Ripetizione dell’indebito e superamento dei minimi retributivi previsti dal ccnl
11 Luglio 2025
Nell'ambito del rapporto di lavoro, nel caso di erogazione continuativa di somme in misura superiore a quella contrattualmente prevista, è consolidato l'orientamento della giurisprudenza di legittimità secondo il quale non ricorre automaticamente una fattispecie di indebito oggettivo exart. 2033 c.c. Invero, il fatto della corresponsione continuativa è generalmente sufficiente a far considerare, anche se di ammontare variabile, la somma corrisposta come elemento della retribuzione, in ragione della presunzione di onerosità che assiste tutte le prestazioni eseguite durante il rapporto. Pertanto, ogni pagamento, in quanto avvenuto nell'ambito del rapporto di lavoro, è assistito dalla presunzione di giuridicità e obbligatorietà. In altre parole, la natura corrispettiva della retribuzione determina la presunzione della natura retributiva dell'erogazione datoriale ripetuta nel tempo anche se superiore a quella negozialmente prevista. In ragione di tale presunzione (relativa), spetta al solvens dimostrare l'effettivo e concreto verificarsi di un errore, oppure l'insussistenza o l'inidoneità giuridica dei fatti che il lavoratore abbia eventualmente addotto quale fondamento della persistente natura retributiva dell'attribuzione economica. Conseguentemente, qualora il datore richieda la restituzione delle somme erogate in eccesso rispetto alle retribuzioni minime previste dal contratto collettivo, non potrà limitarsi ad allegare che il suddetto contratto prevede (per le prestazioni svolte) retribuzioni inferiori, ma deve dimostrare che la maggiore retribuzione erogata è stata frutto di un errore, essenziale e riconoscibile dell'altro contraente (Cfr.: App. Firenze, sez. lav., 28 marzo 2025, n. 204; Cass., sez. lav., 13 settembre 2018, n. 22387). |