,  operano alcuni importanti chiarimenti sull'applicazione dei termini di prescrizione e di decadenza all'azione di garanzia per le difformità e vizi dell'opera nell'appalto, nonché con riguardo al termine di prescrizione dell'azione di garanzia ex art. 1667, comma 3, c.c.

Preliminarmente la Corte evidenzia che i termini di prescrizione e di decadenza di cui all'art. 1667 c.c. si applicano anche all'azione risarcitoria volta a far valere, nei confronti dell'appaltatore, la garanzia per le difformità e i vizi dell'opera, atteso che il legislatore ha inteso contemperare l'esigenza della tutela del committente a conseguire un'opera immune da difformità e vizi con l'interesse dell'appaltatore ad un accertamento sollecito delle eventuali contestazioni in ordine a un suo inadempimento nell'esecuzione della prestazione (Cass. civ. 30 ottobre 2009, n. 23075; Cass. civ. 22 dicembre 2005, n. 28417).

Di qui la necessità di interrogarsi sui presupposti richiesti affinché tali termini siano operativi. In base al comma 1, secondo periodo, dell'art. 1667 c.c., “la garanzia non è dovuta se il committente ha accettato l'opera e le difformità o i vizi erano da lui conosciuti o erano riconoscibili, purché, in questo caso, non siano stati in mala fede taciuti dall'appaltatore”. Tale norma si riferisce evidentemente ai vizi palesi o apparenti, che devono essere riscontrati al momento della verifica o dell'accettazione, sicché, una volta che sia avvenuta l'accettazione nonostante il riconoscimento o la riconoscibilità dei vizi, la garanzia non è dovuta. Per converso l'art. 1667, comma 2, primo periodo, c.c., nel prevedere che il committente debba, a pena di decadenza, denunciare all'appaltatore le difformità o i vizi entro sessanta giorni dalla scoperta, regola la disciplina dei vizi occulti, ossia dei vizi non riconosciuti e non riconoscibili fino al momento dell'accettazione e che siano scoperti in epoca successiva.

Dunque, l'obbligo di denunziare, a pena di decadenza, entro sessanta giorni dalla loro scoperta, le difformità o i vizi dell'opera appaltata presuppone che vi sia stata un'accettazione dell'opera, espressa, tacita o presunta, avvenuta, a cura del committente, al momento della consegna o della verifica, prima della scoperta. Ove, dunque, all'accettazione dell'opera segua la scoperta dei vizi, essi devono essere denunciati dall'ordinante, a pena di decadenza, nei sessanta giorni dalla scoperta, a pena di decadenza.

Nella fattispecie, non vi sono stati né verifica, né collaudo, né accettazione. In difetto di accettazione , non poteva imputarsi all'ordinante di non aver provveduto alla denuncia dei vizi, a decorrere dal momento della loro scoperta, appunto perché essi avrebbero dovuto essere rilevati all'epoca della verifica e menzionati nell'esito dei collaudi sollecitati dall'appaltante.

Quanto ai termini di prescrizione dell'azione di garanzia per vizi, i giudici evidenziano che l'art. 1667, comma 3, primo periodo, c.c. dispone che l'azione (di garanzia per i vizi) contro l'appaltatore si prescrive in due anni dal giorno della consegna dell'opera. Tale termine di prescrizione biennale vale sia per i vizi palesi (purché dedotti in sede di verifica e successiva accettazione con riserva dell'opera; altrimenti la garanzia non è in radice dovuta), sia per quelli occulti, che siano stati scoperti prima di tale consegna.

Nondimeno, il dies a quo di decorrenza del termine biennale di prescrizione dell'azione di garanzia per i vizi, stabilito dall'art. 1667, comma 3, c.c., va individuato non già con riguardo alla consegna anticipata dell'opera, con riserva di verifica, bensì con riferimento al momento della consegna definitiva, a seguito di verifica ed accettazione dell'opera stessa. Ossia la consegna rilevante per il decorso del termine prescrizionale (ai fini dell'esercizio del diritto di garanzia) postula che essa avvenga contestualmente o successivamente alla verifica e all'accettazione dell'opera e ne costituisca la naturale appendice, quale finale acquisizione dell'opera appaltata in conseguenza della manifestazione del suo complessivo gradimento (eventualmente anche in conseguenza della prospettazione di determinate difformità e vizi).

Alla luce ti tali argomentazioni, la Corte di cassazione cassa la sentenza di appello, rinviando alla Corte di merito che dovrà uniformarsi ai seguenti principi di diritto:

"In tema di appalto, l'obbligo di denunziare, a pena di decadenza, entro sessanta giorni dalla loro scoperta, le difformità o i vizi dell'opera appaltata, ai sensi dell'art. 1667, comma 2, c.c., presuppone che tale scoperta sia avvenuta dopo l'accettazione dell'opera, espressa, tacita o presunta, a cura del committente, al momento della consegna o della verifica".

"Qualora l'opera appaltata sia affetta da vizi occulti o non conoscibili, perché non apparenti all'esterno, il termine di prescrizione dell'azione di garanzia decorre dalla scoperta dei vizi (che sia successiva alla consegna), la quale è da ritenersi acquisita dal giorno in cui il committente abbia avuto conoscenza degli stessi, essendo onere dell'appaltatore, se mai, dimostrare che il committente ne fosse a conoscenza in data anteriore".

"In tema di appalto, il dies a quo di decorrenza del termine biennale di prescrizione dell'azione di garanzia per i vizi, stabilito dall'art. 1667, comma 3, c.c., va individuato non già con riguardo alla consegna anticipata dell'opera, con riserva di verifica, bensì con riferimento al momento della consegna definitiva, a seguito di verifica ed accettazione dell'opera stessa".

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